9. Una vigilia...

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I see how hard you've worked for yourself

Anastasia

Passa una settimana da quel giorno in ospedale, e né io e né lui abbiamo più parlato del mio sfogo riguardo Chloe. Oggi è il 24 dicembre, la vigilia di natale e io e Nico ci troviamo nella nuova casa Asher. L'hanno comprata poco tempo fa e questa è la mia prima volta qui dentro, vorrei poter fare un tour della casa ma non mi sembra il momento più adatto per chiedere a qualcuno di farmelo fare. Ieri ho parlato con mio padre e mi ha confermato che resterà in ospedale a fare compagnia ad Arty, quindi oggi lui e lei non festeggeranno con noi. Io e mio fratello siamo stati invitati dalla mamma dei ragazzi per passare, come di consueto, con loro le festività. Era una tradizione delle nostre famiglie, un anno a casa nostra e un anno nella loro. Nonostante mancasse nostra madre da un paio d'anni, la signora Asher non aveva mai smesso di invitarci anzi, ci invitava sempre più spesso.

-Qualcuno ha perso questo? - Chiede Bradley, il maggiore dei fratelli, entrando in salotto con un braccialetto giallo in mano. Io e Blaire neghiamo e lui confuso lo appende nell'enorme albero di natale che si trova proprio vicino al camino, nella speranza che il proprietario lo cerchi e lo trovi.

-Papà! - Urla un bambino dai capelli corvini di 4 anni entrando anche lui in salotto, a differenza del padre entra però correndo e col il fiato corto mentre soffoca una risata. Wyatt guarda me e sua zia e si nasconde dietro il padre ridendo senza riuscire più a trattenersi.

-Ma che...? - Bradley non finisce neanche la frase che vediamo due donne... no, non due ma bensì tre donne arrivare di corsa. La nonna di Wyatt, nonché madre dei fratelli Asher, la zia Beverly e infine una donna più bassa dai capelli corti e neri, proprio come quelli del bambino, con delle sfumature sulle punte blu; sua madre.

-Dammi quel ciuccio Wyatt. - Dice Bev cercando di mantenere la calma e evitare di uccidere il nipotino. Lui nega divertito e io, che mi trovo seduta sul divano vedo il ciuccio azzurro del piccolo Drake tra le sue mani, mi trattengo dal ridere. 

-Tesoro, il cuginetto ne ha bisogno, lo hai sentito anche tu. Sta piangendo e non riesce a dormire senza. - America si avvicina a suo figlio e lui per tutta risposta scappa dalla madre. Mi scappa una risata quando vedo America guardare male suo marito per non essere riuscito a prendere il loro figlioletto in tempo.

-Ridi, ridi pure Anastasia. Tra qualche anno mi divertirò io a vederti scappare dietro ai tuoi bambini e a quelli di mio fratello. E io non muoverò un solo muscolo per aiutarvi. - Risponde lui scherzoso mentre corre dietro Wyatt, che si era appena nascosto dietro l'albero addobbato dalle decorazioni rosse e dorate. Io mi gelo al sentire quelle parole. Si, tra un bel po' di anni vorrei avere dei figli, ma non avevo mai pensato che loro sarebbero stati gli zii dei miei bambini. La risposta è no, io non avrò dei bambini con Blake... Blake? Perché ho pensato a lui e non a Blaze?

-Aiuto zia! - Nessuno di noi ha il tempo di rispondergli. Sento l'urlo di Wyatt molto vicino a me ma non lo vedo neanche arrivarmi addosso, l'unica cosa che sento sono i 15 kg, almeno credo che quello sia il suo peso, che mi sono arrivati sopra. Vengo subito distratta da un dolore acuto al naaso, che mi fa anche cadere delle lacrime senza il mio consenso. Odio i bambini.

-Wyatt! - È la nonna della piccola peste a salvare me e il piccolo Drake che non smette ancora di piangere. Spero non mi abbia rotto il setto nasale, anche perché se lo ha fatto può restare rotto; io in ospedale non ci vado. Un attimo... Drake? Ma Drake non era qui, e Drake ha 9 mesi. Non sa camminare e tanto meno scendere le scale. Come ci è arrivato qui? Apro gli occhi nonostante li senta ancora lacrimare e senta tuttora il naso andarmi a fuoco e vedo Blake con il neonato in braccio, che piange disperato per la mancanza del suo ciuccio, e lui mi guarda in modo apprensivo.

Game of GlancesWhere stories live. Discover now