Ineffabile

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Nel frattempo, in un luogo molto lontano, non in Olanda ma un po' più su (molto più su), almeno un centinaio di -più o meno- persone era riunita in cerchio in un enorme salone e al centro, dal soffitto, proveniva una luce accecante che disegnava un cerchio sul pavimento.

Gli Angeli, ovvero quel centinaio di individui nella stanza, era in fermento per qualcosa. Certo, le loro riunioni si svolgevano giornalmente, ma mai con la presenza di…Lei, la Signora, creatrice dell’universo, conosciuta agli umani con il nome di Dio.

Per quella riunione, persino Aziraphale era dovuto salire in Paradiso, con disappunto di Crowley, ed era leggermente nervoso, essendo che ora non era più un semplice Angelo custode della Porta Orientale, ma bensì l’Arcangelo Supremo.

“Azraphel…?”

Il biondino si girò immediatamente nel sentire quella voce familiare, sobbalzando per lo spavento improvviso, i suoi occhi violacei si sgranarono per lo stupore e poté sentire il battito del suo cuore accelerare, ma per la paura.
La persona, o meglio l’Angelo, davanti a lui era stato molto importante agli inizi del suo tempo in Paradiso, soprattutto dopo la caduta di Crowley.

“Aristide…”

Mormorò quel nome con incertezza, stupore, rabbia, risentimento…insomma, un mischiume di emozioni che era impossibile da descrivere.
Lui e Aristide avevano avuto una storia, se così si poteva chiamare il loro baciarsi ogni tanto, ed era stata brutalmente interrotta dall’altro perché -secondo lui- non sarebbero andati molto lontano.

“E comunque il mio nome è Aziraphale.” aggiunse qualche secondo dopo, con un tono molto più sicuro.

“Scusami?” domandò l’altro Angelo, biondo con gli occhi castani.

“Il mio nome è Aziraphale, non Azraphel.”

“Oh…va bene, scusami. Eppure ti piaceva-” provò con tono gentile, in fondo stavano solo parlando no?

“Esatto, piaceva. Tempo passato, ora scusami”

Aziraphale si allontanò da lì e si avvicinò a Gabriel, anche lui richiamato lì, che stava guardando una foto che teneva tra le mani.
Il biondo notò che l’ex Arcangelo si era fatto allungare i capelli e doveva ammettere che stava decisamente meglio in quel modo.

Gabriel posò lo sguardo su di lui per un paio di secondi, accennando un debole sorriso, per poi tornare a fissare con aria persa la fotografia di lui e Beelzebub a Parigi, sotto la Torre Eiffel, che si baciavano.

“Siete una bella coppia,sai?” commentò con un sorrisetto, rompendo il silenzio.

“Oh…grazie Aziraphale.” Gabriel sembrò tornare alla realtà, ma non lasciò che fotografia se ne andasse dalle sue mani. “È…è importante per me…”

“Oh posso capire. Io ho una foto di me e Crowley dal 1941 nella tasca del giubbotto, non la toglierei da lì neanche per tutto l’oro del mondo.”

“Davvero?”

“Oh sì, aspetta”

Portò una mano nella tasca della giacca beige e tirò fuori una foto da polaroid, raffigurante lui e Crowley durante il suo spettacolo come prestigiatore. La mostrò all’amico, perché sì ormai potevano definirsi amici, con un sorriso e lo vide sgranare leggermente gli occhi.

“Che…carini” commentò Gabriel con un sorriso, restituendo la foto all’altro, che la mise di nuovo in tasca dopo aver posato un bacio nel punto dove era raffigurato Crowley.

“So che tu e Crowley non andate d’accordo ma…è speciale per me, proprio come Beelzebub lo è per te.”

“Capisco. Ora più di prima.” disse, per poi lasciarsi sfuggire una risata.
“Beelzebub mi aperto le vedute.”

Another Life Where stories live. Discover now