20) Porto sicuro

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La notte appena trascorsa è stata tra le peggiori dell’ultimo periodo, più di quelle passate a domandarsi perché fosse così geloso di Davide.
Simone non gli ha mai risposto a quel messaggio, nemmeno a quelli della domenica.

Manuel avrebbe potuto e dovuto raggiungerlo, ma ha pensato di aver bisogno di stare un po’ da solo e metabolizzare il tutto; quindi ha scritto una serie di messaggi senza risposta che lo hanno fatto sentire stupido e infantile, perché nascondersi dietro un telefono senza avere il coraggio di affrontare Simone di persona non gli è sembrato maturo, ma sicuramente è stata l’unica arma in suo possesso in quelle ore.

Quei messaggi dicevano: -Mi parli? Per favore. Lo so che ho sbagliato, ma ti prego capiscimi-; e poi: -Ti penso…; e ancora: -Mi manchi e mi fido di te-.

E adesso, a scuola, Manuel vorrebbe non doverci stare. Lo ha promesso ad Anita la sera precedente a cena, perché lei gli aveva detto “Non starai a casa, Manu. Tu domani vai a scuola a testa alta e te ne freghi. E parli con Simone perché non ti guarderò passare un altro giorno così. Promettimelo”.

Lo aveva immaginato che sarebbe stato difficile, ma non credeva fino a questo punto. Lo è di più, perché avere Simone a due passi che lo ignora -nonostante gli sguardi che si scambiano di sfuggita- gli fa sembrare di essere completamente solo in una situazione del genere.

Lo hanno guardato tutti, appena è entrato in classe con l’espressione di chi si sente giudicato, protagonista di chiacchiericci e allo scoperto dopo tanti anni passati ad assicurarsi di essere una persona riservata.

Per questo Viola ha chiesto subito un cambio posto e si è posizionata accanto a lui per poterlo tenere d’occhio e stargli vicino, cercando anche di distrarlo ogni volta in cui nota che suo fratello ha la testa altrove fissando il vuoto.

Matteo, in corridoio, si era avvicinato a lui per dirgli che non se l’aspettava per niente, ma che alla fine a lui non fregava niente e che poteva stare tranquillo.
Manuel non era riuscito nemmeno a rispondergli male, gli aveva solo sorriso forzatamente prima di superarlo e poi ignorarlo. Avrebbe voluto rispondergli che non ha bisogno della sua approvazione, che non ha bisogno dell’approvazione di nessuno.

Che, semplicemente, non voleva lo sapessero in questo momento preciso della sua vita.

Aveva ignorato perfino Nina, in questo caso dovendo respirare a pieni polmoni per qualche secondo per evitare di urlarle addosso e creare una situazione ancora più imbarazzante.

“Non è più sostenibile” gli sussurra Viola, nel pieno della lezione.

“Nun me guarda nemmeno”

“Forse perché non hai avuto il coraggio di andare da lui e ti sei nascosto dietro ai messaggi come un bambino?”

“Grazie, eh…”

“Prego. Ti devo dire la verità, altrimenti continuerai a fare cazzate ancora per molto”

“Tanto se gli chiedo di parlare mi rifiuta”

“Ma che ne sai?”

“Lo so. Lo conosco”

“Ma ti rifiuterà mezza volta per tenere il punto e poi ti basterà insistere l’altra mezza volta per farlo cedere”

Non è proprio convinto che sua sorella abbia ragione. O meglio, lo sa che si sta comportando da immaturo ma crede realmente che Simone non gli parlerà.
Nonostante questo prova ad avvicinarsi a ricreazione, mentre l’altro è davanti al distributore del caffè con una faccia che già parla.

“Sei incazzato, lo so”

“Che vuoi, Manuel?”

“Parlare. Posso venire a casa tua oggi pomeriggio?”

Intervallo [Simuel]Where stories live. Discover now