Capitolo 15 - Joe (Parte II)

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L'unica porta che si apriva sulle mura era enorme e altissima, quasi da non vederne la fine. Da vicino sembrava anche questa fatta di ghiaccio, perché era bianca, ed era coperta di intarsi che Joe non fece in tempo ad osservare.

Quando tutti i soldati e le persone furono all' interno, e le Ombre si sincerarono che non fosse sgattaiolato fuori nessuno, il portone si richiuse con un boato.

Che qualcuno invece fosse entrato, era una possibilità che nessuno riteneva plausibile. Joe non sapeva se tirare un sospiro di sollievo o iniziare a preoccuparsi, perché se era stato facile entrare, sarebbe stato difficilissimo uscire.

La prima cosa che notò della città di Daimante era il colore: era bianca, dal terreno su cui poggiava i piedi, fino ai tetti delle case. La neve aveva ricoperto ogni cosa, rendendo tutto estremamente soffice e candido. Nelle parti in cui la neve era intonsa, l'impressione era quella di essere in un villaggio da cartolina natalizia.

Non ebbe tempo di soffermarsi sulle costruzioni che aveva intorno: palazzi raffinati dai tetti a punta, balconi dalle preziose intarsiature, ponti sospesi che collegavano case slanciate e filiformi, torri altissime dalle linee eleganti e dalle balaustre longilinee, davanzali da cui pendevano stalattiti trasparenti alte quanto lui; Flary prese lui e Ren per i gomiti e li trascinò dietro le Ombre appena entrate.

A differenza di come Joe si era aspettato, la capitale brulicava di persone e la maggior parte osservava affascinata quell' oggetto misteriose che le Ombre avevano protetto con tanta cura.

«Che cosa diavolo è quello?» chiese Flary sottovoce.

«Non ne ho idea» disse Joe.

«Dove lo stanno portando?» chiese ancora Flary.

Joe stava di nuovo per rispondere, ma un ruggito fece scattare tutti in silenzio e sull'attenti.

Un'Ombra altissima e dipinta di rosso in faccia si fece largo tra la folla di curiosi: «Non c'è niente da vedere!» sbraitò «Lasciate libero il passaggio o verrete arrestati!»

Nel giro di qualche secondo, tutta le persone si affrettarono a prendere un'altra direzione ed in un batter d'occhio piombò il silenzio e la strada rimase quasi vuota.

Flary dovette afferrare di nuovo Joe e Ren per le maniche e farli smuovere da quel punto, per non rimanere a fissare torvi le Ombre.

«Che avete intenzione di fare?» chiese spazientita «Attirerete troppo l'attenzione rimanendo impalati».

«Non possiamo perderle di vista!» protestò Joe «Dobbiamo capire cos' è quell' affare!».

«Facendoti prendere dalle Ombre non capirai proprio niente!» disse Flary esasperata parandosi di fronte al lui, dall' alto del suo metro e mezzo di altezza.

«Andiamo!» borbottò Ren alle sue spalle «Lasciamo placare tutto questo clamore, avremo tempo di muoverci più in libertà quando sarà più tranquillo».

Joe scosse la testa irritato, odiava lasciarsi scappare l'occasione di scoprire qualcosa di così importante, soprattutto se era proprio sotto il suo naso, ma non aveva mai neanche disobbedito a Ren, più calmo, più saggio e più riflessivo di lui.

Sbruffò e si mise a seguire Flary e Ren in silenzio, non si mise ad insistere o fare di testa sua, solo perché era da un po' che sentiva una strana sensazione alle dita dei piedi e bramava un bel fuoco per scaldarli.

Flary non perse tempo per le vie della città e si diresse subito e a testa bassa in un luogo che conosceva bene. Lo si capiva perché li guidò senza mai alzare la testa per controllare dove fosse, come se sapesse la strada a memoria.

Il ragazzo maledettoWhere stories live. Discover now