Loving can hurt

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Wade. Chissà cosa sta facendo adesso. Sicuramente sta a casa, con il caldo che fa gli conviene e sicuramente sta in compagnia di Will, quei due non si staccano mai un secondo, sopratutto ora che Cassiopea è tornata a Londra. Mi dispiace che se ne sia andata. Almeno teneva Will lontano da Wade, la vocina gracchiante del diavoletto che ho nella testa ogni tanto mi sopraffa. "Ma stai zitto", mi esce il pensiero ad alta voce e mi rendo conto che fisso l'entrata del negozio mentre sono dietro la cassa, con un gomito poggiato sul piano mi sorreggo la testa con la mano.
Non sono dispiaciuta della partenza di Cassiopea perché Will ora è tornato a trascorrere ogni giorno della settimana con Wade ma perché avevo trovato un'ottima persona con cui condividere gli stessi interessi.

Wade comunque sono un po' di giorni che spiccica monosillabi senza mai tirar fuori un qualsiasi argomento. Torno sempre stanca la sera e a volte capita che nemmeno riusciamo a parlare al telefono per più di dieci minuti. Ho paura che con le mie supposizioni fasulle lo stia facendo allontanare da me. Non voglio pensarci.

Come al solito mi sono incantata e ad un certo momento vedo solo una mano, neanche messa a fuoco, che si agita davanti ai miei occhi. Che è un saluto? Alzo lo sguardo e con uno strano e lieve tuffo al cuore constato che un ragazzo mi sta, più che salutando, riportando alla realtà. È lo stesso che è venuto qui a comprare degli skinny jeans qualche giorno fa. Come non ricordarlo.
«Ehi! Giornata fiacca?» Mi sorride. Che denti!
Scuoto la testa e ridacchio imbarazzata. Classico.
«Ti posso essere d'aiuto?»
«Si. - Posiziona sul piano in plastica del bancone la busta del negozio in cui lavoro e ne tira fuori dei jeans - Non so se ti ricordi di me e dei jeans che ho comprato qui qualche giorno fa» Annuisco velocemente. «Ecco ieri li ho indossati e ho scoperto che una delle tasche è bucata e una cucitura sul fianco è rovinata, non volevo andare ad aggiustarli e infatti sono venuto qui per chiederti se per caso potessi cambiarmeli».
«Teoricamente per questi motivi non potrei fare il cambio, mi dispiace» Il suo sguardo si trasforma in quella che sembra una supplica e un altro tuffo al cuore mi prende in maniera più sostenuta. Che succede?
«Non potresti fare uno strappo alla regola magari te li pago di nuovo, non so» La mia decisione in risposta alla sua richiesta è decisamente troppo immediata e senza un minimo di cognizione di causa.
«Te li cambio se mi offri un caffè appena finisco il turno»

S(he) belongs to meWhere stories live. Discover now