IV. Sconosciuto nella notte

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Le parole dette dal ragazzo ancora aleggiavano nell'aria della piccola stanza.
Le sorprese alla sua porta sarebbero mai finite?, pensò Audrey.
"Grazie" rispose, la mano sul pomello della porta che iniziava a fare pressione per chiudersi "ma non sono interessata"
Fece per sbattergli la porta in faccia, ma il ragazzo infilò il piede nello spazio tra quella e la soglia, impedendole di chiuderla.
"Non così in fretta, Audrey" disse lui.
Audrey lo guardò e inarcò un sopracciglio.
"Come fai a sapere il mio nome?" domandò.
Il ragazzo sorrise.
Aveva un bel sorriso, ma si vedeva non ci fosse tuto il suo cuore in quell'espressione.
"Le notizie mi giungono in fretta" disse, in tono evasivo "come le informazioni sul tuo stato"
"Sul mio stato?"
Il ragazzo era entrato nella stanza e si stava guardando intorno.
"Non penso di averti dato il permesso di entrare in casa mia" disse Audrey.
La sua mano era ancora posata sull'elsa del pugnale.
Non le piaceva la confidenza con cui lui si stava muovendo, il modo in cui la guardava dritta negli occhi come se la conoscesse già, il modo in cui pronunciava il suo nome come se l'avesse già pronunciato mille volte.
"Casa tua?" ripetè il ragazzo, facendo un fischio basso "Credevo che le aspettative abitative di Kellenmark fossero un po' più alte"
Audrey incrociò le braccia sotto il seno, guardandolo piccata.
"Ti presenti qui senza invito, entri prepotentememte dove non sei stato invitato e ti metti a parlare delle case dei bassifondi?" elencò, la voce una lama tagliente "Potresti avere la decenza di dirmi il tuo nome, considerato quante cose sai di me"
Il ragazzo si fermò e si voltò a guardarla.
Il suo viso aveva linee eleganti, dolci, come se appartenessero ancora alla sua infanzia.
"Mi chiamo Andrew Hawthorne" si presentò "sono un inviato del Re Mascherato, primo del suo nome, legittimo erede del trono di Beylis"
Audrey ammutolì.
Quante probabilità c'erano che un inviato dello stesso re di cui avevano parlato lei e Ethan qualche ora prima, lo stesso re che minacciava Klessyr, ora fosse giunto da lei?
Era impossibile.
"Come può il Re Mascherato sapere che esisto?" domandò "Io non sono nessuno. Sono meno di nessuno"
"Tutti sono qualcuno" disse Andrew.
Poi sembrò rendersi conto di averlo detto ad alta voce, perchè distolse lo sguardo e si schiarì la voce.
"Il Re Mascherato ha alcuni informatori qui a Kellenmark" continuò "e gli è giunta voce che il principe ereditario avesse trovato la sua altra metà, l'altra parte della stella"
Andrew – e quindi il Re Mascherato – sapeva della leggenda di Assyr, pensò Audrey.
E poi realizzò: la guardia che aveva visto al castello, che l'aveva fissata intensamente quando era andata via e che poi aveva visto nuovamente fuori dalla Luna Rossa, proprio qualche minuto prima che Andrew bussasse alla sua porta.
Era una spia del Re Mascherato.
Doveva esserlo, perchè quello avrebbe spiegato come Andrew conoscesse tutti i dettagli del suo incontro con Ethan.
Audrey alzò il mento.
"Come faccio a crederti?" domandò "Come faccio a fidarmi? Io non ti conosco. Potresti dire di essere chiunque"
Andrew annuì tra sè e sè e si tirò su la manica della camicia, mostrandole l'interno del polso.
Sulla pelle bianca svettava un tatuaggio: si trattava di due spade incrociate, oltre le cui lame svettava una luna piena che pareva sorgere dalle spade stesse.
"È il sigillo reale" spiegò, guardandola "marchiato sulla mia pelle"
"Potresti averlo disegnato prima di venire qui" ribattè Audrey.
Andrew la guardò per un istante, uno strano sguardo nei suoi occhi castani, come una piccola luce.
"Astuta" disse, poi si passò due dita sul tatuaggio, che rimase perfettamente al suo posto, senza sbavature "ma anche in errore"
Audrey alzò il mento.
Andrew era chi diceva che fosse, allora.
Restava il fatto che la sua presenza lì non avesse alcun senso.
"Bene, sei davvero chi dici di essere" gli concesse "qual è la tua offerta?"
Gli occhi di Andrew brillarono.
"Avevi detto di non essere interessata" le ricordò.
"Sei tu che ti sei presentato alla mia porta" ribattè Audrey "vuoi farmi la tua offerta o no?"
Andrew si tirò giù la manica e poi estrasse dalla tasca dei pantaloni una sacchetta di pelle marrone.
La tirò in aria e la riprese, il suono delle monete che tintinnavano impossibile da confondere.
"Denaro?" fece Audrey "Questa è l'offerta del tuo re?"
"Denaro e l'assicurazione di un biglietto di sola andata via da Kellenmark verso il continente oltre l'oceano" la corresse.
Audrey non fu abbastanza svelta a mascherare la propria sorpresa — come faceva a sapere del suo desiderio di lasciare il regno? — oppure lo fu, ma Andrew era incredibilmente perspicace.
"Te l'ho detto" aggiunse "il Re Mascherato ha spie ovunque e orecchie dappertutto. Sa che il principe ereditario ti ha promesso di lasciarti andare se l'avessi aiutato"
Andrew mosse un passo avanti, la mano con il denaro tesa davanti a sè.
"Il principe non ti farà mai andare via, non quando crede che tu sia il suo vero amore" continuò "Il Re Mascherato ti offre certezze"
Audrey guardò la sacchetta di pelle e poi di nuovo Andrew.
"In cambio di cosa?" chiese.
"Smetti di essere il suo asso nella manica" spiegò lui "qualsiasi ti abbia detto sia il suo piano, non aiutarlo"
"Non è abbastanza, te ne rendi conto? Mi chiedi di fidarmi della tua parola e basta"
"Ti sei fidata del principe con le stesse basi"
"Ethan mi ha dato prova della sua magia"
Audrey affilò il suo sguardo.
"Tu cosa mi dai?" domandò.
Andrew la guardò a lungo, i suoi occhi castani immobili e fissi, perfettamente capaci di nascondere qualsiasi cosa gli passasse per la mente.
"Ethan non ti sta raccontando tutta la verità" disse alla fine "c'è di più di quello che ti ha detto"
Audrey non cambiò espressione.
"Di più di che cosa?" domandò.
"Di più"
"E tu come lo sai?"
"Lo so e basta"
Audrey aprì la bocca e poi la richiuse, con una mezza risata incredula.
"Sono informazioni davvero precise" disse, con ironia malcelata "informazioni capaci di farmi cambiare idea sull'accordo preso con Ethan, basato su prove"
Andrew fece un passo avanti e lei si ritrovò ad alzare un po' il capo per guardarlo dritto negli occhi.
"Ethan vuole che tu sia il suo asso nella manica" le disse "è questo quello che vuoi? Vuoi così tanto andartene da accettare di essere lo strumento nelle mani di qualcuno?"
Le sue lunghe ciglia nere proiettavano una leggera ombra sui suoi zigomi.
"Tu e il tuo re non mi state proponendo niente di diverso" ribattè Audrey.
"Ethan non ti lascerà mai andare, anche se dice il contrario. Niente è più importante di ciò in cui crede e lui crede che tu sia il suo destino"
"E se lo fossi?"
"E se non volessi esserlo?"
Audrey rimase in silenzio un lungo istante.
Ripensò al modo in cui Ethan aveva accettato le sue condizioni, aveva accettato di lasciarla andare quando il loro compito fosse finito.
Ma l'avrebbe fatto davvero?
Era il principe di Klessyr, cosa gli avrebbbe impedito di trattenere Audrey con la forza?
Invece ciò che Andrew le prometteva era un biglietto di sola andata per lasciare il regno, senza altre condizioni.
Il Re Mascherato non aveva interesse a trattenerla.
Avrebbe solo dovuto tradire Ethan.
Il suo cuore mancò un battito, ma Audrey lo ignorò.
Da quando era diventata sentimentale?
Da anni il suo unico obiettivo era uno solo: fare di tutto per sopravvivere, non importava chi avesse tradito o compromesso.
Avrebbe dovuto pensare solo a se stessa perchè quello era l'unico modo di sopravvivere.
Eppure... per qualche motivo, gli occhi verdi di Ethan erano difficili da scordare.
"Tu non sai cosa voglio" ribattè, ma c'era poca convinzione nella sua voce.
"Vuoi ciò che è meglio per te stessa" rispose Andrew "e sai che questo è aiutare il Re Mascherato"
Dopotutto, ad Audrey cosa interessava di cosa sarebbe successo dopo?
Cosa le importava se il regno di Klessyr e quello di Beylis si fossero dichiarati guerra a vicenda?
Lei sarebbe stata molto lontana da lì.
"Perchè il Re Mascherato ha scelto te per reclutarmi?" gli domandò.
Quella domnada parve cogliere Andrew alla sprovvista, perchè esitò un lungo istante.
"Perchè io so cosa vuol dire tradire qualcuno" rispose, gli angoli delle labbra che si sollevavano leggermente in su, alla stregua di un sorriso affilato.
Audrey fece un respiro profondo.
"D'accordo" disse alla fine "mettiamo che io accetti la tua offerta, cosa dovrei fare?"

Treacherous Where stories live. Discover now