"Comprendi"

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Ludovic si avvicinò lentamente al letto con discrezione. Il gufo era lì, fermo e immobile, con i suoi grandi occhioni verdi che osservavano ancora una volta la stanza con fare incuriosito. Le sue piume scure risplendevano alla luce del sole, e sue zampette sottili affondavano nei morbido materasso rosso.

Pierce non si era mosso dal suo giaciglio, con tutta la sorpresa del ragazzo, in presenza del gufo il gatto era rimasto buono e tranquillo nel suo angolino, dando l'impressione di non essere minimamente turbato dalla sua presenza nella camera.

Ludovic non aveva idea da quanto tempo fosse lì, da quanto stesse aspettando con pazienza, e si precipitò immediatamente da lui quando lo vide. Il gufo bubbolò leggermente infastidito quando Ludovic si chinò per slegargli la lettera che aveva legata alle zampe, bubbolò come per ricordargli che era in ritardo.

:-sì, sì, lo so-: ammise il ragazzo sbuffando.

Slegò la lettera e lasciò che il gufo volasse via e si posasse su un comodino lì affianco. Tenne saldamente stretta la lettera tra le mani, che avevano iniziato a tremare, poi con un gran sospiro, l'aprì e lesse.

Non era una lettera, come si era immaginato, era una pagina di un giornale. Veniva dalla 'Gazzetta del Profeta', era sicuramente una vecchia edizione, riconoscibile dalla pagina ingiallita, da alcune parole all'interno dei paragrafi un po' sbiadite e cancellate dal tempo e dalla consistenza sottile e delicata della carta.

Era un articolo di giornale dove le immagini si susseguivano alla rinfusa, le persone al loro interno si muovevano creando una gran confusione e generando movimento. Il titolo dell'articolo recitava:

"Il mondo magico terrorizzato per la scomparsa del piccolo James Sirius: segno del ritorno del Signore Oscuro o le urla del destino?"

Ludovic ebbe un sussultò che non riuscì a trattenere. Osservò con attenzione le foto e le facce sconvolte che invadevano la scena, si soffermò sulle dettagliate parole di spiegazione dell'articolo, ma ciò che scosse di più Ludovic fu quel nome: James Sirius. J. S. Come sul suo medaglione. Come nel suo sogno.

Ebbe un mancamento. Si resse al comodino alle sue spalle, dove il gufo aspettava in silenzio, facendolo traballare, i suoi polmoni furono in cerca d'aria, le sue mani si mossero velocemente verso il secondo cassetto e in un paio di secondi stringeva tra le mani il suo medaglione.

J. S. P. era inciso sul retro. James Sirius P.
Il cognome del bambino scomparso non era scritto, o meglio, ciò che ne rimaneva era una macchia di inchiostro sbiadito, incomprensibile da leggere. L'articolo diceva, a proposito della scomparsa, che si trattava di un rapimento: la casa era stata distrutta, i genitori erano scossi, del bambino non c'era traccia.
Eppure in tutto ciò non veniva mai espresso il nome di appartenenza della famiglia del bambino.

La mente di Ludovic galoppò veloce, gli balzarono in testa così tante cose che non fu in grado di contenerle tutte. Il medaglione. Il sogno. La foto. Il suo nome.

Recuperò dal cassetto anche la foto e osservò con attenzione lo sguardo del bambino sorridente in primo piano. Non aveva idea del perché ma era sicuro che quel bambino fosse proprio James Sirius.

Ma tutto quello cosa voleva dire? Cosa stava a significare? Perché faceva sempre lo stesso sogno? Perché sognava ogni notte la scomparsa di quel bambino? Cosa voleva sua madre che lui scoprisse? Cosa c'entrava tutto quello con lui? Chi era quel James? Che doveva fare? Cosa stava succedendo?

Afferrò la busta che conteneva la lettera, se la rigirò tra la mani. Sul retro, in una sottile calligrafia, c'era scritta una sola parola:

                                  "Comprendi".

La porta alle sue spalle si aprì, il gufo bubbolò, Pierce miagolò e Ludovic sobbalzò sul posto.

:-ehi, Strange!-: Fred fece la sua entrata con il cappello innevato e un sorriso sul volto. Si avvicinò a lui in fretta e Ludovic non ebbe tempo si nascondere ogni cosa nel cassetto alle sue spalle: il medaglione sparì in tasca, la foto finì accartocciata nel suo pugno ma il giornale gli cadde per terra dinnanzi ai piedi di Fred.

Il ragazzo si fermò all'improvviso e si chinò a raccoglierlo. Ludovic digrignò i denti e sperò che non si soffermasse a leggere. E invece Fred lesse e lesse anche fin troppo bene: quando si risollevò il suo sguardo si incupì all'improvviso, un alone di tristezza gli invase il volto, il luccichio dai suoi occhi scomparve, il sorriso si svuotò della sua solita allegria, i lineamenti del suo volto divennero duri, il suo corpo s'irrigidì, il ragazzo trattenne il fiato.

:-dove l'hai preso questo?-: la sua voce fu quasi un sussurro impercettibile, i suoi occhi osservarono Ludovic con uno sguardo così ferito che Ludovic non avrebbe mai creduto di poterlo osservare in Fred.

Il ragazzo boccheggiò in cerca di una risposta, incapace di dargliela. Fred strinse tra le sue mani il giornale, così forte che le nocche gli divennero bianche per lo sforzo; contrasse la mascella e i suoi occhi s'incupirono.

Scrutò con estrema attenzione il giornale, si soffermò sulle parole con accuratezza e Ludovic ci vide riflessi al loro interno una tristezza che mai aveva visto in nessun occhio umano. D'un tratto si rese conto che quello per Fred era molto più di un articolo di giornale, lo osservava come se conoscesse realmente i fatti, come se li avesse vissuti sulla sua pelle...come se sapesse chi fosse James Sirius.

:-lo conosci?-: gli chiese allora con voce calma. Fred sollevò di scatto la testa e cercò di nascondere gli occhi lucidi. Era profondamente scosso.

Non rispose per i primi istanti, dando un ultimo sguardo alle foto.

:-tanto tempo fa i miei zii ebbero un bambino-: iniziò a spiegare :-prima ancora di avere Lily e Albus, loro avevano un bambino, un dolce e tenero bambino di quattro anni-: accarezzò le foto sul giornale :-era vivace, allegro, ribelle e po' combina guai, come tutti noi...erano felici, molto felici, ma una notte, una notte fredda e innevata, qualcuno rapì il bambino: si intrufolò in casa e portò loro via l'unica cosa che gli stesse a cuore: loro figlio-: le parole di Fred erano dure e fredde, prive del solito calore che lo contraddistingueva. Ludovic fu scosso da un brivido.

:-il destino ha urlato, nessuno lo ha più rivisto da quella notte, è come scomparso nel nulla-: proseguì il ragazzo :-i miei zii sono andati avanti, tutti noi lo abbiamo fatto, ma la sua scomparsa ha lasciato un enorme vuoto nel loro cuore che non potrà mai essere colmato-: Fred chiuse il giornale e chiuse anche gli occhi, prima di riaprirli e puntarli su Ludovic :-io non so come tu sia entrato in possesso di questo-: premette il giornale sul suo petto :-ma è un fatto che fa e ha fatto soffrire profondamente la mia famiglia-:

Il ragazzo si allontanò in fretta, lasciando la stanza nella stessa maniera in cui vi era entrato. Ludovic rimase fermo al centro della stanza, scosso dalle vibranti parole che Fred aveva pronunciato.

Un bambino scomparso. Delle urla. Ricordò il sogno, quelle forti grida strazianti. La foto. L'articolo. Improvvisamente ogni cosa prese posto nella sua mente mentre un agghiacciante verità si faceva largo nel suo cuore.

:-aspetta!-: fermò Fred prima che potesse uscire dalla camera :-tuo cugino...il bambino scomparso...come si chiamava?-: esitò a porre quella domanda, Fred esitò a rispondere.

Alla fine, in un unico e debole sospiro, Fred pronunciò un nome.
:-James Sirius Potter-:

Harry Potter e le 𝓾𝓻𝓵𝓪 del 𝓭𝓮𝓼𝓽𝓲𝓷𝓸Where stories live. Discover now