12 - Un piccolo passo verso un enorme cambiamento

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-Atlas

"Pensi di avvertire il Consiglio?", domanda David al nostro ritorno dall'addestramento.

"Dubito che voterebbero a favore", ammetto. Non sarebbe giusto tenerli all'oscuro, ma non posso neanche rischiare che votino contro la ricerca del cristallo. "Non vogliono la pace, vogliono sangue".

Non è che possa biasimarli. Abbiamo perso tantissimi uomini per mano delle sirene nel corso degli anni; molti di questi sono stati attaccati senza alcuna provocazione. Per non parlare degli innocenti pescatori e marinai. Il Consiglio, come il resto del popolo, vorrà vendetta per le innumerevoli vite spezzate di padri, figli, fratelli, mariti...

Non sarebbe la prima volta che un re tiene il Consiglio all'oscuro di una scelta; mio padre lo faceva spesso, quando credeva che dire la verità sarebbe stato sconveniente per i suoi scopi. Governare necessita una strategia e spesso l'onestà non è la strategia migliore. Lo ripeteva sempre.

"Potresti dir loro che dobbiamo partire di nuovo per la fazione dei demoni".

Faccio per replicare, ma vengo distratto da una domestica che ci passa di fianco trasportando un vassoio e dirigendosi verso le mie stanze. Corrucciato, richiamo la sua attenzione.

"La regina non si è ancora alzata?"

È insolito che Leila si faccia portare da mangiare in camera. Non perderebbe mai un'occasione per socializzare. Visto che io faccio colazione prima per via degli addestramenti, Leila mangia insieme ad Alina, Lady Kara e da qualche giorno anche con la moglie di David. Non è usanza che le mogli dei soldati mangino insieme alla famiglia reale, ma Leila l'ha invitata personalmente ad unirsi a loro.

"Non si sente molto bene, Vostra Maestà, ma non è nulla di grave ovviamente", la donna di mezz'età alterna il suo sguardo fra me e David, al contempo non guardandomi direttamente negli occhi.

A quel punto la lascio proseguire. "Vado a vedere che cos'ha".

David annuisce, salutandomi.

Quando raggiungo la camera da letto, il vassoio è messo sullo scrittoio ma il cibo non è stato toccato. Leila si mette a sedere; il suo volto è contorto in una smorfia, ma si sforza di accennare un sorriso nella mia direzione.

"Non ti senti bene?", mi siedo al bordo del letto, rivolto verso di lei.

Scuote la testa. "Sto bene, mi sono solo arrivate le mestruazioni e mi fa male la pancia, tutto qui".

Sospiro. Come ha detto la domestica, niente di grave.

"Ma c'è qualcos'altro che non va".

I suoi occhi vagano per la stanza, evitando di incontrare i miei. Mi alzo e prendo il vassoio, che contiene solamente una tazza di tè ancora fumante e un piattino con dei biscotti al burro, i suoi preferiti. Lo appoggio sul comodino di fianco al letto.

"No, io... sono così stanca".

Resto in silenzio, attendendo che sia lei ad argomentare.

Leila si massaggia la fronte con le dita, sospirando. "Tu non hai visto come mi hanno guardato, come se avessi fallito di nuovo. Come se io non fossi stanca di bere strani intrugli che dovrebbero rendermi più fertile, almeno secondo Mikael. Innanzitutto, è disgustoso. E secondo, non mi pare proprio che stia funzionando".

Le prendo la mano da sopra le coperte, accarezzandone il dorso col mio pollice. "Non è colpa tua, non è colpa di nessuno. E non abbiamo fretta".

Vorrei tanto poterle dire che questo è solo affar nostro, ma purtroppo non è così. Non si tratta solo del desiderio di diventare genitori, bensì di continuare la discendenza, di mantenere la pace tra angeli e demoni generando un erede. Non voglio che il peso di tutto ciò gravi solo sulle spalle di Leila, soprattutto quando né io né lei abbiamo il controllo sulla questione. Quello che potevamo fare l'abbiamo fatto e anche volentieri, aggiungerei. 

"Se tu hai fallito, allora ho fallito anch'io".

Leila osserva le nostre mani, intrecciando le sue dita con le mie. 

"E non sei obbligata a bere quella roba", termino. "Mi arrabbierei molto se tu ora non mangiassi, però".

Sbuffando una risata, afferra un biscotto e vi da un morso guardandomi negli occhi, con tanto di alzata di sopracciglia. "Sono sempre buoni come la prima volta", commenta dopo aver mandato giù il primo boccone.

Accennando un sorriso, mi alzo dal letto con l'intento di andare a lavarmi. "Pomeriggio riunirò il Consiglio e voglio che ci sia anche tu, se te la senti".

Mia moglie mi scruta in silenzio, già al suo terzo biscotto. Sarebbe la prima volta che la regina presenzia ad una riunione, la prima volta in assoluto che una donna si siede a quel tavolo. Io mi sono seduto a quello dei demoni come fossi uno di loro, dunque è giusto che lei possa fare lo stesso, nonostante sappia già che almeno la metà dei membri faranno fatica ad accettarlo.

Non vi sarebbe momento migliore di questo, dato che il posto lasciato vacante da Byron è appena stato occupato da Nadir, il fratello di Cyra. Dopo avermi metaforicamente lucidato gli stivali per tutta la cerimonia di nozze della sorella, gli ho offerto esattamente ciò che voleva. Un uomo come quello farebbe di tutto per restare nelle mie grazie e conto proprio su questo.

"Ne sei sicuro?"

"Sì".

"D'accordo allora".

Prima di dirigermi verso il bagno, mi chino in avanti verso di lei e le poso un bacio sulla fronte, lasciandola poi a terminare la sua colazione.

Se tutto va come spero, oggi sarà un giorno storico per il nostro popolo, un piccolo passo verso un enorme cambiamento.


-Leila

"Con tutto il rispetto Vostra Maestà, neanche voi potete aggirare la legge in questo modo".

Ho a malapena messo piede nella sala del trono e fra tutti gli uomini riuniti intorno al tavolo rettangolare si è alzato un polverone. Quasi si sono dimenticati della mia presenza, troppo impegnati a inveire gli uni contro gli altri. Chi dovrebbe star seduto a destra rispetto alla sedia di Atlas inveisce contro chi sta alla sua sinistra e viceversa, ora tutti in piedi così da potersi urlare addosso nel modo più efficiente.

I soldati in prossimità delle pareti sembrano non sapere dove guardare e mi domando se abbiano assistito a molte scene di questo tipo nel corso dei loro anni di servizio.

"Fate silenzio!", tuona Atlas, sbattendo un pugno sul tavolo e facendolo traballare per un attimo.

Di colpo, tutti si ammutoliscono e si voltano a fissarlo.

"Lei non può stare qui".

"Lei è la vostra regina e vi suggerisco di mostrarle lo stesso rispetto che riservereste a me", taglia corto il re e l'uomo anziano si schiarisce la voce, limitandosi a fare un cenno di assenso col capo. "Venite, moglie".

Raggiungo Atlas, sforzandomi di trattenere un sorrisetto compiaciuto, mentre tutti i consiglieri seguono ogni mio movimento con gli occhi. Atlas mi fa accomodare sulla sua sedia e sono quasi tentata di rifiutare e restare in piedi come tutti gli altri, ma le fitte di dolore al basso ventre che sento da stamattina rendono faticoso il solo pensiero.

Scopro che l'unico motivo della riunione è votare sulla mia presenza alle prossime. Atlas sa quanto me che proporre di debellare la regola che vieta alle donne di far parte del Consiglio sarebbe un cambiamento troppo drastico per il momento, quindi propone semplicemente di votare per maggioranza sul fare un'eccezione per la regina o meno.

Noi due siamo esclusi dal voto, ma gli uomini alla sinistra del tavolo alzano la mano, seppure alcuni di loro lo facciano con titubanza, comprendendo che indipendentemente da ciò che pensano questa è la scelta migliore per mantenere salda l'alleanza tra angeli e demoni. A destra nessuno si muove e per qualche istante gli uomini si guardano in silenzio fra loro, chiedendosi quale fra i due lati deciderà di cedere.

Alla fine un uomo sulla trentina, che mi sembra di aver già visto al matrimonio di David, alza la mano con un sospiro, ponendo fine alla sfida di sguardi.

"È deciso, dunque. La regina presenzierà a tutte le riunioni d'ora in avanti".

Stavolta, non riesco a impedire alle mie labbra di piegarsi all'insù, anche se questo è solo il primo passo fra tanti. Sarò soddisfatta solo quando non sarò l'unica donna seduta a questo tavolo.

The Other Twin 2 || La Maledizione del CristalloDonde viven las historias. Descúbrelo ahora