Capitolo 7

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Emma era china sulla sua scrivania quando Mattia bussò alla sua porta. Lei si alzò e aprì, poi torno a sedersi: "Che fai?" chiese lui posando una mano sulla scrivania e l'altra sulla spalla di lei. Emma non mosse gli occhi dai suoi bozzetti sparsi sul tavolo. 

"Niente di speciale. Il concorso si avvicina e io devo portare qualcosa di pronto. Non ho nessuna idea quindi ho ripiegato su questa specie di portapenne. Anche se non ho idea di quanto effettivamente possa avere una chance non mi viene in mente altro" alzò le spalle lei. Lui le accarezzò la schiena, si andò a sedere sul suo letto e le disse che quell'idea, anche se forse troppo scontata e banale, era carina. 

"Magari non è un progetto innovativo, ma è bello. Io lo comprerei se fosse sul mercato."

"Grazie" sospirò lei con un sorriso abbastanza teso. Non si era tranquillizzata per niente, ma Mattia era stato carino a sollevarle l'umore. 

"Non ti do fastidio allora, ci vediamo per cena?"

"Se ho finito si" concluse lei. 

Mattia borbottò qualcosa che lei non riuscì a capire, si diresse verso di lei, le scompigliò i capelli e poi corse in fretta verso la porta per sparire dalla sua vista prima che lei potesse alzarsi per vendicarsi di quel gesto. Emma sbuffò pesantemente e si riordinò i capelli. Frustrata, guardò con sprezzo i disegni ombreggiati sapientemente che occupavano tutto il tavolo e i bozzetti accartocciati ammassati nel cestino. Decise di buttarsi sotto la doccia. 

Nel frattempo che l'acqua scorreva sui suo capelli, che avrebbero avuto bisogno di un ritocco dal parrucchiere, e sul suo corpo che era un fascio di nervi Emma si chiese del perché quella visita inaspettata e brevissima da parte dell'amico, ma non trovando risposta accantonò il pensiero e si lavò con cura godendosi il getto sulla testa e sulle spalle. 

Emma, in realtà, non finì il suo progetto poiché totalmente priva di ispirazione. Non capiva se quella mancanza era data dal suo essere focalizzata su altro o se era causa del progetto banale che aveva pensato; si presentò ugualmente a cena e si mise a sedere vicino Alessandro e Simone. Non prese parte a nessuna conversazione che avveniva in mensa: mangiava la sua cotoletta senza realmente prestare attenzione a nulla, rimarginando sulla sua idea e chiedendosi se fosse il caso di lasciar perdere. 

Viola arrivò poco dopo con Edoardo che la seguiva e si sedettero al tavolo. Emma salutò alla buona e continuò ad estraniarsi fino a che non sentì di sfuggita una conversazione tra Simone ed Edoardo. Il moro raccontava del giro infinito che avevano fatto lui e il suo compagno di stanza in un negozio per trovare qualche mensola o ripiano da mettere nella loro stanza per dello spazio in più, ma avevano rinunciato perchè non avrebbero di certo potuto trapanare il muro del dormitorio. 

Emma si accese all'improvviso, guardò Edoardo dritto negli occhi: "Ripeti quello che hai detto."

"Non possiamo metterci a usare il trapano sulle pareti e non abbiamo preso nessuna mensola. E comunque non avremmo nemmeno un trapano" disse ancora lui con le sopracciglia aggrottate e l'aria confusa sul viso. 

"Sei un genio!" esclamò lei ed esibì un sorriso smagliante ai ragazzi al tavolo. Aprì la sua pagnotta con il coltello e ci infilò dentro quello che restava della cotoletta nel piatto, incartò il panino, prese la bottiglietta d'acqua e corse in camera sua. 

Le parole di Edoardo avevano smosso in lei la fantasia: lui aveva avuto un bisogno e lei aveva tutte le carte in regola per soddisfarlo. Si lanciò alla sua scrivania lasciando la sua cena da una parte e prese fogli e matita per realizzare degli schizzi. La sua idea era una mensola di design, chiusa, in modo da sfruttare ogni spazio. Avrebbe realizzato anche dei cuscinetti adesivi per far si che non si sarebbe dovuta fissare a muro con viti e trapano. Fece una ricerca veloce sul suo pc per controllare i modelli che già esistevano e decise di dare una forma unica alla sua mensola. Sarebbe diventato un quadrato con gli spigoli smussati e delle parti in sporgenza. Creò un disegno di una composizione di mensole e quando vide che il progetto le riuscì gli occhi le brillarono dall'entusiasmo. Avrebbe scelto il metallo per realizzarla. Ne avrebbe volute avere almeno quattro per esporle sia in singolo che come composizione esempio da parete. Voleva che fosse adatta a qualsiasi ambienta e finalmente ci riuscì. Fece una foto ai suoi bozzetti e mandò un'email alla professoressa per chiederle se avrebbe potuto presentarsi da lei, ricevere qualche consiglio e creare insieme a lei il primo prototipo. 

Good Positions IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora