8 - Leggenda o Realtà?

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-Atlas

Poco dopo che la nave giunge al porto, raggiungiamo il palazzo reale. Nemmeno il tempo di varcare il cancello, che scorgo la figura di Leila scendere frettolosamente i gradini, tenendosi i lembi della gonna fra le dita per non inciampare.

Presto le sue braccia si trovano cinte attorno al mio collo e, con un sorriso, circondo la sua vita con le mie. Appoggio il mento sulla sua spalla, inspirando il profumo di cocco emanato dai suoi capelli ricci.

A capo della scalinata, vi è non altri che Omar che ci scruta standosene con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e le labbra serrate in una linea dritta. Ricambio il suo sguardo per un attimo, per poi sciogliermi dall'abbraccio e focalizzarmi sul volto di Leila, posandole le mani sulle guance.

Nel frattempo, i soldati che mi hanno accompagnato si fanno strada all'interno del palazzo, lasciandoci soli. Anche Omar ci volta le spalle, seguendo gli altri uomini.

Premo le mie labbra su quelle di Leila, in un bacio inizialmente casto e dolce, portando le dita fra le ciocche dei suoi capelli. Lei approfondisce il bacio con la stessa foga di chi è stato perso nel deserto per settimane e finalmente vede un goccio d'acqua.

Controvoglia, mi stacco prima che il bacio possa farsi troppo focoso, ricordandomi che siamo nel bel mezzo del cortile antistante il palazzo.

"Ciao", Leila ridacchia, premendo il suo naso contro il mio e strappandomi un sorriso.

"Ciao", le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

A quel punto, la regina mi conduce all'interno del palazzo e nel frattempo mi racconta del suo addestramento, delle udienze col popolo, le riunioni col Consiglio. La tavola nella sala da pranzo è già apparecchiata, il cibo già nei piatti e la stanza è stranamente priva di soldati o servi.

Prendo posto ad un capo della tavolata, ma Leila -invece di sedersi al capo opposto- sposta il suo piatto e le sue posate a quello direttamente alla mia destra. Visto che siamo soli, non vi è alcun motivo di attenersi alle solite formalità, dopotutto.

"Sto per dirti una cosa e... ti suonerà folle", esordisce Leila, non appena inizio a mangiare la carne nel piatto. "La storiella che ci raccontavano da bambini sul fatto che le sirene avessero lanciato una maledizione per privarci delle ali... forse non è solo una storiella".

Aggrotto le sopracciglia. "Come sei giunta a questa conclusione?"

"Beh, non posso confermarlo di per sé", farfuglia. "Ma Feilyn dice che potrebbe essere vera e, se lo fosse, può essere spezzata. Avremmo un netto vantaggio sulle sirene e forse non vi sarebbe più bisogno di far loro la guerra".

Prima che possa interromperla, Leila -tra un boccone e l'altro- parte su una tangente riguardo un cristallo che, se distrutto da un demone, interromperebbe questa presunta maledizione. Peccato che nessuno sappia dove trovarlo, tranne forse qualche fanatico religioso. Anche se un tempo angeli e demoni avessero davvero avuto le ali, probabilmente si tratterebbe solo degli Dei, che infatti sono gli unici ad essere ritratti con esse nel corso della storia.

"So che vuoi credere che qualsiasi problema possa essere risolto pacificamente, ma purtroppo non è così".

Leila distoglie lo sguardo, puntandolo sulla sua forchetta con cui continua a voltare e rivoltare i broccoli nel suo piatto. "Ma se invece lo fosse? Abbiamo il dovere di tentare, almeno".

"Se questo cristallo esistesse, non credi che qualcuno l'avrebbe già trovato? O se è nascosto così bene, come credi che potremmo farlo noi?", scuoto la testa. "Perché Feilyn ti ha raccontato questa storia solo adesso?"

The Other Twin 2 || La Maledizione del CristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora