3 Capitolo Chris

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Presi il casco dall'ingresso, per poi raggiungere la moto al piano di sotto. Intanto il mio cellulare mi avvertì che Logan, un amico, non del ghetto, nonché anch'esso un modello, mi stava chiamando.

«Come andiamo Fricchettone?» dissi. Lo avevo soprannominato così da quando ci eravamo conosciuti, a un provino. Il suo modo di vestirsi era fuori dalla norma. Logan era un bianco gay e non seguiva nessuna moda, solo la sua.

«Va come deve andare, lo sai Chris», si lagnò quasi, quindi qualcosa doveva dirmi.

«Dai spara bello, so che qualcosa non va, conosco il tuo tono lagnante, nemmeno fossi la mia ragazza.» Dissi mentre facevo uscire la moto dal sottoscala. «Ti svegli sempre così stronzo?»

«Sinceramente ci vado già a letto così, tesoro. Dici che ce la fai a dirmela ora, o devo disdire il mio pomeriggio con Zoe?» Non avevo nessun impegno con Zoe, la mia migliore amica, anzi dovevo andare in agenzia per vedere se c'era qualche lavoretto per me. Forse avrei potuto convincere Louis a parlare con Simon, il capo dell'agenzia. Quello stronzo di Simon si era puntato di non farmi accedere ad alcuni provini, sembrava sempre ignorare che la star della sua baracca ero io, chi altro se no?

«Vaffanculo», cantilenò Logan, era solito sempre a prendersela, anche se sapevo che non era così. Lo faceva solo per attirare l'attenzione.

«Sì, l'ho fatto giusto ieri sera, ora ti decidi a parlare Logan?»

«Ok, ma se Simon viene a cercarmi, o se farai il mio nome, io negherò di avertelo detto.» Classico, sparava bombe a caso per due semplici motivi: o per assistere agli intrighi oppure perché stava rosicando di qualcosa.

«Simon non è un idiota, Logan. Sa che sei l'unica pecora parlante del gregge, quindi non c'è bisogno che io neghi o che lui chieda.» Tra l'altro, non ero stupido, sicuramente lo faceva per attirare l'attenzione di Simon, visto che aveva una cotta colossale per lui da anni, ignorata da sempre da lui.

«D'accordo. Comunque, ho saputo che ha selezionato dei modelli per i provini di un noto marchio italiano. Qualcosa che scotta Chris. E poiché tu non sei lì e nemmeno io, ho pensato perché non ha scelto te, la sua star dell'agenzia? Sicuramente tu saresti andato alla grande.» Ecco qua, stava rosicando come una donna rifiutata, ed io ero la sua scusa per non restare zitto in un angolo. E questo suo modo di fare la spia era solo per non passare inosservato agli occhi di Simon, che avrebbe ignorato comunque.

«Oh, quello stronzo non mi ha detto niente.» Dissi riflettendo su cosa fare ad alta voce.

«Ma dai? E come lo chiami uno così?» Logan negli anni aveva imparato le mie reazioni e questa sicuramente per lui era prevedibile, ma intanto era qualcosa che non sapevo e quindi avrei affrontato Simon molto prima di quanto immaginassi.

«Lo chiamo, cazzone! In ogni caso ora devo andare, Lo. Ci sentiamo dopo», mormorai mettendomi il casco e lo sentivo in vivavoce ancora parlare.

«D'accordo, chiamami quando vuoi. Ciao sfigato.» Riagganciò con un tono indispettito, il solito osai pensare.

Posai il cellulare in tasca, prima che ricominciasse a suonare e mi avviai alla Models Menagement.

Per fortuna quando arrivai non c'era anima viva.

All'ingresso non c'era nessuno, così guardai sul retro, dove c'era una piccola cucina, in cui trovai Nelly, l'assistente di Simon, e il mio amico, Louis.

«Buongiorno, buongiornissimo. Che succede qui dentro, c'è aria viziata?» Lì presi in giro per la tensione che c'era tra loro due. Mancasse poco che si scopassero lì sul tavolo.

«Salti fuori sempre nei momenti sbagliati, Chris. Cosa accidenti vuoi di primo mattino?», accidenti, si era svegliato con le palle incastrato in un pugno per caso? Era acido, d'altronde come dagli torto visto che aspirava a una come Nell.

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