The Other Twin 2 || La Maledizione del Cristallo

1 - Fantasmi del passato

Ciaoo a tutti!

Finalmente sono tornata con il secondo libro, come promesso. Credo di aggiornare una volta a settimana piuttosto che due come facevo prima, visto che non ho tutti i capitoli pronti, così da non fare ritardi negli aggiornamenti. Fatemi sapere cosa ne pensate e buona lettura!

-Leila

Le prime luci dell'alba illuminano il ponte della nave e intanto la brezza mattutina mi scompiglia i capelli, mentre coi gomiti appoggiati sul bordo dell'imbarcazione, osservo l'acqua limpida e cristallina sotto di noi.

Dopo un giorno di navigazione, le acque scure e gelide che bagnano la terra degli angeli hanno lasciato posto a quelle più miti che circondano la mia isola. In lontananza, scorgo solo la sagoma del vulcano, ma ciò è abbastanza per farmi fremere. Se di eccitazione o di paura, questo non lo so. Non so che cosa mi attende una volta messo piede sul suolo di casa mia, se la troverò circa identica a prima o se il padre di Atlas e i suoi soldati abbiano portato distruzione ovunque.

Ne dubito, altrimenti non sarebbe stato proprio Atlas ad invitarmi ad accompagnarlo in una delle sue sporadiche visite alla mia fazione. Oltre me, ha deciso di portare anche Alina, suppongo in un tentativo di risanare il loro rapporto, divenuto meno saldo per via della morte del padre. Finora, temo che non abbia funzionato.

"Vostra Maestà, non state così vicina al bordo", mi ammonisce David alle mie spalle.

Dalla nostra partenza solo una settimana dopo l'incoronazione, non si è vista nemmeno l'ombra di una sirena e dubito che attaccherebbero la nave su cui sta viaggiando il re, rischiando di inasprire ancora di più il conflitto sia con gli angeli che con i demoni. Atlas ha portato con sé un gruppo ristretto di soldati, viaggiando così su una sola nave e soprattutto non lasciando il palazzo indifeso, ora nelle mani dei suoi consiglieri più fidati.

Lasciandomi sfuggire un sospiro, faccio comunque come mi ha chiesto e indietreggio di qualche passo, soltanto perché già ho messo il povero David nei guai fin troppe volte.

"Pensi che tornerà un giorno?"

Con la coda dell'occhio, vedo la sua figura irrigidirsi di fianco a me. Sa bene che mi riferisco alla mia vecchia ancella, colei che consideravo un'amica e che invece ha pugnalato tutti alle spalle.

"Sì, ma ci conviene pregare che non lo faccia".

La nave, che solca le acque grazie al dominio dell'aria dei marinai, si avvicina sempre di più alla sua destinazione. Oltre al vulcano, tra la nebbia mattutina presto si intravedono le sagome delle case, le palme alte che toccano il cielo e sotto di noi la barriera corallina che dipinge l'acqua di mille sfumature diverse, dall'arancione al fucsia. Casa. Ma di ciò che la rendeva casa è rimasto poco e niente...

Quando giungiamo in porto e scendiamo dalla nave, veniamo circondati dal via vai indaffarato dei pescatori che stanno già rientrando dalla loro uscita mattutina, tagliando le reti colme di pesce e spostando il bottino in dei contenitori, nei quali poi lo trasporteranno ad essere venduto. I pescatori si inchinano al nostro passaggio, alcuni scrutandomi sorpresi, altri rivolgendomi occhiate torve e bisbigliando fra loro.

Di sicuro non mi aspettavo che mi avrebbero riaccolta a braccia aperte dopo il mio matrimonio con Atlas, che ai loro occhi dev'essere stato un tradimento, una scelta egoista per salvaguardarmi. Soprattutto quando sono trascorsi ormai mesi e non ho dichiarato guerra agli angeli, come avrebbe fatto mia sorella, bensì ho accettato un'unione tra i nostri due popoli.

Eppure, i loro sguardi contrariati mi infastidiscono ugualmente.

Alina, di fianco a me, si guarda intorno a bocca aperta cercando di assimilare il più possibile di ciò che la circonda. Osserva i lavoratori, non so se sorpresa di vedere delle donne che svolgono lavori manuali e che, senza accennare il minimo disgusto, rimuovono le interiora dei pesci a mani nude. O forse la parte più insolita per lei è che stiano indossando dei pantaloni.