Capitolo 18: Le Miniere di Mandalore

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"Cade a pezzi, e a parte questo non c'è spazio per lui sull'N-1."

"Sciocchezze. R5-D4 sta anche meglio di quando ha servito nella Ribellione. E ti reinstallo l'alloggio del droide, così questo tenerone può anche co-pilotare. Hey, se non ti dai una stretta ai bulloni, ti rivendo subito ai Jawa. E, visto che è Boonta voglio farti un regalo. Diciamo che te lo lascio a metà del prezzo e con un bagno d'olio omaggio." Per sistemare il droide si fece notte. Da poco, prima di partire, erano iniziati gli spettacoli pirotecnici della città. Il cielo era viola e blu. Era una delle cose più belle che Robee avesse mai visto. Quei colori mescolati tra di loro con un magnifico gioco di luci era fantastico.

"Oh, andiamo. Non fare il vigliacco. Sei un astromecca, dimostralo." Disse Peli al droide. Robee aveva il piccolo sulle sue gambe. Din aveva appena acceso i motori. Il vetro si stava chiudendo.

"Su di lui non farei molto affidamento. I suoi circuiti sono un po' fragili." Disse poco dopo al Mandaloriano.

"Non avevi detto che è fatto per l'avventura?" Chiese Robee con una faccia più che sconvolta.

"Cosa?? Scusa non ti sento! Che la Forza sia con voi!" Disse mentre salutava con tutte le braccia la nave che si alzava in cielo.

"Allora, siete pronti per un'avventura?" Chiese Din al piccolo e alla sua ragazza.

"Non lo so...È da molto che non combatto. Sono arrugginita. Ma credo di essere capace di sopravvivere." Finì ridacchiando. Si avvicinarono al pianeta. Grogu si avvicinò al vetro e lo guardò. Fece un verso ad indicare il suo stato d'animo spaventato.

"Mette paura. Lo so. Ma un tempo era verde e bellissimo, quando vennero scritti i canti. È Mandalore, pianeta natale della nostra gente, e della tua mamma." Disse guardando Robee. In quel momento allungò la mano verso il posto dietro il suo e prese quella della ragazza. Lei la strinse mentre continuava a guardare il suo povero pianeta distrutto per la guerra.

"Ogni Mandaloriano ha le proprie radici su questo pianeta e nelle miniere di beskar al suo interno. E sai una cosa? Io non ci sono mai stato." Il suo tono era così calmo che stupiva la ragazza. Era una persona completamente diversa da quella che aveva conosciuto qualche anno prima. Freddo e distaccato, sempre sulle sue, riservato e dedito al lavoro. Adesso era gentile, premuroso, protettivo e fiducioso nella gente. Robee non poté fare a meno di sorridere a quelle parole. Quando poi però riguardò il pianeta vicino a loro, il suo sorriso scomparve.

"Io sono cresciuto là. Su quella luna. Concordia. E quello è Kalevala, dove abbiamo incontrato Bo-Katan. È nello stesso sistema. Un Mandaloriano deve comprendere le mappe e saperle usare. In quel modo, non si perderà mai."

"Ora dobbiamo entrare nel pianeta. Robee, sei pronta?" Robee non rispose subito. Quando poi metabolizzò la cosa, sussurrò un debole "Sì.". Entrarono in atmosfera. C'era un grosso strato di nuvole tempestose, che mandavano in corto i comandi. La pioggia era fitta. I fulmini erano vicini e il vento li sbandava via. Ma dopo qualche secondo, superato lo strato più brutto, arrivarono sul pianeta. La superficie era tutta cristallizzata.

"Sembra che le bombe a fusione della Purga abbiano interrotto il campo magnetico intorno al pianeta. Dalla superficie non potremo comunicare con nessuno fuori dell'atmosfera. Quindi ci vuole prudenza. Quaggiù saremo tagliati fuori dal resto della galassia." Atterrarono. Si guardarono intorno. Non c'era un essere vivente.

"R5, sei pronto? Devi andare in ricognizione e analizzare l'atmosfera." R5 fece di no col capo.

"Non era una domanda." Premette un pulsante e lo fece uscire fuori.

"Va a quella fenditura nella roccia, prendi un campione d'aria delle rovine sottostanti." Tutti e tre lo guardavano. Tremava come una fogliolina. Grogu emise un verso di preoccupazione.

ꨄ 𝚃𝚑𝚒𝚜 𝚒𝚜 𝙾𝚞𝚛 𝚆𝚊𝚢 ꨄ    (IN REVISIONE)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora