Capitolo 14- cosa sta succedendo?

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Tyler pov's

Sono passate ormai due settimane da quando Alexis è stata colpita e da quando hanno provato ad assalirla in ospedale senza successo, e sono anche due settimane nella quale ognuno di noi non sa come diamine muoversi.

Non abbiamo la più pallida idea di chi sia la persona che prova a colpirci se non seguiamo i suoi ordini ma l'unica cosa che abbiamo é un cognome, Austins.

Volevamo andargli a parlare subito dopo essere usciti dall'ospedale ma Alexis ci ha costretti a non farlo perché voleva esserci pure lei in quel momento.

Così, per quanto riguarda me, sono due settimane che faccio aventi e indietro dall'ospedale e che provo a farmi perdonare da Taylor.

Abbiamo parlato solo una volta, ed é stato quando lo ha scoperto ma non ci siamo detti granché perché era come paralizzata, e come biasimarla...

Ha scoperto che tutto quello che credeva di me da ormai un anno a questa parte fossero solo cazzate che avevo creato io per non farla stare male.

Il tradimento, le mie parole, le mia azioni e le sue erano tutte frutto di una menzogna che io in prima persona non avrei mai voluto creare.

Si é trasformata in un corpo privo di emozioni o almeno con un cuore di ghiaccio quando ha scoperto il tradimento, o dovrei dire il finto tradimento...

Ma voglio che lei sappia che lo farei altre mille volte se questo significa tenerla al sicuro.

Preferisco che lei mi odi da viva che da morta.

Adesso dopo essere uscito da almeno 5 minuti dall'ospedale mi trovo davanti casa sua nella speranza che lei ci sia e che dopo troppo e troppo tempo noi due possiamo riuscire a fare una conversazione decente.

Scendo dalla macchina e mi incammino verso la porta e quando sto per bussare la porta si apre.

«Stavi uscendo?» le chiedo non appena apre definitivamente la porta mostrandosi totalmente.

«No, ti ho visto dalla finestra e ti sono venuta ad aprire, vuoi entrare?» stavolta a differenza di tutte le altre volte nella quale abbiamo parlato lei non mi riserva sguardi disgustati o parole d'odio e non posso fare altro che esserne sollevato.

Io annuisco e lei mi fa spazio per farmi passare.

«Vieni andiamo in camera mia» le si dirige al piano di sopra e io la seguo.

Entriamo nella sua stanza che é indentica a quando l'ho vista l'ultima volta un'anno fa ma non mi ci soffermo più di tanto perché lei chiude la porta e inizia a parlare.

«Cosa ci fai qui Tyler?» sa perché sono qui ma ha deciso di chiederlo lo stesso.

«Penso che tu sappia perché io sia qui»

«Sinceramente Tyler vuoi sapere cosa penso davvero?» chiede in modo retorico ma io annuisco lo stesso «Penso che ho passato mesi a odiarti per qualcosa che non avevi fatto, penso che sono stata così male che avvolte pensavo di dire basta perché tutto sembrava troppo... quando ho visto quel video Tyler non provavo niente che non fosse rabbia, delusione e voglia di vendetta. Mi sono ripromessa di farti soffrire così tanto al punto nella quale tu mi avresti implorato pietà. Da quel giorno io non sono stata più la stessa ero diventata gelida e scostante a scuola e a casa non facevo altro che piangere, infatti per non far pesare troppo su i miei ho iniziato a prendere anti depressivi per i primi mesi per poi dire basta e prefissarmi di non darti la soddisfazione di vedermi a pazzi. Mentirei se non ti dicessi che a mandarmi avanti oltre l'amore delle persone alla quale voglio bene non ci fosse anche il desiderio di vendetta perché sarebbe una balla bella grossa. Tu pensi di avermi salvata dalla morte o dalla sofferenza che altri potrebbero avermi causato ma mi hai mandato incontro a un'altra cosa peggiore che é stata la depressione. Non avevo più autostima mi guardavo allo specchio e mi veniva da vomitare. Sono finita più volte in ospedale perché non mangiavo e sono arrivata a finire dallo psicologo. Quando tu hai deciso di fare quel video per evitarmi della sofferenza me ne hai causata altra ancora più forte Tyler. Il tuo tradimento non é stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma é stata vedere al tua indifferenza nei miei confronti che mi ha completamente destabilizzato, quando ti guardavo non vedeva più il bambino che quando mi sbucciavo le ginocchia mi disinfettava le ferite, vedevo solo un ragazzo troppo codardo per lasciare la propria ragazza. Sei sempre stato la mia roccia e quando ti ho perso con te se ne andata anche una parte di me, la più importante...» le ultime parole le escono in un sussurro quasi non riuscisse ad ammetterlo.

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