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┌───────────── •✝︎• ────────────┐«A pretty face, don't make a pretty heart»Robert Palmer└───────────── •✝︎• ────────────┘

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«A pretty face, don't make a
pretty heart»
Robert Palmer
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Le due settimana successive furono un vero incubo. Non ebbi un minuto di tempo libero perché mi ero accorta che non rientravo nei conti che dovevo dare una volta al mese ai fratelli Lacroix.

Con Aramis avevo raggiunto un certo livello di confidenza, quindi probabilmente se glielo avessi chiesto avrebbe chiuso anche un occhio per me. Ma non volevo. Non volevo avere debiti o suscitare compassione. Dovevo sapermela cavare da sola e non chiedere favori.

Poi, dopo il pranzo che mi aveva offerto come minimo ero in obbligo con lui per un anno.

Perciò in quelle settimane fui sommersa da clienti. Per fortuna, se così volevamo chiamarla, la voce si era sparsa un po' e avevo quasi del tutto ripreso il giro che avevo prima di esser sfrattata e licenziata.

Odiavo sempre doverlo fare, ma speravo in un futuro migliore. Speravo di riuscir a mettere da parte un bel gruzzoletto per lasciare definitivamente quel lavoro.

Ma per il momento era la mia unica garanzia per vitto e alloggio.

E per non farci mancare nulla, avevo la vagina irritata. Doveva essere cistite per tutti i rapporti che avevo avuto o forse avevo mangiato così male che ne risentivo anche in quello oltre alle tette più pesanti e i fianchi leggermente più larghi. Probabilmente un misto delle due cose.

Perciò andavo in giro sempre con una bottiglia d'acqua da due litri. Bevevo in continuazione per farmi togliere definitivamente quel bruciore e quell'irritazione costante, ma non serviva a tantissimo. Andavo in bagno decisamente più volte, ma dopo un po' di sollievo momentaneo, il dolore ritornava.

Avevo letto su internet che il riposo aiutava molto, ma io non ne avevo chissà quanto. Tutto il contrario. O mi ritrovavo per i tavoli a camminare come un'ossessa per le ordinazioni o con le gambe aperte a prendere i cazzi flaccidi.

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