Oh dear

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Era una notte nuvolosa, una tipica notte inglese nella piccola cittadina di Soho e in una libreria, precisamente la A.Z.Fell & co, una coppia stava abbracciata sul loro letto matrimoniale e il più basso dei due non riusciva a dormire.

Aziraphale Fell aveva troppi pensieri per la testa per riuscire a dormire, lanciava occhiate al Demone accanto a lui per controllare che stesse bene e poi tornava a fissare il soffitto.
I suoi occhi viola, una volta celesti, sembravano poter scrutare e rompere il buio della stanza, le sue mani erano sul suo stomaco e stavano stringendo quella smaltata di nero di Crowley, che ronfava beatamente ingnaro di tutto.

Avevano fatto l'amore, avevano fatto l’amore anche quella sera. L’Angelo aveva provato a convincerlo a rilassarsi per non far del male al bambino, ma il rosso lo aveva spinto nel letto senza fare storie.
Non poteva non ammettere di amare ogni loro ‘prima volta’, ma pensò razionalmente che Crowley avrebbe dovuto riposare, essendo già al sesto mese.

Già, la gravidanza… quel suo stupido errore sarebbe bastato a togliergli la sua carica di Arcangelo Supremo.
Era terrorizzato al fatto che Crowley scoprisse la verità sul bambino, ma era altrettanto terrorizzato della Sua reazione. 

“Mhm…” il Demone mugolò nel sonno, mettendosi su un fianco e appoggiando distrattamente la testa sulla spalla di Aziraphale; il biondo sobbalzò sorpreso.

“Oh Crowley” pensò sorridendo “che Dio mi perdoni

La mattina dopo, verso le prime luci dell'alba, Aziraphale si alzò lentamente dal letto, posizionò un peluche tra le braccia del compagno e gli lasciò un biglietto sul cuscino.
Si vestì con la sua uniforme da Arcangelo, sistemò i suoi riccioli biondo platino e con uno schiocco di dita si materializzò in una stanza riservata della biblioteca.

Sul pavimento c’era un enorme cerchio segnato con un gessetto, delle candele a cera e una stella disegnata al centro di esso.
Aziraphale chiuse la porta a chiave, congiunse le mani in segno di preghiera sotto il mento e chiuse gli occhi, pregando silenziosamente.

Il cerchiò si illuminò immediatamente di blu, le candele si accesero come per miracolo e una luce accecante arrivò da sopra il soffitto.
L’Arcangelo Supremo sgranò gli occhi sorpreso, non avendo creduto veramente che avrebbe funzionato, ma quando sentì quella voce familiare tirò un sospiro di sollievo.

“Aziraphale, mio adorato figlio, mi hai chiamato?” la Sua voce era calma, pacata, come se avesse programmato tutto e non stesse aspettando altro.

“Mia Signora… Io-... Io credo… Io credo di aver fallito il mio compito.” mormorò, con vergogna sul volto, abbassando lo sguardo.

“Se ti riferisci alla tua relazione con Crowley, figliolo, sai bene che sono comprensiva.”

“No- ecco… io credo-” balbettò imbarazzato, arrossendo. Lanciò un veloce sguardo oltre la porta, immaginando il compagno che dormiva beato nel loro letto. “Io… ho confuso il destinatario del Secondo Avvento! È stato un incidente, non volevo lo giuro!! Non togliermi dal Paradiso, ti prego…!”

Ci fu un silenzio di tomba, Aziraphale non aveva mai temuto così tanto di essere tolto dal Libro della Vita.
Cosa avrebbe detto a Crowley? Come avrebbe fatto a portare avanti quel peso senza di lui?

“Aziraphale…”

“Per favore, non mi uccidete!"

“...lo sapevo già”

“Come…?” domandò sorpreso e commosso, sgranando gli occhi.

“Beh-”

“Ah, giusto, Lei è… l'Onnipotente”

Another Life Where stories live. Discover now