Capitolo 21 - Il rapporto ritrovato

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Da quel brutto momento, i due amici ricominciarono a scriversi regolarmente, ricominciando a costruire quel bellissimo rapporto che avevano prima dell'allontamento di Cloe.

Inizialmente entrambi erano più freddi, Cloe aveva tanti altri pensieri e non era sicura di cosa pensasse veramente Edoardo, Edoardo aveva paura di tornare a stare male come già successo ormai più volte. Sapeva che, nonostante le promesse e le belle parole della ragazza, bastava poco per farla allontanare, sapeva che non sarebbe mai stata un'amicizia per tutta la vita, anche se non avrebbe desiderato altro.

Nonostante i dubbi, i due decisero di vedersi, erano sicuri che bastava passare del tempo assieme di persona per sciogliere tutto quel ghiaccio. E così fu.

Sono bastati cinque minuti assieme e sembrava che tutto il resto delle loro vite fossero solo immaginazione. Che la loro vita fosse quella, quando stavano assieme.

Da quel giorno la loro amicizia ritornò esattamente a quella della scorsa estate. Anzi, ancora più bella, genuina e forte. Loro erano Edoardo e Cloe, non avevano mai avuto e mai avranno un rapporto come con Stella e Armando, ma avranno per sempre un rapporto unico e una complicità che non ritroveranno in nessun altro. Entrambi lo sapevano ed entrambi, forse, mai sono stati capaci di vederlo e accettarlo.

Ormai si vedono ogni settimana, e quando possono anche di più. A differenza dell'anno prima non c'è mai negativà, non ci sono musi lunghi o cambi di umore improvvisi durante le serate. Stanno bene e la primavera e l'estate scorrono via come un sorso d'acqua.

In quel lasso di tempo passano tanto tempo assieme, sia via messaggi che di persona. Non sempre da soli, ma anche con Pietro e Ariel, ma per la prima volta Edoardo ha anche l'occasione di conoscere, seppur per un saluto o poco più, altre persone della vita di Cloe. Una delle sue migliori amiche assieme ad un altro loro amico di cui aveva sentito spesso parlare, sua mamma, Armando. Potevano sembrare cose futili, ma per Edoardo, che aveva seguito tutte le vicende di quelle persone per anni, era qualcosa di speciale e importante.

Se Edoardo avesse dovuto scegliere tre momenti da quando si erano riavvicinati, non aveva alcun dubbio.

La maggior parte delle volte che si incontravano era il mercoledì per un sushi. La scelta ricadeva su quel giorno non a caso, ma perché i figli di Cloe erano con i rispettivi padri. Una sera però Pietro era rimasto con sua mamma e si era aggiunto al classico giapponese di metà settimana. Il bambino non stava tanto bene e dopo pochi minuti che erano seduti nel ristorante, Cloe decise di portarlo a visitare in ospedale.

Edoardo raggiunse i due subito dopo, giusto il tempo di farsi prepare gli ordini che avevano già effettuato da asporto e pagare il conto. Non senza difficoltà, visto lo scarsissimo senso dell'orientamento del ragazzo, trovò il reparto di pediatria, dove c'erano Cloe e suo figlio intenti a parlare con un medico.

Non era nulla di grave, ma comunque, per aiutare il bambino a stare meglio, gli fecero fare l'aerosol. Passarono diverse ore in quell'ospedale, a mangiare il giapponese preso da asporto e a coccolare Pietro, il quale non poteva essere più felice.

Pietro: È la serata più bella della mia vita

La frase del bambino fece molto ridere i presenti, che sicuramente non immaginavano così la loro serata ideale, ma Edoardo non era così in disaccordo con Pietro. Si sentiva parte di quella famiglia in quei momenti.

Anche un'infermiera, mentre era alle macchinette per prendere qualcosa da mangiare e bere per Cloe e Pietro, si complimentò dicendogli che erano proprio una bella famiglia. Edoardo dovette smentirla dicendole, con un velo di amarezza, che erano semplici amici.

Edoardo era ovviamente molto legato anche ad Ariel. Aveva vissuto in costante aggiornamento tutti i suoi primi istanti di vita e tutti i 9 mesi che avevano preceduto il lieto evento.

Un altro momento molto importante per lui era infatti stata una serata in sua compagnia. Un'altra serata tra le più semplici e meno dispendiose che avevano passato. Edoardo, Cloe, Ariel e una maxi pizza, divorata in una piazza di un piccolo paese. Non c'era anima viva, solo loro e una fontana, che aveva attirato particolarmente l'attenzione di Ariel, che si diverta a correrci attorno e guardare l'acqua che la riempiva.

La serata era conclusa aspettando che Ariel si addormentasse a casa, così da lasciare Edoardo e Cloe sul divano a guardare un classico e bruttissimo film horror trash, arricchito da un buon gelato e da qualche grattino fatto dalle morbide mani di Edoardo.

Il terzo momento che Edoardo avrebbe non avrebbe sicuramente mai dimenticato era una giornata in piscina. In più occasioni erano stati, sia da soli che con i bambini, ogni tanto interrotti dalla pioggia o qualche altro disguido. Ma una volta in particolare era quella che più era rimasta impressa nei ricordo del ragazzo.

Una giornata fatta di tante confessioni, qualche drink, tante foto, Cloe amava fotografarsi e farsi fotografare, e anche momenti di relax. Come quando i due si addormentarono abbracciati su un lettino parcheggiato sotto gli alberi della piscina.

La giornata si era conclusa con una strana quanto divertente serata in un locale della zona, che era abitualmente frequentato dagli americani di una base militare lì vicino.

Era stata una giornata, come le altre due, molto semplice e sicuramente meno particolare di tante altre, ma erano state tutte e tre in grado di far star meglio e liberare la mente di Edoardo. Cosa molto difficile e rara.

La loro non riusciva mai ad essere una semplice amicizia, col tempo si trasformava in qualcosa di più, qualcosa di diverso ma sempre senza prendere mai una nuova forma. Come un bruco, che rimane incastrato in forma di crisalide senza mai riuscire a diventare una farfalla e volare libera.

Crisalide d'amoreWhere stories live. Discover now