Capitolo 16 - Alary (Parte I)

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Il palazzo del Nobile Saggio era di una bellezza spettacolare anche con il cielo plumbeo di quel giorno.

Peccato che ad Alary, Zosia ed Esra fu severamente vietato di andare a spasso per il suddetto palazzo dalla Nobile Ufedie in persona e nessuno dei tre se la sentiva di disobbedire. Per cui trascorsero tutto il giorno in camera di Alary, chiacchierando, leggendo, sonnecchiando sul letto, anche se per Esra era troppo corto.

Poi fecero degli esercizi di risveglio muscolare, dei passi di danza che Zosia provava ad insegnare agli altri due senza successo, delle pettinature ai capelli, visto che li avevano tutti e tre molto lunghi.

Così mentre Zosia tingeva con cura i capelli di Alary di nero, Alary faceva una treccia francese ad Esra che sembrava infinita. Solo quando Alary la legò in fondo con un laccetto e la guardò soddisfatta, Zosia si dovette intromettere:

«Non puoi lasciarlo uscire in quel modo...» disse Zosia «Lo linceranno!»

«E perché?» chiese Alary stupita.

«Perché quella è la pettinatura ufficiale del Regno di Fatikor!» rispose Zosia spazientita.

«Allora?!»

«Già non possono tollerarlo perché è un mezzalfar, figurati se fosse un mezzalfar di Fatikor!»

«Ci sono mezzalfar lì?» chiese Esra voltandosi di scatto, nello stesso momento in cui Alary alzava gli occhi al cielo dicendo:

«Che problema avete con Fatikor?»

Zosia rimase interdetta non sapendo a cosa rispondere.

«Io... non credo che... non so se ci siano mezzalfar a Fatikor, non ne ho idea... potrebbe...» farfugliò, poi continuò esasperata «Ma non è questo il punto! Il Regno di Asterian e di Fatikor si odiano dall'inizio dei tempi! È stata proprio la loro guerra interminabile a dare origine alle Ombre!».

«E dopo mille anni ancora pensate a queste cose?» chiese Alary svogliatamente.

Zosia sospirò.

«Credo solo che Esra non debba andare in giro con quella treccia» disse piano «tutto qui».

«Anche io credo sia meglio» s'intromise Esra, un po' deluso che Zosia non conoscesse altri mezzalfar «Attiro già abbastanza attenzione con i capelli sciolti».

Alary preferì non intestardirsi sulla questione, ma disfece la treccia non facendo altro che borbottare che peccato fosse distruggere quel "capolavoro".

Zosia stava ancora cercando di spiegare le sue ragioni, quando Ufedie entrò nella stanza senza bussare.

«Mamma!» esclamò lei scattando in piedi.

«Forza, infilatevi queste!» disse il Nobile Saggio in maniera sbrigativa, lanciando alle ragazze delle vesti gialle simili a quelle con cui erano entrate a palazzo.

«È tutto il giorno che tento di distrarre Benor in qualsiasi modo» continuò Ufedie.

Zosia s'irrigidì a sentire il nome del Primo Ministro, l'uomo che era la causa della morte del padre e delle ustioni della madre.

«Distrarre da cosa?» chiese Zosia incrociando le braccia al petto. Per quanto Ufedie si fosse tenuta Benor vicino solo ed esclusivamente per il bene di Asterian, la figlia provava ancora una rabbia cieca nei suoi confronti e non era disposta minimamente a tollerare tutto quello che aveva fatto in passato.

«Da voi» disse Ufedie seria «Non fa altro che chiedermi di Esra, vuole raccogliere informazioni, credo lo stia spiando».

«E perché mai?» scattò Alary.

Il ragazzo maledettoWhere stories live. Discover now