Sono due...

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Venti minuti prima 

“IL FIGLIO DI DIO! IL FIGLIO DEL SUO CAZZO DI CAPO, CAPISCI?!” urlò Crowley, sotto le vesti di Nanny Ashtoreth, mentre beveva a sorsi la birra che aveva ordinato.

“Accipicchia, compa’...” commentò Salvo Ficarra, seduto sullo sgabello accanto a lui. 

“E cosa hai intenzione di fare…?”

“Abortisco, ovviamente!” esclamò indignata Ashtoreth, bevendo dalla bottiglia. 

“Oh!” esclamò sorpreso il riccio, guardandola con occhi leggermente sgranati. “Compa’, sei sicuro…?”

“Ovvio che sì! Perché?” 

“Sai… un bambino, un figlio, ti cambia la vita.” commentò in tono dolce. 

“Tu ne hai?” domandò curiosa la rossa. 

“Due” rispose sorridendo, per poi bere un sorso dal boccole. 

Pochi secondi dopo, mentre continuavano a parlare, notò che un signore sulla cinquantina stava fissando Crowley femminile fin troppo a lungo per essere un equivoco. 

Provò a farglielo notare con un cenno della testa, ma il Demone scrollò le spalle e mosse la mano come se non fosse importante.

“Compa', vado un attimo in bagno. Stai attento” sussurrò quelle due ultime parole con un cenno della testa al signore che la stava ancora fissando, Crowley annuì distrattamente e ordinò una nuova birra. 

“Cosa ci fa una bellezza come te in un posto come questo?” 

La voce roca e ubriaca dell’uomo fecero sobbalzare Crowley, che non pensava che quella situazione poteva seriamente succedere. 

Si girò svogliatamente, appoggiando la testa sulla sua mano e lo guardò con aria disinteressata. 

“E se ti dicessi che non sono altamente cazzi tuoi?” rispose aspro il Demone, sistemandosi gli occhiali da sole. 

“Coraggiosa la signorina. A proposito di cazzi…” 

“Vai a fare in culo.”

“Il tuo?”

Crowley sgranò gli occhi dalla volgarità di quell'uomo. Gli fece schifo solo pensare a come una parte della sua tanto amata umanità fosse da buttare nel cesso.

“Ma scusi, una domanda” intervenne Crowley picchiettandosi il mento con il pollice. 

“Sì, bellezza?” 

“Ma chi te l’ha chiesto di rompere i coglioni?” 

“Il coso qui sotto”

Crowley lo guardò disgustato, lanciò una veloce occhiata dietro di sé per vedere se Salvo fosse nelle vicinanze, e non appena si girò di nuovo vide il volto di quell’uomo a pochi centimetri dal suo. 

Si alzò immediatamente dallo sgabello, cadendo rovinosamente per terra e di schiena. Alzò lo sguardo terrorizzato. Sì, per la prima volta in vita sua, Crowley aveva paura. 

“Cazzo fai!!”

“Cazzo fai te! Adesso esci con me e salta in macchina, troia”

“Cor cazzo, stronzo!” esclamò la rossa scioccata, gli occhi di tutto il Pub erano puntati su di loro e persino il barista aveva deciso di fare da spettatore invece di fermare quell’uomo.

“Aoh, come ti permetti! Adesso ti faccio vedere io” si avvicinò pericolosamente a Crowley e gli tirò un pugno nell’occhio, spingendolo all’indietro.

Another Life Where stories live. Discover now