Lo teniamo?

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"CHECCOSAHAIDDETTO" urlò Crowley tutto d’un fiato, cercando di mettersi seduto con scarsi risultati.

"Sei incinta, mister sei-caffè-in-una-tazza-grande." ripeté Nina impassibile.

"Ma... com'è possibile?" domandò Aziraphale, fingendo confusione e evitando in tutti i modi lo sguardo del compagno.

"Ah, non chiederlo a me. Siete voi gli esperti del paranormale"

"Non facciamo paranormale! Non siamo mica -ahia!- fantasmi o cosa!" esclamò il Demone.

"Beh, Nina non ha tutti i torti, in fondo paranormale vuol dire proprio oltre al normale, e per noi questo non è assolutamente normale. Angeli e Demoni, intendo." intervenne Maggie, tornando nella stanza con una tazza di thè in mano.

"Sì, ma non siamo fantasmi!" ribatté

"Lo so"

"Qualunque cosa siate, non è di certo normale un uom- un maschio incinto. A meno che nel vostro mondo non sia possibile..?" domandò la mora guardando l’Angelo, che arrossì e scosse immediatamente la testa.

"No, no. Per carità!” fece una piccola pausa, per poi finalmente guardare l’uomo sdraiato accanto a lui. “A meno che… caro, ti ricordi di ieri sera?”

“C-certo, Angelo” rispose il rosso “Perché?”

“Caro, se non mi sbaglio… per la maggior parte del tempo sei stato in una forma femminile. Non vorrei…” provò, sapeva benissimo che non era vero, ma era la scusa più plausibile che gli fosse venuta in mente.

“MI STAI FORSE DICENDO CHE HO NOSTRO FIGLIO QUA DENTRO?!”

“È- è probabile, mio caro”

Richiamato e preoccupato da tutto quel trambusto, l’ex Arcangelo Gabriele salì in fretta la scala a chiocciola e si diresse verso l’unica porta aperta, ovvero la camera dove lui stesso era stato per un anno intero.
Non appena si affacciò ci volle tutta la sua serietà per non scoppiare a ridere: Crowley era disteso sul letto con la camicia aperta e i capelli in disordine e il resto delle persone era attorno a lui come se fosse morto e gli stessero facendo un minuto di silenzio.

Crowley notò, o meglio percepì, la sua presenza e quando i loro occhi si scontrarono per poco non si prese un infarto.
Si chiuse immediatamente la camicia, mettendosi in una posa rispettabile, e prendendo immediatamente la mano di Aziraphale.

“AAAAAAH, UN COGLIONE!” esclamò sussultando, e Gabriel alzò gli occhi al cielo.

“Bene, e neanche la gravidanza lo fa addolcire a questo qua?” domandò incrociando le braccia e mostrando un fare toscano -precisamente pisano- che nessuno aveva richiesto.

Lo sguardo del Demone passò dall'ex Arcangelo al suo compagno, che stava cercando di non ridergli in faccia, per poi passare a Nina e Maggie, che stavano cercando di capire ancora come fosse possibile quella gravidanza.

“E tu come diamine-”

“Gliel’ho detto io…” mormorò Aziraphale abbassando lo sguardo. Crowley si girò talmente in fretta verso di lui, che sentì un crampo al collo.

“Ma-”

“Senti, caro, è la prima cosa che mi è venuta in mente. E adesso non ti conviene cominciare la predica, perché urlando peggiorerebbe i dolori. Quindi, per favore-”

“Ho capito, ho capito. Occupiamoci di qualunque cosa abbia.” sbuffò Crowley, buttandosi di nuovo sul letto.

“Si potrebbe fare un test di gravidanza!” disse Nina, cercando di farla apparire come una genialata.

“Come funziona, cara?” domandò Aziraphale gentilmente, portando una sua mano tra i capelli del compagno e giocando con uno dei suoi riccioli rossi.

“Vado a comprarlo e poi vi spiego. Maggie, vieni con me?”

“Certo!”

Una volta uscite le donne -e aver cacciato Gabriel- Crowley si lamentò costantemente con l’Angelo di aver paura di quel test, ma inutilmente, perché Aziraphale non cambiò idea: dovevano essere certi della gravidanza.

E infatti, nel pomeriggio, ne fecero almeno cinque di test per essere sicuri: in ospedale, a casa da soli, di nuovo in un ospedale diverso, e poi di nuovo a casa.
Era inevitabile, le prove parlavano chiaro: Crowley era incinto e non aveva la minima idea di come fosse possibile.

“D’accordo Angelo…d’accordo, manteniamo la…ARGH" Il Demone stava camminando avanti e indietro per la stanza, con le mani dietro la schiena, in preda al panico e imprecando il più possibile.

“Crowley, caro,…potresti evitare di-?” domandò Aziraphale spaventato, accennando un timido sorriso.

“Angelo” e qui aggiunse un’altra bestemmia “Ti rendi conto della situazione?”

“Sì, certo…ma mi riferivo a-”

“Oh, alle bestemmie?” domandò Crowley smettendo di camminare e guardando finalmente il compagno negli occhi. “Scusa Angelo…sai, ci sono abituato quando sono nel panico.”

“Lo so…devo farci l’abitudine”

“Quindi questo…questo coso che ho nella pancia, lo teniamo?” si avvicinò all’Angelo, togliendosi gli occhiali da sole e facendo incontrare i loro sguardi. Gli occhi violacei del biondo erano un qualcosa a cui si doveva ancora abituare, ma doveva ammettere che gli donavano.

“Sì,mio caro, lo teniamo” rispose con un sorriso. “E che sia dannato se accadesse il contrario” aggiunse tra sé e sé.

SÌ LO SO, È CORTO, MA IL PROSSIMO SARÀ MEGLIO.

A PRESTO ARCOBALENII

P.s. Aristide e Salvo torneranno presto in pista

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