22) Le più importanti (FINE)

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Superati i primi giorni post ritorno di Dante a casa, Simone ha capito perfettamente come gestire la sua momentanea nuova vita.

Lascia che sua nonna si occupi di suo padre mentre lui è a scuola e poi nel pomeriggio cerca di aiutare più che può, rilassato dal fatto che Dante non ha bisogno di grande assistenza. Riesce a fare ormai tutto da solo, anche se loro preferiscono fare le cose al suo posto, e ha bisogno solamente di riposare spesso perché si stanca dopo poco.

Simone spesso lo obbliga a leggere ad alta voce perché vorrebbe aiutarlo a parlare come prima, ma tutto ciò che riceve è la commozione di suo padre che lo guarda e gli chiede di abbracciarlo.

Il più delle volte c’è anche Manuel che prova a fare ciò che aveva detto la settimana precedente: parla a Dante di filosofia, gli fa domande -anche quelle a cui ha già una risposta- solo per metterlo alla prova, sorridendo ogni volta in cui si rende conto insieme a Simone che ragiona benissimo e poi dice “Mi sono operato al cervello, ma non è che me so rincoglionito del tutto”.

E dice anche: “Uscite, che siete giovani! Io sto bene, non dovete passare i pomeriggi con me”. Ma Simone non vuole, o almeno non subito. Vorrebbe aspettare ancora qualche giorno e preferisce uscire soltanto la sera quando ne hanno voglia, dopo che Dante si è già addormentato nella stanza accanto a quella di Virginia che obbliga tutti a tenere le porte aperte in caso suo figlio dovesse aver bisogno di qualcosa in piena notte.

Non riesce ad obbligare suo nipote, però, soprattutto quando Manuel resta a dormire da loro, ma se lo fa andare bene ugualmente.

Per la prima volta Simone ha accettato di fare un cambio casa, rendendosi conto che la scusa di suo padre ormai, dopo due settimane, non regge più. Non è abituato, si è sempre sentito sicuro tra le mura di villa Balestra e l’idea di invadere uno spazio che non è suo lo ha sempre mandato un po’ in crisi, ma poi aveva guardato gli occhi di Manuel che gli aveva detto sorridendo “è uguale, come fosse casa tua. Mio padre non c’è” e a quel punto si era tranquillizzato.

“Vieni, entra. C’è solo Viola, in camera sua…”

Si fa spazio in casa con lo zaino con dentro il cambio per la notte e si guarda bene attorno perché quella mattina in cui avevano discusso non aveva fatto caso a nulla che lo circondasse.

“In confronto casa mia sembra una bettola”

“Dici? A me sembra spoglia, però. Me sembra de sta in albergo”

“No, è bella. Ed è casa tua, dovresti farci l’abitudine Manu…”

“Sì… piano piano”

Sa che in realtà è già passato molto tempo, ma sta sinceramente cercando di abituarsi a questa nuova vita.

Al frigo sempre pieno, ai soldi che suo padre gli carica sulla carta, alla possibilità di poter avere ciò che desidera.

Gli sembra tutto talmente tanto diverso da ciò che ha sempre avuto, che comunque non saprebbe come spenderli quei soldi. Li ha utilizzati per due cene offerte a Simone e il giorno precedente per comprargli un regalo, un bracciale che ha preso per entrambi dicendogli che sarebbe stata la prima e ultima volta che avrebbe fatto una cosa così dolce, pur sapendo di mentire.

“Vieni, ti faccio vedere camera mia”

Una volta in corridoio, bussa alla porta che Simone presume sia quella di camera di Viola. E lo conferma appena sente dire “Avanti”.

“Ti ho portato un ospite”

Simone fa capolino dalla porta, e continua a chiedersi perché abbia quasi timore di Viola che invece gli sorride in modo dolcissimo.

Intervallo [Simuel]Onde as histórias ganham vida. Descobre agora