X. Lastricato di buone intenzioni

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"Non lasciare la presa!" gridò Andrew.
In qualche modo era riuscito ad arrivare da Audrey e le aveva preso la mano con cui si stava precariamente tenendo al ciglio del precipizio.
La presa di Andrew era salda, ma lei non sarebbe riuscita a resistere ancora a lungo.
"Non avevo intenzione di farlo!" ribattè lei, serrando i denti.
"Ci siamo quasi..."
Con un grugnito, Andrew tirò nuovamente e Audrey sentì di avanzare di qualche centimetro.
Ce la stavano facendo davvero?
Lei si aiutò con le gambe, cercando di darsi una spinta e risalire il ciglio.
Non poteva arrendersi ora.
"Lascia lo specchio" fece Andrew, all'improvviso "lascialo e aggrappati anche con l'altra mano"
"No!" esclamò Audrey "È la nostra unica possibilità per arrivare all'isola di Lallys preparati!"
"Non è più importante della tua vita, Audrey!"
Lei incontrò i suoi occhi e li trovò più seri che mai.
Era pronto a sacrificare lo specchio purchè non dovesse sacrificare la sua vita?
Era pronto a sacrificare qualsiasi rancore covasse per Ethan per salvarla?
Serrando la mascella, Audrey lanciò lo specchio, ma non nel burrone: lo lanciò oltre Andrew, sperando atterrasse in un posto sicuro.
Con la mano libera afferrò l'altra che Andrew le porgeva e si spinse su, nello stesso momento in cui anche lui iniziò a tirare ancora di più.
Quando sentì sotto di sè la sensazione di terra solida, Audrey si concesse di tirare un sospiro di sollievo ma l'aria le fu strappata dai polmoni nel momento in cui perse l'equilibrio e cadde.
Si ritrovò sopra Andrew, entrambi con il respiro affannato e le mani ancora intrecciate.
Non aveva mai visto i suoi occhi così da vicino, pensò, altrimenti si sarebbe resa conto molto prima del fatto che ci fossero delle pagliuzze dorate intorno all'iride che si mischiavano con il castano caldo.
E si sarebbe accorta prima di quanto lunghe fossero le sue ciglia.
"Sei venuto" fece Audrey, piano, prima ancora di rendersene conto.
Andrew fece un sorriso mesto.
"Hai chiamato" rispose solo.
Sembrava che il tempo si fosse fermato, come se le lancette di tutti gli orologi del mondo avessero smesso di scoccare i minuti.
Perchè Andrew non la lasciava andare?, pensò Audrey.
E poi la colpì: perchè non era lei quella che si spostava?
Le lancette ripresero improvvisamente a girare e Audrey scivolò giù da Andrew, mentre lui si schiariva la voce.
Lei individuò lo specchio a qualche metro da loro, per fortuna ancora intatto, e lo recuperò.
"Stai bene, Asso?" domandò Andrew.
Audrey annuì, ma poi aggrottò al fronte, guardandosi intorno.
"I gigli non ci sono più" fece, osservando l'erba verde che li circondava e poi voltandosi verso il burrone che si era creato, portandosi con sè la cupola che custodiva lo specchio "come hai fatto a venire ad aiutarmi?"
"Ti ho sentita chiamare il mio nome e mi sono messo a correre" spiegò Andrew "ho completamente scordato dei gigli e ho pensato solo a raggiungerti. È stato solo a metà strada che mi sono reso conto fossero spariti, come se non fossero mai stati qui. È una radura normale"
Audrey chinò lo sguardo verso lo specchio, attenta a non scorgere il proprio riflesso.
"Lo specchio era su un piedistallo" disse "forse, quando l'ho tolto da lì, ha interrotto ogni difesa presente nelle vicinanze perchè era stata innescata quella della cupola che ha iniziato a crollare"
Incontrò lo sguardo di Andrew e lo sostenne.
"Grazie per avermi salvato la vita" aggiunse e poi scoprì di avere un mezzo sorriso sulle labbra "due volte"
Lui la imitò e indicò lo specchio con un cenno del capo.
"Sei proprio di parola" disse.

***

"Siete davvero tornati" furono le parole d'accoglienza che si diressero Audrey ed Andrew una volta giunti al bazar della loro fonte di informazioni.
L'uomo li stava guardando con gli occhi scuri che brillavano, malcelando il suo desiderio di mettere le mani sullo specchio.
"Cosa ti avevo detto?" s'intromise Tristan, facendo un gesto di vittoria "Sapevo che sarebbero tornati"
"Sono una persona diffidente per natura" l'uomo scrollò le spalle e si alzò, allungando una mano verso Audrey.
"Non così in fretta" ribattè lei, nascondendo lo specchio dietro di sè "abbiamo svolto la nostra parte di accordo, ora tocca a te"
Lui esitò un solo istante, poi scrollò le spalle.
"L'isola di Lallys è anche detta l'isola delle sirene perchè quelle subdole creature la circondano" spiegò "non fatevi ingannare da loro aspetto: sono donne bellissime con lunghe code di pesce, ma il loro canto è traditore. È capace di incantare chiunque lo senta, trasportandoli in un altro mondo quando in realtà stanno portando la tua nave verso gli appuntiti scogli di Lallys"
"Quindi basta tapparsi le orecchie?" fece Tristan.
"Non basta mettersi le mani sulle orecchie" ribattè l'uomo "perchè il canto penetra tra le tue dita"
"Si potrebbe usare qualcosa di diverso, qualcosa di materiale" disse Andrew, aggrotando la fronte "come della cera"
L'altro scosse la testa.
"Si scioglierebbe" rispose.
"E allora che via di scampo abbiamo?" chiese Audrey.
Lui incontrò il suo sguardo.
"Tu" rispose "il canto delle sirene non ha effetto sulle donne, perchè da altre donne proviene"
Audrey pensò ad Emily e al fatto che lei non fosse l'unica donna sulla nave.
Loro due avrebbero dovuto collaborare, aiutandosi a vicenda per superare l'ingresso dell'isola manenendo gli uomini a bada.
E una volta sull'isola avrebbero cercato gli oggetti sacri di Aylan.
"Sei sicuro?" fece Andrew.
"Che senso avrebbe darvi informazioni false?" ribattè l'uomo "Non me ne verrebbe in tasca nulla"
Tornò ad allungare la mano verso Audrey, in attesa.
"Ho svolto la mia parte di accordo" disse solo.
Lei annuì e gli posò lo specchio sul palmo, il vetro rivolto in giù.
"Andatevene" li congedò lui "è stato bello fare affari con voi"
Tristan lasciò il bicchiere di vino che aveva in mano e si alzò dal divanetto, avvicinandosi agli altri due.
Gettò un braccio intorno alle spalle di Andrew e sorrise.
"Dovete raccontarmi ogni singolo dettaglio della vostra avventura" disse "così sarà come se ci fossi stato anche io"
Andrew disse qualcosa e i due iniziarono ad andare verso l'uscita della tenda, ma Audrey esitò.
L'uomo si era voltato e ora le dava le spalle, ma stava fissando il suo riflesso nel vetro dello specchio.
Audrey vide il riflesso tremolare e poi cambiare.
Si chiese cosa le avrebbe fatto se avesse scoperto lo stesse osservando, ma l'uomo sembrava fin troppo preso da ciò che aveva sotto gli occhi.
Oltre la sua spalla, Audrey scorse un cielo azzurro e quella che sembrava la balaustra di una torre color alabastro.
C'era una ragazza dai capelli rossi affacciata alla torre e stava ridendo, probabilmente per qualcosa che il ragazzo dai capelli corvini accanto a lei aveva detto.
Sembravano innamorati, pensò Audrey, chiunque fossero.
Prima che fosse troppo tardi, scivolò silenziosamente fuori dalla tenda, lasciando l'uomo che non aveva mai rivelato loro il suo nome alla vista di ciò che lo specchio gli mostrava.

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