Denaro e burrobirre

16 0 0
                                    










Il binario nove e tre quarti fremeva e pullulava di maghi quando, quella mattina, Ludovic si smaterializzò lì. I carrelli dei ragazzi slittavano sulle mattonelle scivolose, mentre i gufi chiusi nelle gabbie bubbolavano sonori, pile e pile di libri invadevano la visuale di alcuni ragazzi che trainavano i loro carrelli, i bauli pesanti strisciavano sul pavimento, voci e sussurrii rendevano l'aria allegra, il fumo grigio che usciva da fumaiolo invadeva l'aria della stazione, le ruote cigolanti si preparavano a partire. Ludovic si era fatto strada tra i carrelli mentre Pierce, il suo adorato gatto nero, strisciava tra le sue gambe e quelle dei passanti grattandosi il lucido manto nero.

Sentiva il medaglione dondolargli nella tasca, e vi ci poggiò una mano sopra, quasi come per paura che cadesse. Sentiva il metallo freddo premerli contro la pelle oltre il tessuto del pantalone, percepiva il metallo freddo oltre il tessuto del pantalone; come se fosse...vivo, come se avesse un'anima, lo sentiva quasi vibrare e forse... A ripensare al medaglione ancora poteva sentire le mani di sua madre premergli sulla schiena e il calore confortante del suo abbraccio che gli lasciava un senso di vuoto in mezzo al petto. Lasciò perdere quell'assurdo pensiero, strinse il medaglione nella tasca e si fece largo tra le persone.

Voci e sussurri aveva inondato il silenzio della stazione, sovrastando il suono delle arrugginite ruote dei carrelli che stridevano tra di loro. Ludovic era entrato nel treno poco prima che questo partisse, e aveva fatto altrettanto in tempo ad afferrare Pierce prima che rimanesse da solo nella stazione.

I vagoni del treno erano ancora più affollati della stazione stessa, mentre ragazzi di tutte le età camminavano e trafficavano tra i corridoi, chi appartato in angoli scuri e bui, chi facendo incantesimi, chi comprando dolci dalla Strega del carrello, chi intento a farsi una semplice passeggiata.

Ludovic lanciò qualche sguardo arcigno a dei primini che si stavano scambiando delle caramelle tutti i gusti +1 e li superò senza troppe storie. Il suo carrello slittava in continuazione sopra al pavimento dei vagoni, Pierce si guadagnava le carezze dei passanti intorno a lui.
Vide un aeroplanino di carta volargli sopra la testa, seguito poco dopo da alcuni ragazzini, e poi un mini modellino di scopa volante che gli passò accanto all'orecchio. Fece bene attenzione a guardarsi le spalle da alcuni ragazzi che si erano chiusi dentro ad uno scompartimento abbassando la tendina, e ne superò altri che stavano facendo strane magie con un topo.

Dopo aver vagato per quasi un'ora dentro al treno, riuscì a trovare un posto appartato per sé in uno scompartimento quasi alla fine dell'ultimo vagone. Non c'era quasi nessuno in quella zona, e le sue orecchie quasi fischiavano per il silenzio che c'era in confronto al resto. Poggiò il suo vagone e le sue così lì, assicurandosi che Pierce non combinasse disastri.

Poche persone passavano davanti al vetro sporco del suo scompartimento, e le loro voci, se dapprima sonore, venivano poi attutite con la distanza. Si sedette a peso morto sopra ai sedili morbidi, e tirò un sospiro. Il silenzio regnava sovrano, interrotto soltanto dai cigolii delle ruote del treno e dal vento fuori dal finestrino.

Sollevò la testa e si passò una mano sul volto stanco. Pierce si era appisolato, di nuovo, sulla poltrona difronte a lui. Ludovic sorrise nel vederlo così spossatamente raggomitolato, come se avesse lavorato tutto il giorno, e poi sorrise ancora di più quando, dopo avergli lanciato una pallina di carta, quello sobbalzò svegliandosi.

Rigettò la testa all'indietro ridendo. Era sul treno di Hogwarts, ma la sua testa, la sua mente, era ancora bloccata in quella casa scura, tra le braccia di sua madre... Si portò istintivamente una mano sul medaglione che aveva in tasca, che fino a quel momento aveva cercato di ignorare.

Pensò di tirarlo fuori, ma fece in tempo solo ad infilare la mano nella tasca e sentirne il metallo freddo a contatto con la sua pelle, per poi tirarla fuori di scatto quando sentì il suono del carrello della Strega avvicinarsi. Si mise in piedi, cercando di non pensare nuovamente al medaglione o alle parole di sua madre, e si tastò le tasche alla ricerca di qualche spicciolo da darle per prendersi qualcosa da mangiare, ma, l'unica cosa che ci trovò fu il vuoto più assoluto, e il medaglione della madre...

Harry Potter e le 𝓾𝓻𝓵𝓪 del 𝓭𝓮𝓼𝓽𝓲𝓷𝓸Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon