7 - Voi siete speciale

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-Leila

Come mi aspettavo, il Consiglio non è stato affatto felice di scoprire che le sirene siano in grado di vivere sulla terra ferma. Nei giorni successivi scoprirò se rivelar loro questa informazione sia stata effettivamente una mossa astuta o meno e se di Omar c'è davvero da fidarsi.

A questo punto, con David al seguito, vado alla ricerca dei generali dell'esercito che ora non sono di turno e non sono sorpresa di trovarli alle terme interne al palazzo. Non vi sono mai state delle fasce orarie divise in base al sesso, ma ora immersi nella piscina da metà busto in giù vi sono solo uomini.

Se prima erano seduti con la schiena appoggiata alla parete marrone scuro della piscina di pietra, non appena si accorgono della mia presenza si alzano in piedi -restando comunque per metà immersi nell'acqua- e chinano il capo con un coro di 'Vostra Maestà'. Grazie ai fumi che salgono dalla superficie dell'acqua, non riesco a vedere nulla al di sotto.

"Ora che le soldatesse sono tornate a lavorare, voglio che avvertiate tutti quanti", esordisco senza badare ai convenevoli. "Al primo commento di troppo, vi saranno delle conseguenze. E se venisse torto loro anche solo un capello...", puntando lo sguardo sulla superficie dell'acqua, mi concentro per riscaldarla abbastanza da arrossare le loro pelli, ma non tanto da causar loro ferite che possano durare nel tempo. "...Potrete dire addio ai vostri genitali. Spero di essere stata abbastanza chiara".

"Cristallina, Vostra Maestà".

"Bene", distolgo lo sguardo dalla piscina e le bollicine che si erano formate sulla superficie dell'acqua pian piano spariscono ed essa ritorna piatta come lo era prima. "Vestitevi. Dovete venire con me in città, vi attendo fuori".

**

Come ha consigliato Omar, mi ritrovo a gironzolare per il cuore della città, infilandomi tra una bancarella e l'altra del mercato con i soldati che mi circondano come a formare una barriera protettiva. Solo David cammina al mio fianco, guardandosi intorno continuamente e catalogando il modo in cui ogni demone che ci passa di fianco guarda me.

La nostra presenza sembra quasi aver creato disagio nelle abitudini dei passanti e venditori, alcuni dei quali mi rivolgono fugaci occhiate di diffidenza. O forse è dei soldati che non si fidano, ma non posso certo biasimarli per questo.

Il modo migliore per farsi apprezzare dai mercanti è spendere soldi alle loro bancarelle, quindi è ciò che faccio. Mi avvicino ad un dei venditori di cibo, ordinando un piatto per me e per i soldati che mi accompagnano.

"Cos'è?", domanda uno di questi, osservando il piatto di maiale per poi annusarne il profumo.

Gli faccio cenno di assaggiare, prendendone poi una forchettata a mia volta. Non esiste per i demoni piatto più tradizionale di questo, tanto che crescendo l'ho mangiato spesso anche a palazzo. I cuochi arrotolavano la carne nelle foglie di banano e la ponevano poi sotto uno strato di sabbia, dove essa cuoceva lentamente per ore grazie al calore del vulcano, prima di poter essere finalmente gustata.

Uno dei soldati si lascia sfuggire un gemito di apprezzamento, prima di divorare il piatto in pochi istanti, facendomi ridacchiare.

Dopo aver mangiato, continuiamo a passeggiare ancora un po' prima di rientrare a palazzo.

Le successive giornate trascorrono in fretta tra gli addestramenti, le udienze col popolo nelle quali i cittadini hanno la possibilità di esporre i loro problemi direttamente a me e le funzioni religiose. 

Ho fatto tutto ciò che Omar mi ha consigliato e il suo piano sembra star funzionando. Ogni volta che mi mostro in pubblico, le occhiate di sdegno dei cittadini sono sempre meno e il Consiglio sembra iniziare a comprendere l'importanza della pace tra i due regni.

Nella mia ultima sera qui, mi ritrovo a passeggiare nel frutteto insieme ad Omar. La luce della luna crescente e delle stelle illuminano le fronde degli alberi e il canto delle cicale, accompagnato al leggero soffio della brezza marina, rompe il silenzio.

David è qui nei dintorni, anche se non so esattamente dove, così da lasciarci modo di conversare in privato, visto che Omar mi ha condotta qui col pretesto di dovermi parlare. Camminiamo l'uno di fianco all'altra, ma presto attenzione a tenermi a debita distanza.

"Avete fatto progressi col Consiglio", commenta, osservando i caschi di banane che pendono dai propri alberi.

"Sì", mi stringo nelle spalle. "Anche grazie al vostro aiuto".

"Non serve che mi date del voi adesso", si volta a guardarmi e le sue labbra carnose sono piegate in un sorrisetto. "Siamo soli".

Non dice altro, ma il luccichio nei suoi occhi castani sembra volermi ricordare il fatto che un tempo ci siamo visti nudi.

Scuoto la testa. "Non siamo amici, Consigliere".

Non siamo niente. Non lo siamo mai stati, in fondo. Non vedo perché dovremmo cominciare adesso.

Lui sospira, piazzandosi di fronte a me e facendomi dunque bloccare sui miei passi. Incrocio le braccia al petto, come a voler innalzare un muro tra me e lui. "Mi dispiace davvero di avervi ferita, non era mia intenzione", confessa, standosene con le mani infilate nelle tasche dei calzoni. "Avrei dovuto essere chiaro fin dall'inizio. E ammetto di avervi giudicata male; siete molto più simile a vostra sorella di quanto credevo, ma siete anche più buona".

"Pensate che sia un complimento?", lo ammonisco con un'alzata di sopracciglia.

Irie non c'è più ormai, eppure -finché sarò qui- verrò sempre paragonata a lei.

"No, no, intendevo dire che... non basta essere scaltra per essere una brava regina, bisogna anche avere empatia per gli altri e né lei né vostra madre ne avevano", spiega. "Avevano tutti paura di vostra madre, ma non l'hanno mai rispettata. Segretamente, la detestavano".

"Eppure, preferirebbero che mi comportassi come lei e continuassi a fare guerra agli angeli".

"Perché è così che sono abituati, perché la vendetta sembra sempre la soluzione migliore. Ma voi, perdonando il principe, avete dimostrato che esiste una strada diversa. Per questo fanno fatica ad accettare il cambiamento, perché voi mettete in discussione le credenze che davano per scontate come giuste. Voi siete... speciale".

Ammutolita, rimango a fissarlo come un pesce lesso. Così speciale che ha mi ha pugnalata alle spalle, insieme alla mia sorella gemella.

All'improvviso, Omar è molto più vicino a me di quanto non lo fosse prima e il suo volto si protende verso il mio. Con occhi sbarrati, faccio di scatto un passo indietro.

Lui si schiarisce la voce, imbarazzato. "Perdonatemi, io... non so cosa mi sia preso".

Scuoto lievemente la testa, come a volermi risvegliare da uno strano sogno.

"Si è fatto tardi", farfuglio. "Buona notte".

"Notte, Vostra Maestà".

The Other Twin 2 || La Maledizione del CristalloKde žijí příběhy. Začni objevovat