Taken by the darkness #3

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Titolo: Nightmares

Parole:1525

Data: 1/3/24-16/3/24

Universo: Canon divergent

Friendsip: Eron e araldi/ Eron e Aoki

Tipo: Angst

Avvertenze: parte 3 di Taken by the darkness

Richiesto da: paola1356eli

🌑🌑🌑

L'oscurità a volte si fonde con la luce, creando un miscuglio di energia, un ibrido nato dalla notte e dal sole: la luna. Sembrava quasi surreale come il suo manto bianco ricoprisse l'intera stanza e l'intera foresta fuori dalla finestra aperta, diventando quasi l'unico bagliore in mezzo a quelle ombre nere.

Era passata una settimana, una settimana da quella tortura, una settimana dalla sconfitta di Voidus, una settimana di notte insonni e grida, di incubi e paura, in cui non mi riconoscevo guardandomi allo specchio, in cui sentivo la mancanza della mia immagine, del vero Eron. Certe notti erano talmente oscure che mi svegliavo grondante di sudore e lacrime, con la frangia bagnata e gli occhi stanchi, il corpo debole e tremante. Sognavo di nuovo quella spiacevole avventura, che avrei voluto tanto dimenticare ma che la mia mente mi ricordava sempre. La maggior parte delle volte aprivo gli occhi e guardavo il soffitto, sperando di dimenticare l'esperienza traumatica passata, ma soprattutto desiderando di non ritrovarsi la spaventosa faccia di Voidus, che casualmente non riuscivo a togliermi dalla testa, eppure se richiudevo gli occhi la vedevo comunque. In quel momento sembrava quasi come un fantasma che mi perseguitava nella mia mente ovunque andassi, e anche se odiavo pensare o usare la mente, finivo sempre per rimuginare a ciò che avevo provato in quel breve momento in cui l'oscurità iniziava a fondersi con il mio elemento. Quel bruciore, quelle sensazioni, erano ancora presenti sulle mie braccia, gambe, petto, e non sembravano pronte ad andarsene. Aoki aveva detto che ci sarebbe voluto molto, che riprendersi da tutto era complicato, che avevo bisogno di loro, della mia famiglia, che se volevo potevo tornare nel mio Regno per vedere la mia vera famiglia.

Non l'ho fatto, non l'ho voluto. La mia solitudine era diventata la mia salvezza e la paura un'atroce dipendenza che rimbombava tra i miei pensieri, si insinuava nelle mie ossa in un formicolio piacevole, mi faceva rabbrividire e mandava impulsi in tutto il corpo. Mi faceva sentire forte, potente, coraggioso, come se dovessi essere fiero di ciò che era accaduto.

Da quel giorno l'unica cosa che potevo provare era quella: paura, terrore, ansia. Quanto qualcuno mi metteva una mano sulla spalla rimbalzavo, la pelle che mutava nella viscida energia oscura che mi aveva posseduto. Quando qualcuno mi parlava capitava di essere colpito da improvvisi deja-vu, come se ancora una volta ero distante, uno spettatore, come quando ho quasi ucciso i miei amici: le immagini vorticavano talmente velocemente da farmi venire le vertigini, come frammenti di ricordi che volevo dimenticare, che mi accompagnavano con una sensazione nauseante di vergogna.

Una notte mi ero svegliato, avevo cercato di calmare il respiro prima di finalmente alzarmi dal letto e barcollare per la stanza trafitto da una strana nebbia sugli occhi. Era da giorni che non camminavo, ma dopo aver saltato molti pasti non avevo neanche le energie per dormire. Mi tremavano le mai dalla stanchezza, senza energia e affamato. Vedevo sfuocato mentre le tenebre incombevano combattute dalla troppo fioca luce lunare. Non vedevo dove stavo andando: ero così confuso e spaesato. Urtai qualcosa, probabilmente un mobile o un tavolo, e un dolore lancinante mi trafisse la gamba. Il mio primo pensiero era che Voidus mi aveva colpito con il suo bastone magico, e improvvisamente mi trovai a Darkor, nella fortezza, perso in una stanza buia. Urlai e caddi a terra mentre vedevo l'immagine di Voidus colpirmi continuamente, come se piccoli frammenti di ciò che era successo ritornava a galla nella mia mente. Mi agitai, cercando di scappare ma non riuscì: mi teneva la caviglia mentre con lo scettro mi colpiva. Tremai, il dolore che non si fermava mentre una scarica elettrica mi trafisse e vibrai. Sembrava quasi che l'energia oscura fosse tornata dentro il mio corpo per possedermi, di nuovo, come un incubo che ritornava costantemente. Aprì di nuovo gli occhi solo per vedere la mia stanza nella torre degli elementi diventare più vivida, la luna che illuminava il mio corpo a terra. Mugugnai cercando le forze per sedermi, ma non le trovai, così toccai la coscia dove il dolore ardeva ancora, pulsando. Mi toccai la pelle, realizzando che c'era uno squarcio nei pantaloni, ma non trovai sangue. Tirai un sospiro di sollievo: a Darkor c'era molto più sangue... eppure non avevo nessuna ferita se non strane cicatrici ed ematomi. Cos'era il ricordo che mi era riaffiorato? Non mi sembrava qualcosa che avevo vissuto lì... 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 16 ⏰

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