2 - Il mio popolo è il tuo popolo

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-Leila

Per la prima volta in vita mia, sono seduta al tavolo rotondo attorno alla quale sono raccolti i membri del mio Consiglio, con Atlas alla mia destra. I soldati che hanno viaggiato insieme a noi, compreso David, si sono posizionati in prossimità delle pareti e delle uscite.

Da quando l'esercito dei demoni non esiste più, il vecchio re ha trasferito una parte dell'esercito degli angeli qui, non tanto per proteggere il mio popolo quanto per controllarlo, far sì che non vi fossero ribellioni.

"Con questo accordo, saremo due popoli alleati, alla pari", sta spiegando Atlas, ma i Consiglieri lo fissano in silenzio, chi incurvando la fronte e chi strofinandosi il mento come se vi fosse molto da pensare. "E potremmo porre fine alla questione delle sirene una volta per tutte".

"Oppure tutto resterà uguale", interviene una donna fra le più anziane. "Sappiamo tutti qui dentro che non appena tornerete nella vostra fazione, a prendere le redini sarete solo voi e alla Regina non sarà concesso prendere decisioni politiche. E voi baderete sempre prima al bene degli angeli, anche a discapito nostro".

"La stessa regina che ha voltato le spalle al suo popolo solo per salvarsi la pelle", borbotta un altro, scuotendo la testa. "In favore di chi, poi? Di coloro che hanno ucciso la sua famiglia?"

Le parole dell'uomo sono una pugnalata allo stomaco. Tutti i miei sudditi mi vedono come una traditrice, pensano che non abbia a cuore ciò che succede nel mio regno.

"Così vi rivolgete alla vostra Regina?", interviene uno fra i soldati, prima che possa avere tempo di aprire bocca per difendermi. "Abbiate rispetto".

Il mio sguardo sorpreso scatta su di lui. Forse mi sarei aspettata che qualcuno come David sarebbe corso in mia difesa, ma di certo non avrei mai pensato che uno dei tanti soldati -con cui probabilmente non ho mai scambiato una parola- avrebbe sentito l'impulso di difendermi di fronte alla mia stessa gente, coloro che invece dovrebbero essere dalla mia parte.

Atlas alza la mano per zittire i due, prima che possano iniziare a discutere ad oltranza. "Guardate le cose da un'altra prospettiva", si rivolge al Consigliere, in tono ben più pacato rispetto al soldato. "Leila si è sacrificata per voi. Avrebbe potuto lasciarsi uccidere e lasciarvi al vostro destino, ma non l'ha fatto. Poteva fuggire, ma non l'ha fatto. Ha accettato un matrimonio che non voleva e di vivere in una terra a lei completamente sconosciuta, pur di non lasciarvi soli".

"A me non sembra che le dispiaccia tanto, questo matrimonio".

Nel frattempo, incrocio lo sguardo di Omar dall'altro lato del tavolo, ora fisso su di me. Ha le braccia incrociate al petto e le labbra serrate, mentre se ne sta stravaccato sullo schienale della sedia. Nonostante si sia accorto che l'ho beccato a fissarmi, non distoglie lo sguardo, quindi alla fine lo faccio io, ritornando a concentrarmi su Atlas.

"Forse ora è così, ma non pensate che non mi abbia dato filo da torcere all'inizio. E se lei, dopo tutto quello che ha sofferto a causa nostra, ha voluto darmi una possibilità, allora potete farlo anche voi", termina. "Qualcuno deve essere il primo a fare un passo verso la pace e io sono disposto a farlo, ma voi dovete venirmi incontro".

All'improvviso, il Consigliere si è ammutolito. Schiarendosi la voce, annuisce e si rivolge poi a me. "Vi chiedo perdono, Vostra Grazia".

Mi limito a fare un cenno d'assenso accompagnato da una scrollata di spalle, anche se il pensiero che tutti possano vedermi come una specie di traditrice è difficile da scacciare.

"Siamo disposti a firmare", interviene Omar. "A due condizioni, però. La prima è niente più schiave. Quelle che sono riuscite a fuggire verranno reintrodotte nell'esercito non appena si riprenderanno".

The Other Twin 2 || La Maledizione del CristalloWhere stories live. Discover now