CAPITOLO III

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Era notte fonda, Ray dormiva profondamente nel suo letto, la magia di Aria aveva funzionato, gli incubi erano svaniti , ma qualcosa in quella stanza stava per cambiare; l'una di notte era appena scoccata, un rumore si sentì, non furono i soliti lamenti del giovane ma ben si il bruire delle fiamme.
Esse cominciarono ad uscire dalla borsa di Ray, non cessavano, ma il fuoco non ardeva, era quasi freddo come il ghiaccio, possibile che tale magia provenisse dal libro? La borsa si aprì, una piccola zampa si appoggio sull'orlo di essa, poi l'altra; di cosa si trattava? Il corpo di tale essere era ancora vastamente nascosto dalle fiamme, non vi era nessun modo di riconoscerne la forma né perlomeno il colore; la creatura continuava a muoversi come se fosse spaventata dal nuovo ambiente circostante e Ray, troppo stanco per accorgersi di ciò che stava accadendo, continuò a dormire.
Ma ecco che la sedia, sul quale poggiava la borsa, cadde.

« C-chi va là? » urlò il ragazzo, sembrando tutto al di fuori che minaccioso; attese qualche secondo poi, non ottenendo alcuna risposta, tornò tra le braccia di Morfeo.

La creatura finalmente si rivelò, era uno strano cucciolo, sicuramente non terrestre, che pian piano si fece coraggio e uscì del tutto dalla sacca, dirigendosi verso il letto. Con un balzo ci saltò sopra e stremato, forse dal viaggio appena compiuto, si appisolò di fianco all'umano.

Il mattino seguente, al sesto rintocco dell'orologio, il gallo cantò.

« Dannato pennuto, prima o poi qualcuno ti strozzerà, te lo assicuro! » sussurrò Ray, con il viso ancora tutt'uno col cuscino. « Ma cosa diavolo! » esclamò poi il ragazzo, appoggiando per sbaglio la mano dietro la schiena e sentendo qualcosa di peloso. L'istinto lo portò a girarsi di scatto ed ecco che lo vide. Quel piccolo essere russava di fianco a lui come se nessun rumore potesse svegliarlo, sembrava così innocuo che l'istinto di sopravvivenza di Ray cessò di allarmarlo per qualche istante.
Il ragazzo non sapeva che fare, le situazioni bizzarre stavano sfuggendo letteralmente di mano, si trovava in compagnia di un qualcosa di mai visto prima, poi lo guardò bene, nei minimi dettagli: orecchie lunghe, un muso tenero a prima vista, piccola stazza; si accorse di aver già assistito a quelle caratteristiche non poco tempo prima, era un Dorfox, ma cosa ci faceva a Londra una creatura dei suoi sogni? Il ragazzo cominciava a pensare che le sue caotiche nottate non fossero soltanto frutto della sua fantasia , d'altronde le prove che quel mondo esistesse veramente, e non fosse inventato, aumentavano di giorno in giorno senza lasciar scampo alle contraddizioni.

« Ray, Ray , Ray », si sentirono urla provenire da sotto la finestra, talmente forti da svegliare mezzo vicinato; chi poteva essere se non quello squinternato di Tord.
« Non urlare, Sali! » rispose Ray, invitando l'amico a salire; intanto le urla svegliarono il cucciolo che, in preda allo spavento, appena Tord varcò la porta, fece un balzo addosso al ragazzo gettandolo a terra.

« Ray. Tord. State bene ? » chiese la madre di Ray dalla stanza accanto, ovviamente allarmata dall'enorme tonfo causato dalla caduta di Tord.

« Mai stati meglio signora! » rispose Tord, rialzandosi lentamente, con un lieve dolore al fondoschiena.

« E questo cos'è? Mi devi raccontare forse qualcosa, Ray Barck? » il ragazzo non trovava una risposta all'amico, sapeva tutto su quella creatura ma allo stesso tempo niente ... era la prima volta che si trovava un Dorfox in carne ed ossa davanti a lui.
« Lui è un Dorfox, creatura molto ...", cominciò così a raccontare e per qualche minuto si trasformò nella miglior enciclopedia sulla vita dei Dorfox che Tord potesse desiderare.

Poi si sedettero sul letto e, tenendo sotto controllo con lo sguardo la piccola creatura, iniziarono a parlare del giorno precedente.


Non credo che quella creatura avesse voglia e pazienza di restarsene calma ad ascoltare i ragazzi.

PHOENIX: La nascita della FeniceWo Geschichten leben. Entdecke jetzt