Capitolo 5

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CAPITOLO5

-Allora sei pronta? - Luis impreca dietro alla porta del bagno, in cui sono rinchiusa da dieci minuti.

-Sì solo un attimo. - rispondo finendo di spazzolarmi i capelli.

Il vestito mi fasciava la vita, nascondendo i fianchi leggermente pronunciati del mio corpo.

La calzamaglia mi copre le gambe dalla metà delle mie cosce in giù, dalla fine del vestito all'inizio del gambale dei miei Dr. Martens.

Sospiro e indosso la giacca di jeans che avevo afferrato prima di chiudermi in bagno.

Apro la porta e Luis imita un sorriso divertito.

-Così va meglio.- schernisce.

Sento le guance avvampare sotto il suo sguardo fisso su di me. Non sono molto brava in fatto di relazionarsi con i ragazzi e tanto meno non sono abituata ad aver un ragazzo così vicino a me.

Mi schiarisco la gola e lui pare risvegliarsi dai suoi pensieri. E' lunatico, ma lo trovo adorabile.

Scendo le scale e quando mi fermo sull'ultimo gradino, sento il respiro del ragazzo dietro di me sul collo, il suo torace, protetto da una maglietta e una giacca di pelle nera aperta, contro la mia schiena.

Incespico nei miei passi e per poco non cado a terra. Perchè mi fa quest'effetto?

Lo sento sghignazzare quando mi aiuta a ristabilirmi.

E' snervante quel suo comportamento altezzoso e superiore, ma, devo ammetterlo, è affascinante il modo in cui le guance si gonfiano sotto a quel lieve accenno di barba e quell'unica fossetta appena accennata sull'angolo destro della bocca compare.

Scuoto la testa e afferro la maniglia di ottone della porta d'ingresso, che sembra particolarmente fredda.

-Muori!Muori!Muori!-  mi ero quasi dimenticata di mio fratello che a quanto pare sta giocando al suo videogioco.

-Mhm, sadico il tuo fratellino... Allora andiamo?- Luis parla con tono tranquillo e con una nota di felicità, ma non posso lasciare mio fratello da solo: mia madre, questa è la volta buona, mi avrebbe uccisa.

-Non posso lasciarlo qui... Devo badare a lui.- Luis alza gli occhi al cielo e soffia fuori l'aria che aveva inspirato; sa di nicotina e menta.

-Non te lo vorrai mica portare dietro, vero? - L'espressione del ragazzo è incredula, ma cosa posso fare?

-Non ho altra scelta.- Smorzo un sorriso.

-Ho scelta di dirti di no? - si volta verso il soggiorno dove mio fratello sta animatamente schiacciando i pulsanti del joystick.

Lo seguo fino al divano e abbasso il volume della tv con il telecomando.

-Matty staccati di lì, dobbiamo andare. - Mio fratello mette in pausa il gioco, poi mi risponde in tono alquanto scocciato.

-E dove scusa? Mamma non c'è e tu devi stare qui con me.-

Sbuffo e porto istintivamente le mani sui fianchi.

-Matthew io devo stare con te, ma non per forza in casa. Avanti andiamo a fare una passeggiata, un po' d'aria non ti farebbe male.- Rispondo autoritariamente.

Mio fratello spegne svogliato la console e si alza dal divano dirigendosi nell'ingresso. Luis mi rivolge un'espressione divertita.

-Da quando sai essere anche autoritaria?- Ghigna e io gli rivolgo un sorriso amaro. Esco di casa senza preoccuparmi che qualcuno mi segua. Matty mi raggiunge e in seguito Luis.

Poi Matty vede la macchina di Luis e ci salta subito su. Luis sbuffa e lo ammonisce lievemente dicendogli di non sporcare i sedili.

Salgo anche io, con mio fratello sempre più eccitato all'idea di essere salito su sull'auto dei suoi sogni: una mustang nera vecchio stile, con i sedili in pelle e cuciture dall'aria costosa.

-Non mi avevi detto di essere ricco. - Accenno dello stupore nella mia affermazione.

Luis scuote la testa e mette in moto l'auto inserendo la chiave nel nottolino e provocando un rombo del motore. Prende tutto il tempo che vuole per rispondermi, posizionando le mani attorno al volante e allontanandosi dal marciapiede.

-Non sono ricco, infatti.- Quelle parole mi lasciano addosso un senso di irrequietezza e nervosismo; il modo in cui le parole uscirono dalle sue labbra, quasi come se possedessero dentro loro un ricordo lucido e costante, non era un buon segno.

Broke.Where stories live. Discover now