Sogni ripetuti

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Quando Ludovic rientrò in camera quella sera fu ben contento di scoprire che Pierce stava già dormendo. Avevano sforato il coprifuoco di parecchio e la sua testa era stata martellata di così tante canzoni e chiacchiere inutili per tutta la sera che aveva preso a fargli male.

Ritornare in camera con Fred e Frank affianco era stato ancora più scocciante: i due non facevano altro che ridacchiare sommessamente, inciampavano nei loro passi e le loro fastidiose voci avevano riempito sonoramente i corridoi silenziosi che i tre avevano percorso. Ludovic li aveva sopportati abbastanza allungo ma una volta entrati in camera li aveva abbandonati alle loro stupide conversazioni e si era rifugiato in bagno.

Non che ne avesse davvero bisogno, ma dopo quella serata aveva capito che i Potter e i Weasley messi insieme nella stessa stanza potevano essere davvero fastidiosi.

Si richiuse la porta alle spalle e la chiuse a chiave, sperando di non doverla aprire più. Anche con la porta chiusa e a quella distanza percepì le voci rumorose dei suoi compagni di stanza e giurò a sé stesso di affatturarli se non l'avessero finita.

Si sciacquò la faccia, si infilò il pigiama, riaprì la porta e, forse per sua fortuna, trovò Fred e Frank stranamente silenziosi. Si avvicinò velocemente verso il suo letto, dove Pierce stava ancora dormendo, e senza perdere troppo tempo si infilò tra le coperte.

Fred gli lanciò uno sguardo.
:-bella serata, vero?-: chiese con un sorriso sul volto. Ludovic mostrò una smorfia.

:-certo, bellissima...-: sussurrò sollevando gli occhi al cielo.

Lanciò uno sguardo al cassetto difronte al suo letto, dove aveva nascosto il medaglione; era stato tentato di aprire il cassetto per esaminarlo un po' prima di andare a letto ma credeva che sfoggiarlo difronte a Fred e Frank non fosse tanto una buona idea. Così voltò le spalle ai due e poggiò la testa sul cuscino, più che deciso a scordarsi di quell'assurda serata.




":-James, NO!-:

:-IL MIO BAMBINO!-:

:-James...-:

:-James!-:

:-JAMEES!!!-:"

Ludovic sussultò nel letto preso da un attacco di panico, le membra del suo corpo tremavano, era scosso da brividi e attraversato dalla paura, il suo fiato era un debole filo senza aria, sentiva il suo cuore battere nella sua cassa toracica ed essere l'unico suono presente nella stanza.

Tossì alla ricerca d'aria e si passò una mano sul volto bagnato e attraversato da mille goccioline di sudore. Si guardò intorno con fare disorientato, non seppe più dove si trovava, il buio intorno a lui assumeva ogni forma: Una casa? Un corridoio? Il vuoto più assoluto? La Stanza delle Necessità?

Smise di stringere con veemenza le lenzuola del suo letto, tastò il comodino accanto a lui e scoprì di trovarsi nella sua camera. Tirò un sospiro di sollievo, cercò di attutire il battito tomentoso del suo cuore che era l'unica cosa che le sue orecchie furono in grado di captare in quel momento.

Si risollevò tremolante, le sue gambe non furono in grado di reggerlo in piedi, barcollò verso l'appoggio più sicuro. Emise un verso strozzato in cerca d'aria, la testa prese a girargli in mezzo a quel buio.

Con passo lento e instabile riuscì a raggiungere senza fiato il grande comodino difronte al suo letto. Si appigliò al pomello di un cassetto e tirò con tutte le sue forze, cercando di fare il meno rumore possibile, poi con mano tremante tirò fuori il medaglione. Sembrava brillare anche di più quella sera nel buio della notte, le sue venature erano di un rosso più intenso e l'oro era più luminoso del solito.

Harry Potter e le 𝓾𝓻𝓵𝓪 del 𝓭𝓮𝓼𝓽𝓲𝓷𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora