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Un mio utente mi ha detto che i bambini non sono tabula rasa. Me lo ha detto subito dopo avermi confessato una sua strana abitudine: quella di abusare di suo nipote.

Così l'ha chiamata. Una strana abitudine. Io sono rimasto in silenzio. Perché per direttive aziendali, noi operatori non possiamo commentare. Firmiamo un contratto di riservatezza con i nostri utenti, dove c'impegniamo a proteggere le loro storie e i loro segreti. Senza reazioni da parte mia, l'utente ha proseguito con la sua teoria, dicendo che siamo vecchie anime che si camuffano ciclicamente in corpi morbidi e incapaci di camminare. Che il destino dell'umanità è reincarnarsi in eterno per chiudere i conti col passato. Che sapeva, dentro di sé, che lui e suo nipote erano stati amanti in una vita precedente. E che quel bambino, apparentemente innocente, gli avesse spezzato il cuore in un tempo lontano.

Non aveva prove per sostenerlo, eppure ne era convinto. Totalmente convinto.

Quando ho chiuso la seduta, mi sono fermato a pensare. Non sapevo come comportarmi. Avevo le mani legate, come le ho tutt'ora. Ci ho messo un po' a farmi un'idea. Parecchi giorni in realtà. Finché ho capito una cosa, tanto semplice quanto banale: quel bastardo non avrebbe atteso la prossima vita per avere una punizione.

Ma facciamo un passo indietro...

22Where stories live. Discover now