Wolfstar

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Si sa, i litigi sono sempre brutti, ma quando si litiga in una coppia, è ancora peggio. Se poi questa coppia è formata da Remus Lupin e Sirus Black, è un disastro. Ma andiamo con calma. Sirius aveva sbagliato alla grande sia con Remus, che con James. Erano mesi che Severus Snape, accerrimo nemico dei Malandrini, seguiva i tre ragazzi nelle notti di luna piena, convinto che Remus fosse un lupo mannaro e che i suoi amici lo aiutassero in forma di animaghi. Una sera, Sirius decise di fargli uno scherzo, ma uno scherzo che avrebbe portato non poche conseguenze.

Di fatti, Sirius aveva detto a Severus di recarsi al Platano Picchiatore a mezzanotte, dove avrebbe trovato un Remus Lupin in forma di lupo, Sirius non capì la gravità di ciò che aveva fatto, se non quando vide James salvare Severus da un Remus lupo. L'indomani nella stanza dei malandrini si sentivano solo urla, tutti erano  curiosi poiché mai avevano sentito i malandrini litigare così pesantemente. Ma nessuno seppe il motivo, ma seguirono curiosi gli avvenimenti subito dopo quel litigio, Sirius se ne stava sulle sue, lontano da James e Remus, cosa strana per i Malandrini. 

Severus divenne sempre più cattivo con tutti loro, e non mancavano duelli e lotte nel bel mezzo dei corridoi. Sirius non si fece vedere alle lezioni, a pranzo o a cena, era come sparito. I docenti si chiedevano il motivo, soprattutto Minerva McGranitt, che aveva preso sotto la sua ala materna Sirius.  Sirius, dopo una settimana di assenze, venne convocato dalla donna, e finalmente Sirius si sfogò con la donna, che considerava come una madre. La docente lo ascoltò, gli offrì del tè e dei biscotti, voleva metterlo a suo agio. "Questo è tutto..." finì Sirius prendendo la tazza di tè e qualche biscotto. La donna lo guardava materna, e gli sorrise. "Sirius, comprenderai che hai sbagliato, giusto?" chiese dolcemente la donna "Si, professoressa. Non pensavo alle conseguenze" rispose Sirius chinando il capo "E' un primo passo , capire che si ha sbagliato." "Si...ma ne James ne Remus vogliono parlarmi..." disse il ragazzo triste. 

Mienerva lo guardò dispiaciuta, sapeva quanto Sirius era legato ai due ragazzi, tra i tre era quello che non aveva mai avuto affetto, amore, attenzioni, e quelle tre cose le aveva trovate nei due ragazzi, che ora gli tenevano il muso e per Sirius era come se lo avessero abbandonato. "Perché non provi a scrivergli una lettera? Sai, a volte le parole scritte, hanno più significato di quelle parlate. Quelle scritte restano, impregnate su di una pergamena, le parole parlate se le porta via il vento." consigliò la donna andando ad accarezzare i capelli del ragazzo, che scoppiando a piangere strinse la donna, che era diventata una figura materna. Minerva lo lasciò fare, poteva negarlo quanto voleva, ma per Sirius aveva un debole, lo sentiva come proprio figlio, il figlio che non aveva mai avuto. Quando Sirius si calmò, la donna lo mandò a letto assicurandosi che seguisse il suo consiglio. 

Quando Sirius tornò nella sala comune, vide James, Remus e Peter insieme, quella visione ruppe qualcosa dentro di lui, ma mise su una maschera e li superò, ignorandoli. Una volta in stanza, si mise sul letto e chiuse le tende, applicando un incantesimo di blocco, non voleva essere disturbato, anche se pensava che ai suoi amici non importava più di tanto. Steso sul letto, pensò alle parole della docente, scrivere una lettera, forse avrebbe aiutato anche lui a sfogarsi. Così prese tre pergamene, la boccetta di inchiostro e una piuma, mise tutto in una sacca e uscì dalla stanza, se voleva scrivere non lo avrebbe fatto in stanza, ma in un luogo tranquillo e riservato. Ignorò gli amici che lo chiamavano e a passo veloce arrivò alla torre di astronomia, quello era il luogo perfetto. Si assicurò che nessuno lo avesse seguito e si sedette sul pavimento. Si munì di calamaio e pergamena e la prima lettera che scrisse fu rivolta a James. 

Sirius pensò che sarebbe stato facile, ma erano ben dieci minuti che guardava la pergamena, non sapeva cosa scrivere, o meglio lo sapeva ma non sapeva come iniziare. "Puoi farcela" si disse e posò la punta della piuma sulla pergamena, e come per magia, la mano si mosse da sola, scrisse quello che provava, quello che aveva provato quella sera e si scusò, il ragazzo non seppe come, ma trovò le parole giuste e arrivò a finire le lettere all'alba. Le guardò e decise di non rileggerle, non voleva avere dubbi. Mise di nuovo tutto nella sacca e stanco scese dalla Torre, potevano essere le sei e qualcosa, e decise di tornare in stanza solo per vestirsi, quel giorno avrebbe partecipato alle lezioni, non voleva deludere ancora di più la docente di Trasfigurazione.

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⏰ Last updated: Apr 17 ⏰

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