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Passarono circa 3 giorni dall'ultima volta che si videro.
Ogni giorno pareva una lotta contro fame e dolore. Una lotta invincibile.
La mattina e la sera erano piene di malinconia, la canzone che veniva trasmessa sembrava portare dolore e nostalgia. Entrambi immaginavano di danzare e cantare insieme al proprio compagno.
La sera portava desiderio, voglia di aversi accanto. Ma entrambi sapevano che era solo un sogno.
Ogni giorno sembrava peggiore del primo. Più il tempo passava più i due ragazzi avevano paura di esser dimenticati.
Il pane fu portato nei due padiglioni, ma Louis non lo mangiò, lo volle tenere da parte. Harold invece lo mangiò abbastanza in fretta.
La solita canzone si fece spazio nel silenzio e altre lacrime rigarono il viso di entrambi i ragazzi.
Quella mattina Harry non lavorò, riuscì a convincere dei suoi compagni d'accampamento a lavorare per lui solo per oggi.
Nemmeno Louis venne chiamato per lavorare quel giorno.
Ed entrambi si dedicarono pensieri e desideri.
Il piccolo dagli occhi color cielo andò dietro gli scatoloni, in ricordo dei loro giorni passati insieme.
Trovò un soffione in quell'arido campo, così lo prese e lo osservò.
"Vorrei scappare via da qui con il mio Harry" disse per poi soffiare sul fiore.
Osservò come i piccoli pioppi volavano seguendo il vento. Sorrise, forse perché dopo giorni di lavoro quel piccolo fiore gli aveva trasmesso un po di spensieratezza.
Si addormentò sotto i raggi del sole, sognando ancora una volta di andare via da qui con il suo Harold. Si svegliò qualche ora dopo, poco prima del pattugliamento.
Tornò in fretta al padiglione sperando di non esser visto.
Nel frattempo Harry passò la giornata a ricordare i momenti passati con il suo amore, ogni tanto si lasciò sfuggire qualche lacrime che asciugava con mani tremanti.
Ma quella sera, Louis prese coraggio e si avvicinò a un suo conoscente.
"Liam, tu sai che numero è il padiglione dei lavori forzati?" Chiese il ragazzo dagli occhi color cielo a un uomo che lo aveva consolato qualche giorno prima.
"Sì, è il 7. Ci passi davanti per andare alla fonte. Ma non ti conviene andare a trovare Harold. Se ti scoprono o ti uccidono o ti menano." Rispose Liam, era un ragazzo davvero dolce. Aveva gli occhi marroni. I suoi capelli erano fini e castani, abbastanza corti. Un filo di barba contornava perfettamente il suo viso.
"Non mi interessa, me la sono sempre cavata. Ce la farò" e così Louis iniziò a uscire.
"In bocca al lupo!" Disse Liam poco prima di vederlo scomparire dietro la porta.
Erano passati troppi giorni senza la risata del suo amato. Nemmeno una settimana fa erano insieme, a parlare. Ed ora si trovavano da soli, senza nessuno da amare.
Il piano non fu semplice. Doveva entrare in un altro padiglione, dove i pigiami erano diversi. Lo avrebbero riconosciuto subito. Nessuno lo vide, forse nel buio riusciva a confondersi o forse le guardie non c'erano.
Durante il viaggio immaginava la gioia che avrebbe provato Harry, pregustava le sue labbra e quasi sentiva le braccia attorno al suo corpo.
Riuscì ad arrivare davanti alla porta del padiglione numero 7 e un brivido gli attraversò la schiena.
Intravide Harold in posizione fetale poco distante dalla porta d'entrata. Entrò e si beò di quella vista, rimase in quella posizione per un po. Finché decise di iniziare a parlare.
"Harry" sussurrò poco distante. Nessuna risposta.
"Harry" sussurrò a voce più alta. Nessuna risposta.
Si avvicinò e lo percosse, si stava preoccupando. Il piccolo addormentato si svegliò, mugugnando qualcosa. Non aprì gli occhi ma senti la sua voce.
"Louis.." disse Harold ancora assonnato.
Aprì gli occhi.
"Louis!" Urlò non appena si rese conto di chi aveva davanti.
"Sssh!" disse il ragazzo mettendo una mano sulla bocca di Harold.
"Se ci beccano sono morto" disse preoccupato. Harry si alzò e lo guardò con lussuria. Non credeva a ciò che Louis aveva fatto per lui. Delle lacrime di gioia minacciarono di scendere sul viso di entrambi, ma le ricacciarono su. Non volevano rovinare un momento come questo.
I ragazzi si abbracciarono. Fu un abbraccio lungo e pieno di sentimenti.
"Mi sei mancato così tanto" dissero in simbiosi.
"Resta qui stanotte" propose Harry speranzoso, ancora incredulo.
"Vorrei, ma se mi vedono potrebbero uccidermi. Verrò qui ogni giorno dopo il tramonto, fatti trovare. Ti darò la buonanotte. È una promessa" disse prima di lasciare un dolce bacio sulle labbra di Harold.
"Aspetta!" Lo fermò il piccolo Harry. Louis si girò e lo guardò curioso.
Il piccolo dai capelli color cielo lo avvicinò al suo corpo. Lo guardò negli occhi, nonostante la luce poco presente.
"Louis, ti amo" disse Harold con tutto il coraggio che aveva.
Le sottili labbra del piccolo dagli occhi color cielo si tirarono in un sorriso bellissimo. Le guance scarne si colorarono di un rosso vivo.
"Ti amo anche io, Harry" rispose lasciando un ultimo bacio sulle labbra che gli erano tanto mancate. Harry sentì il suo cuore battere veloce, aveva paura che da un momento all'altro potesse scoppiare.
"Buonanotte" disse Louis prima di sparire dietro la porta, senza lasciare a Harry il tempo di rispondere.
Quella sera Harold dormì sogni tranquilli. Era felice di aver rivisto, seppur per pochi istanti, il suo Louis.
Sognò di corrergli in contro e darsi un altro bacio passionale. Sapeva che un giorno ce l'avrebbe fatta.
Louis sognò di salvare Harry, di portarlo lontano da qui. Sperava che un giorno ci sarebbe riuscito.
Si era riaccesa la speranza nei loro giovani cuori.

Goodbye My Lover || Larry ||Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon