Quando lasciarono la casa e uscirono definitivamente dalla casa infilandosi nella macchina con cui l'autista li avrebbe portati all'aeroporto, Emma si stropicciò gli occhi con le dita per cercare di trattenere le lacrime di dispiacere. Mattia le poggiò una mano sul ginocchio, come a volerla confortare, ma non incontrò il suo sguardo poiché era impegnato a guardare fuori. Dopo qualche istante Mattia ritrasse la mano e tornò a smanettare col suo cellulare. Emma prese un respiro profondo e decise che avrebbe dormito durante il volo. Scrisse un messaggio a sua madre per dirle che sarebbe tornata quel giorno, che sua zia le mandava i saluti. Sua madre rispose velocemente dicendole che non si sarebbero visti dato che loro avevano approfittato della sua assenza per godersi una vacanza. Emma infilò il telefono in tasca e mantenne il silenzio fino all'arrivo. Mattia, durante il volo, ascoltò musica, Emma rilesse gli appunti che aveva portato con sé. 

L'autista del ritorno li lasciò davanti a casa della ragazza, dove Mattia aveva lasciato la sua auto. 

"Allora..." azzardò lui "ci vediamo domani?" 

Emma si guardò alle spalle e contemplò casa sua, poi tornò a guardare Mattia che le sorrideva e annuiva. 

"Se vuoi posso aiutarti a portare dentro i bagagli" si propose lui. 

Emma annuì e i due si diressero verso casa. Lei fu contenta di stare altro tempo con lui, anche perchè sapeva che stando sola sarebbe stata inondata dai suoi amari pensieri. 

Quando le porte dell'ascensore si chiuse, Mattia si avvicinò a lei. 

"So che forse non serve, ma vorrei parlare di quello che è successo in Francia" disse lui tutto d'un botto. 

Ad Emma scappò una risata: "Ti riferisci al sesso, suppongo."

"Esattamente" le rispose lui con un sorriso mentre abbassava la testa timidamente. 

Emma aprì la porta e Mattia lasciò le sue valigie all'ingresso e si poggiò allo schienale del sofà, reggendosi con i palmi delle mani. Emma si spogliò lasciando le sue cose sul dorso dei una sedia, poi restò in piedi davanti a lui a braccia conserte. 

"Dimmi" lo incalzò. 

"Non fraintendere le mie parole" iniziò lui " ma preferirei che rimanesse tra di noi. Non perchè non voglio che si sappia, è solo che non vorrei che fosse sulla bocca di tutti. Vorrei conservarlo come ricordo...nostro."

"Aurora lo sa già" ridacchio lei alzando le spalle. 

"Di lei mi fido" sorrise lui "però non vorrei che diventasse una questione di stato. Tipo con Edoardo e Viola."

"No, ovvio" annuì lei trovandosi completamente d'accordo. 

Mattia, con un cenno del capo, sancì quel loro patto intimo e non aprì più bocca fino a quando, dopo qualche momento di silenzio, lui si avvicinò, le lasciò un bacio sula guancia e si diresse verso la pota dandole appuntamento al giorno dopo per festeggiare il Capodanno anche con gli altri amici. 

"Comunque" disse poi lui, già fuori dalla casa "è bella la Francia" concluse, le rivolse un sorriso e chiuse la porta di ingresso lasciandola con un sorriso mieloso e nostalgico sulle labbra e tanti bei ricordi di quella vacanza. Mai come in quel momento fu felice di non avere i genitori a casa con lei, mai era mai stata così spensierata nel non sapere dove fossero e quando sarebbero tornati. Sperò di godersi il Capodanno con tranquillità, senza esagerazioni, e di non vederli fino al prossimo rientro dal campus a casa. Non le sarebbero di certo mancati e non si sarebbe dispiaciuta nel tornare all'università senza salutarli, anzi: si sarebbe tolta un bel peso emotivo che non aveva nessuna voglia di portarsi a lezione o nella stanza nell'anno nuovo. 

Good Positions IIWhere stories live. Discover now