14) Sapore

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Tutto l’imbarazzo iniziale ci ha messo pochissimo a svanire, è successo nell’esatto momento in cui entrambi si sono resi conto del fatto che determinati sguardi avrebbero potuto scambiarli solamente con una persona con la quale si ha una confidenza grande. Sguardi intensi e trasparenti, che permettono di farsi leggere dentro, quelli che sia Manuel che Simone hanno riservato all’altro mentre facevano l’amore.

Manuel, soprattutto, ha cercato di vedere in Simone la stessa persona che fino a poco tempo prima era semplicemente il suo migliore amico; e ci è riuscito, nonostante essere nudi e incastrati sia completamente diverso da tutto il resto. Non vuole che sparisca ciò che sono stati fino a prima che si allontanassero, non ha intenzione di rinunciarci perché sarebbe come rinunciare a una parte fondamentale della sua vita: al ragazzo che lo fa ridere, con cui fuma a bordo piscina, che gli racconta tutto e a cui tira pugni durante il gioco del tondino.
Vorrebbe solo aggiungere, a tutto ciò che sono sempre stati, anche il resto che mancava.

“Stai bene?”
Glielo chiede Simone, probabilmente davvero spaventato: da più cose, compreso dalla possibilità che Manuel possa scappare come aveva fatto dopo il suo compleanno.
Eppure c’è qualcosa, nel suo sguardo, che lo tranquillizza. L’idea che Manuel non abbia più intenzione di scappare, di dirgli che è stato un gioco, un errore.

Oltre questo, però, c’è anche la preoccupazione che possa averlo destabilizzato il rapporto fisico con lui: la prima e ultima volta, si erano solamente toccati con le mani a vicenda e soprattutto erano brilli, Simone non sa nemmeno se Manuel ricordasse bene le sensazioni.

“Sto bene. Magari andrà meglio…” gli sorride, Manuel, perché come prima volta si era sentito un po’ scemo, sensazione che Simone aveva cercato di eliminare il più possibile.
Per quanto Manuel sentisse il bisogno di averlo dentro di sé, anche con foga, ha dovuto fare i conti con l’ansia, i muscoli tesi e anche il dolore; a Simone non sembrava carino ricordargli quanto lui, ormai, fosse invece abituato, così non gli aveva detto niente mentre Manuel si muoveva piano dentro di lui, come se fosse un pezzo di cristallo in grado di rompersi.

Non si sarebbe rotto, avrebbe solamente voluto andare incontro alle sue spinte e chiedergli di più ma non l’ha fatto per due motivi: il primo, per non far pensare l’altro-proprio in quel momento-a Davide; il secondo, perché ha pensato ugualmente di non essersi mai sentito così bene nella sua vita, nemmeno con il sesso più spinto.

Aveva Manuel sopra di lui, che lo guardava e lo baciava; ciò che aveva sempre sperato, sognato, e che mai avrebbe pensato di vivere realmente. Quel momento lì per Simone era già perfetto, perché a Manuel basteranno una o due volte per tranquillizzarsi del tutto e gestire meglio il sesso con lui, ma per chiunque altro sarebbe impossibile fare in modo che lui possa sentirsi esattamente come si è sentito con Manuel. Per chiunque sarebbe impossibile essere amato in quel modo così forte e senza limiti.

“Sai una cosa?” chiede Simone, mentre si lascia toccare i capelli. Manuel da buoni cinque minuti arrotola i ricci dell’altro a un suo dito, per poi srotolarli e ricominciare daccapo. Questa rientra tra le tante cose per le quali mai nessuno sarebbe all’altezza di Manuel, perché normalmente odierebbe chiunque provi a toccargli e a distruggergli i capelli, ma lui no. A lui non solo lo permette, ma potrebbe guardarlo male anche se solo smettesse per trenta secondi.

“Cosa?”

Simone si tira su con il busto e con la testa, per raggiungere di nuovo le sue labbra che avevano iniziato a mancargli mentre era poggiato al suo petto.

“Sei fortunato, mi piace il tuo sapore”

“Quale sapore?”

“Quale sapore, Manuel? Secondo te? Sei proprio un cretino”

Intervallo [Simuel]Where stories live. Discover now