La partenza

22 3 0
                                    

Impiegai parecchio tempo nel vestirmi; non avevo nessuna voglia di farlo, sarei voluta rimanere nella mia stanza per tutto il giorno. Non potevo assolutamente cedere allo sconforto; ero molto preoccupata per Lucy ed ero intenzionata ad andare da lei. Mi recai nell'ala Est e trovai subito la sua camera, dato che Damian era posizionato davanti alla sua porta con il capo chino e le mani in tasca. Non si era ancora accorto della mia presenza ed era molto strano perché riusciva a percepire anche il più piccolo dei rumori. Sembrava in preda allo sconforto; evidentemente qualsiasi cosa gli frullasse in testa in quel momento era molto più potente dei suoi sensi.

"Damian," pronunciai il suo nome a voce alta. Continuava a rimanere a capo chino con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni immobile dinanzi alla porta. Indossava una camicia nera molto aderente che gli evidenziava la possente muscolatura. Mi rendevo conto di quanto fosse attraente e soprattutto di quanto fossi innamorata di lui. Ogni qualvolta gli ero vicina, sentivo lo stomaco stretto in una morsa.

"Che ci fai qui?" mi chiese in tono pacato e senza alzare lo sguardo.

"Sono venuta ad accertarmi che Lucy stesse bene; non immaginavo di trovare anche te," feci qualche passo e mi avvicinai a lui implorando. "Ti prego, non essere arrabbiato con me. Sono venuta a cercare Lucy per porre rimedio al casino che ho causato, sempre che non sia troppo tardi."

In preda all'ansia, attendevo una sua risposta. Alzò il capo e puntò il suo sguardo magnetico su di me; mi venne un groppo in gola. Quell'essere mi sconvolgeva. Mi voltai di scatto, cercai di sfuggire a quello sguardo che mi stava provocando un vortice di emozioni e bussai alla porta di Lucy.

"Lucy, Lucy, ti prego rispondimi, sono io Cristina. Sono venuta per dirti che non devi farti una colpa per ciò che è accaduto. È solamente colpa mia. Ti prometto che la sera non uscirò più dalla mia camera, Lucy, ti voglio molto bene."

Mentre stavo pronunciando quelle parole, Damian, che era dietro di me, mi attirò a sé premendo così forte il mio corpo verso il suo che riuscivo a sentirgli tutta la muscolatura contratta dal desiderio. Mi allontanò i capelli dal collo ed iniziò a baciarlo delicatamente. Fortunatamente, prima che perdesse il controllo, Lucy aprì la porta e lo riportò alla realtà. Feci appena in tempo a sfuggire alla presa di Damian che lei mi coinvolse in un caldo abbraccio.

"Allora non sei arrabbiata con me?... Credevo non volessi più vedermi," continuò visibilmente sollevata quando contraccambiai il suo abbraccio.

"Sono felicissima. Se tu mi avessi odiata per quello che stavo per farti, non me lo sarei mai perdonato," pronunciai con voce rotta dall'emozione.

Quel tenero attimo venne interrotto da una frase pronunciata in tono minaccioso da Damian.

"Ahhh, finalmente sei uscito fuori dalla tua tana! Hai fatto benissimo perché stavo per venire io a stanarti," si rivolse a Dracor che stava procedendo con passo spedito in direzione di Damian con il suo solito sorriso beffardo stampato in bocca.

Ero convinta più che mai che si sarebbero azzuffati di brutto. Notai il pallore impresso sul volto di Lucy. Anche lei era consapevole del terribile scontro che stava per avvenire e ne era terrorizzata; Damian e Dracor erano vicinissimi l'uno dinanzi all'altro. Riuscivo a percepire la tensione che si era creata tra di loro. Damian aveva tutti i muscoli del viso contratti, sembrava stesse per far esplodere tutta la rabbia accumulata nel tempo. Il licantropo, per niente intimorito, puntava il suo sguardo su Damian sfidandolo, incurante del fatto che se si fossero scontrati avrebbe sicuramente avuto la peggio, dato che il vampiro era molto più forte di lui.

Quando sembrava che lo scontro tra i due fosse imminente, il timbro di una voce glaciale ci fece sobbalzare.

"Smettetela voi due, o mi occuperò personalmente di entrambi," disse un essere a dir poco spettrale che con passo deciso stava venendo verso di noi. Il suo viso sembrava una maschera di porcellana per quanto fosse liscio e lucido. Gli occhi chiarissimi facevano risaltare le sue labbra colorate di blu. Aveva addosso un cappuccio anch'esso colorato di blu che non lasciava intravedere alcun segno di capigliatura; una tunica di quel colore le copriva il corpo.

I due litiganti si fecero da parte al suo arrivo e davano l'impressione di temere molto quell'essere. Mi domandavo chi fosse; di lì a poco, la mia curiosità venne appagata.

"Cacciatrice!" le si rivolse Damian, continuando, "ti chiedo umilmente perdono per il disturbo che ti abbiamo arrecato nel farti arrivare fin qui. Questa faccenda potevo anche risolverla da solo."

L'essere gli rispose abbastanza irritata.

"Non sono venuta fin qui per risolvere le vostre diatribe, cercavo lei," pronunciando quelle parole, puntò l'indice nella mia direzione. Mi venne la pelle d'oca.


"Cerca me?... Che cosa può volere da me?..." - Non riuscivo ad emettere un fiato, la paura mi aveva resa muta. Damian si rese conto dello stato in cui ero e le chiese in preda all'ansia: "Che cosa mai puoi volere da lei?..." La porterò con me in un lungo viaggio." Damian, visibilmente sconvolto: "Non puoi assolutamente portarla via da questo luogo, lei è qui per uno scopo e sai perfettamente quale." "Non dipende da me, è un ordine che mi è stato imposto dal principe degli angeli e non mi è stato rivelato il motivo. Anzi, ti dirò, che non sono affatto entusiasta di portare con me questa mortale indifesa. Mi rallenterà moltissimo, ma devo ubbidire agli ordini che sono quelli di partire immediatamente."

Cercai di riprendermi, ero perfettamente a conoscenza del suo potere sapevo perfettamente che se avessi tentato di scappare non sarei potuta sfuggirle in alcun modo, le chiesi rassegnata con il tono di voce rotto dal pianto: "Dove dovremmo andare?..." "Faremo un viaggio indietro nel tempo di parecchi secoli che ci condurrà in Corea, nell'antico regno di Goguryeo." "GOGURICOSAAAA! COM'E' POSSIBILE VIAGGIARE INDIETRO NEL TEMPO?... ED IO CHE COSA VENGO A FARE IN QUEL LUOGO?..." - Le chiesi disperata. Rispose abbastanza seccata: "Questi sono gli ordini e, come ti ho spiegato prima, neanche io sono stata messa al corrente del motivo per cui devo condurti in quel luogo. Tutto ci verrà spiegato al momento opportuno quindi smettila di frignare, saluta i tuoi amici e seguimi."

Mi rendevo conto di essere in trappola e di non avere via di scampo. Sentivo scendere le lacrime lungo le guance, non avevo neanche la forza di asciugarle per quanto ero sconvolta. Lucy mi si lanciò letteralmente addosso stringendomi in un forte abbraccio, Damian anche lui molto provato allontanò Lucy e mi abbracciò teneramente sussurrandomi all'orecchio: "Ti prego ascoltami attentamente se vuoi salva la vita, fa esattamente ciò che ti dice è molto pericolosa ed io non ho alcun potere su di lei." Pronunciò quella frase con la voce rotta dall'emozione poi mi baciò delicatamente sulla guancia e si allontanò da me. Dracor rimase impassibile, visibilmente sconvolto dai fatti non ebbe neanche la forza di salutarmi.

La cacciatrice rivolgendosi a me disse: "Ora muoviti, non abbiamo più molto tempo." Voltò le spalle incamminandosi con passo deciso, rivolsi nuovamente lo sguardo verso Damian visibilmente abbattuto per la sua impotenza verso di lei e per il mio allontanamento. Ancora un ultimo sguardo verso di loro, mi voltai e seguii quell'essere colorato di blu che mi stava conducendo a Goguryeo.


E Poi arriva l' amoreWhere stories live. Discover now