CAPITOLO 24 • Boy in luv

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CAPITOLO 24Boy in Luv

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CAPITOLO 24
Boy in Luv


Yoongi non riuscí a dormire neppure quella notte, continuando ad agitarsi nel letto e ripensando alle parole di Jimin.
Non sapeva nemmeno lui dove avesse trovato la forza di non aprirgli la porta e non attirarlo in un caldo abbraccio, perché si, avrebbe tanto voluto tenerlo stretto a sé e inalare il dolce profumo della sua pelle che gli acquietava l'animo ogni volta.

Dopo essersi rigirato per diverse ore nella sua scomoda brandina, decise di andare a fare un giro fuori, tanto ormai di dormire non ne voleva sapere.
Erano circa le due di notte, ma poco importava, aveva bisogno di sgomberare la mente da tutto ciò che riguardasse quel ragazzo e magari, respirare l'aria fredda della Busan che dorme, lo avrebbe aiutato a trovare un po' di pace.

Prese solo il giubbotto, senza preoccuparsi di portarsi dietro il cellulare, tanto, chi lo avrebbe cercato a quell'ora della notte?
Afferrò le chiavi e si diresse verso la porta.

Quasi rischiò di avere un attacco di cuore quando si accorse che c'era qualcosa per terra a ostruire il suo passaggio e si sentí ancora peggio quando realizzò che quel "qualcosa" era il corpo incosciente di Jimin.

Yoongi si inginocchiò subito a terra per scuoterlo, ma appena sfiorò con le dita il suo viso, si accorse di quanto gelida fosse la sua pelle e il suo colorito cianotico.
Questo lo mise in allarme e non perse tempo a prenderlo in braccio portandolo immediatamente all'interno del suo appartamento per cercare di riscaldarlo quanto più possibile.

Jimin non era mai andato via.

Era rimasto tutto il tempo fuori dalla porta, sperando che il corvino gli concedesse quei due minuti che gli aveva chiesto con tanta insistenza e disperazione e che Yoongi, alla fine, gli aveva negato.

Si vedeva ancora la scia prosciugata delle lacrime che solcava il suo viso privo di sensi e Yoongi avrebbe tanto voluto maledire sé stesso per non aver pensato che Jimin sarebbe stato in grado di spingersi ad un gesto del genere pur di avere un po' della sua attenzione.

Cercó di scaldarlo come meglio poté.
Lo svestì cambiandogli gli abiti, coprendolo con gli indumenti più caldi che possedeva, avendo i riscaldamenti fuori uso. Lo avvolse con più strati di coperte -tutte quelle di cui disponeva in casa- ma ancora pensò che non fosse sufficiente, così cercò di riscaldarlo anche col calore del proprio corpo, infilandosi all'interno di quel fagotto di lenzuola e stringendolo forte a sé, baciandogli continuamente la fronte, sperando di notare un innalzamento della sua temperatura corporea.

Yoongi passò il resto della notte, e anche la mattina successiva, a vegliare sul più piccolo senza mai staccarsi da lui e solo quando vide il suo corpo riprendere un po' più di colorito, poté finalmente rasserenarsi, in parte.
Jimin, nel sonno, si era aggrappato al suo petto e questo gli aveva suscitato una strana, ma confortevole sensazione di calore.

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