Capitolo Diciassettesimo - Provvedimenti

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Quella notte, io e Aspen J Sykes rimasimo da soli.
Volevo fare qualcosa per l'infezione che aveva alla gamba sinistra, ma nonostante fossimo a conoscenza dei "poteri" curativi dei pullers, in generale, non avevamo idea di come funzionassero.
Aveva parlato di provette, siringhe, ambulatori, tubi infilati nel naso.
Sicuramente non potevo sputarle su una gamba, strofinare e sperare che il giorno dopo fosse come nuova.

<< Ray... >>
I suoi occhi verdi e penetranti mi fissarono intensamente.
Così tanto da costringermi a deglutire un grumo di saliva.
<< Vuoi davvero aiutarmi con la gamba? >>

Capii al volo a cosa si riferiva.
<< Scordatelo. >>

<< Non fare lo stupido. E' molto peggio aspettare una cura sul quale potremmo addirittura sbagliarci, alla fine. >>

Non risposi.
Sapevo che aveva ragione.
Ma erano cose veramente difficili da accettare senza pensarci due volte.

Mi convinse solo perché vedevo che lei ne era convinta.
E mi consolò ciò che mi disse subito dopo.

<< Io cammino grazie alle macchine, Ray. Sono arrivata fin qui con la testa, non con le gambe. >>

Ne parlammo con Joel e Morris Church all'alba.
Evitammo inutili tentativi di dissuasione.
L'indomani mattina, chiesimo ad Aspen se se la sentiva di farlo.
Senza ombra di dubbio, ci rispose di tacere e muovere il culo.

Il compito spettava a Joel Church, che era il più anziano.
Ed era quello che aveva più esperienza nel campo, seppur con niente di così estremo.

Passò un'ora abbondante lontano dal gruppo, per meditare.
Forse, per chiedere la forza a qualche Dio, nel quale tutti noi avevamo inconsapevolmente ricominciato a sperare che ci fosse, da quando la guerra era finita.
I rumori in mezzo al bosco quando ti ci devi accampare di notte, quando non sono seugiti da passi, zampettii o versi, ti costringono a dare la colpa a qualche entità sconosciuta.
E così dormi sogni tranquilli.
Per questo esclamavamo cose come "dio", ogni qualvolta qualcosa di incredibile accadeva.

Nel frattempo che attendevamo Joel Church, fecimo stendere Aspen in fondo al letto del fiume, con la testa vicino all'acqua corrente e le gambe sollevate, appoggiate sopra le rocce.

Avevamo spostato i resti di armi, robot, cadaveri e altre macerie che si trovavano lì intorno, che di solito ignoravamo e basta, per simulare un ambiente pulito.

Joel arrivò, completamente preparato e deciso.

Sorrideva, per trasmetterle positività.

Aveva con sé il coltello, una mannaia, i fili di una corda strappati e reintrecciati più sottili, e l'ago.

Ordinò a Morris di andare via, e lui non se lo fece ripetere due volte.
<< Mi dispiace, Ray, ma tu devi rimanere. E, ehm... Dagli la tua maglietta, per favore. >>

Obbedii agli ordini.

Mi tolsi la mia maglietta bianca e gliela passai.
Aspen Sykes l'appallottolò e se la tenne sul petto.
Con l'altra mano, afferrò la mia.

<< Ti prometto che sarò veloce come un razzo. >>

 >>

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