Capitolo undici

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Si potrebbe dire che il risveglio di Regulus non fu molto piacevole, ma farlo sarebbe un eufemismo. Infatti, fu svegliato sentendo del ferro incandescente sulla pelle, proprio sopra la ferita. Gridò dal dolore e aprì gli occhi di colpo, mettendosi a sedere sul divano della biblioteca con uno scatto. Adeline fu sollevata nel vederlo ancora vivo, ma avrebbe rimandato a dopo le scuse dato che doveva ancora fermare l'emorragia. Gli mise una mano sul petto e lo spinse, facendolo sdraiare nuovamente sul divano. Lui aveva il respiro pesante.

"Devi stare fermo." lo rimproverò Adeline, anche se nella sua voce c'era una nota di seria preoccupazione. "o sarà ancora più doloso."

Adeline aveva in mano una piccola sbarra di ferro che gli aveva fornito la Stanza delle Necessità. Aveva lasciato la punta nel fuoco del camino in modo da farla diventare incandescente, per poi posarla sul lato sinistro della ferita di Regulus. In questo modo la pelle bruciata, che si sarebbe formata in pochi minuti, avrebbe ricoperto la ferita fermando il sangue. Adeline rimise la punta della sbarra nel fuoco, per assicurarsi che fosse abbastanza calda.

"Dovrei essere morto... Dove sono?" chiese Regulus con un fil di voce, ancora leggermente stordito per via del dolore e della quantità di sangue che aveva perso.

"Siamo nella Stanza delle Necessità, in una biblioteca che ho scoperto mesi fa." rispose lei. "e sei sopravvissuto perché per tua fortuna so materializzarmi" aggiunse dopo.

Regulus fece per rimettersi a sedere, poi però si rese conto della situazione in cui era. "Dov'é la mia camicia?" le guance di Adeline si tinsero di un leggero rosa pallido. 

"Era sporca di sangue. E comunque avrei dovuto togliertela in ogni caso per fermare l'emorragia." spiegò lei, riprendendo la sbarra di ferro.

"Hey, hey, ferma!" ma lei posò la punta incandescente sulla parte destra della ferita.

Regulus si sdraiò di nuovo sul divano, gridando per il dolore e tirando un sospiro di sollievo quando Adeline allontanò la sbarra dalla sua pelle. "Perché non puoi usare una dannata pozione rigeneratrice?!" sbraitò.

"Perché non so farla" rispose lei. Regulus la guardò stranito. "Aspetta, com-" ma prima che potesse finire la frase, la punta incandescente della sbarra si posò sul lato sinistro della ferita facendolo urlare di nuovo.

"A Beauxbatons abbiamo studiato solo la teoria della pozione rigeneratrice, però c'era un corso di primo soccorso e di medicina. Non ne ho mai distillata una." affermò lei mentre Regulus riprendeva fiato.

Ci fu un attimo di silenzio. "Devi farlo ancora?" chiese lui, una nota di sofferenza nella voce al sol pensiero di dover subire ancora una volta quella tortura.

"Solo una" rispose lei. E vedendo l'occhiata infastidita del ragazzo, aggiunse: "che c'é? Preferivi i punti di sutura?" Adeline alzò gli occhi al cielo. "sarebbero stati più dolorosi e avresti perso molto più sangue."

Lui sospirò. "Grazie." disse infine. Lei lo guadò negli occhi e gli rivolse un debole sorriso. "Tu mi hai salvata da quel Bolide, credevo fosse arrivato il momento di ricambiare il favore." anche lui le sorrise.

"Pronto?" Adeline prese la sbarra di ferro dalla punta incandescente. Regulus fece un respiro profondo e annuì.

La ragazza posò la punta della sbarra al centro della ferita e, per un ultima volta, il grido di Regulus lacerò il silenzio. Adeline tolse la sbarra quasi subito e il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. La giovane Serpeverde posò la sbarra vicino al camino e con un panno tolse il poco sangue che rimaneva alla ferita ormai quasi del tutto ricoperta da uno strato di pelle bruciata che avrebbe impedito al sangue di uscire. Adeline prese delle bende.

I should hate you, Regulus Black, but I love you.Where stories live. Discover now