.8.

159 8 0
                                    

Il giorno successivo Harry aspettò impaziente la sera.
Ad Harold parve che il tempo avesse preso una pausa, che stesse solo aspettando un nuovo crepuscolo.
"Verrò qui ogni notte dopo il tramonto" ripeteva la sua mente assumendo la voce del suo amato.
La mattina si svegliò, stranamente, felice, ancora eccitato al pensiero della sera prima. Le botte tirate sulla porta d'entrata non gli diedero fastidio.
"Oggi lavorate nella parte nord del campo. Andate subito dopo aver mangiato, e andate tutti. Passiamo a controllarvi" disse acidamente la guardia lasciando il carrello colmo di pane.
Harry iniziò a mangiare la sua pagnotta, sentendo una stretta allo stomaco per via della fame.
Louis, nel frattempo, pensava e pianificava insieme a Liam un modo per uscire senza problemi.
"Passa dal lato del padiglione 4, lì tengono le mamme incinta, quindi non passano" gli consigliò.
"E se passassi per i prati? Faccio il giro esterno e passo in mezzo ai campi" rispose.
"No, passa per il 4. C'è il rischio che dei soldati facciano da sentinelle" disse Liam.
"Va bene, va bene. Grazie amico" concluse Louis.
La loro canzone si fece spazio tra le parole di Louis, ed entrambi si misero a guardare un punto indefinito attorno a loro, come fosse una pugnalata al cuore.
Ma nonostante ciò sussurrarono le parole con dolcezza, sperando che le loro voci potessero essere udite dall'altro.
Harry passò la giornata ad arare, ma non gli pesava. Era in estasi al pensiero della sera. Cercò di fare il più in fretta possibile ma si rese conto che avrebbe dovuto comunque lavorare fino al tramonto.
Il tramonto.
Harold notò due ragazzi giocare con l'acqua che veniva utilizzata per potare. Ricordò come nel loro secondo giorno insieme si divertirono.
A questi ricordi un sorriso comparve sul viso di Harry, uno vero, di felicità.
I ragazzi successivamente vennero chiamati da un soldato.
Uno sparo.
Due spari.
Quei ragazzi non tornarono più nel campo.
Un brivido percosse la schiena del dolce dai capelli color fondente. Ancora una volta si chiese il perché di tanto odio, ancora una volta non trovò una risposta.
Il tramonto arrivò presto ed Harold non poteva che essere felice, anche se era ancora scosso dagli spari sentiti in precedenza.
Nel frattempo Louis aveva passato la giornata a sistemare, insieme ad altri compagni, il suo padiglione.
Non che le guardie avessero chiesto qualcosa, volevano semplicemente riordinare un po.
"Liam, vado adesso?" Chiese trepidante il piccolo dagli occhi color cielo al suo amico, al calar del sole.
"Vai tra un po, adesso staranno facendo il giro notturno" rispose con un sorriso.
"Va bene, grazie amico" concluse.
Passarono circa dieci minuti finché non si decise ad andare.
"Liam? Liam io vado" lo avvisò tremante.
"Buona fortuna" disse dandogli un delicato pugno sul braccio.
Louis si mosse con delicatezza per non esser visto.
Le sue gambe iniziarono a tremare quando vide la porta del padiglione 7.
Si avvicinò con cautela ed entrò nell'accampamento con la delicatezza di un raggio di sole, perché Harry lo aveva sempre visto così: un piccolo raggio di sole che illuminava quel campo di tempesta.
E così si appoggiò accanto al suo amato, iniziando a chiamarlo e a percuoterlo.
Il piccolo Harold si svegliò dal suo incantevole sogno, trovandosi davanti a sé gli occhi in cui si perdeva.
Un bacio scocchiò nel silenzio, e i due amati si abbracciarono.
"Mi sei mancato così tanto" sussurrò il piccolo dai capelli color fondente all'orecchio di Louis, al quale vennero i brividi.
"Anche tu" rispose lasciando un umido bacio sul collo.
L'abbraccio finì e le loro mani si cercarono, intrecciandosi perfettamente.
Le dita del ragazzo dagli occhi color cielo disegnarono forme indefinite sul dorso del suo amato.
Si guardarono negli occhi, ammirando la bellezza dell'altro alla luce della luna.
Al piccolo Harold parve di trovarsi in un dolce romanzo, ma sapeva che quella era semplicemente la realtà.
I due ragazzi si avvicinarono, involontariamente.
Un bacio.
Due baci.
Tre baci.
Migliaia di baci si fecero spazio nel silenzio.
Le braccia del piccolo Harold si accinsero al collo del suo amato, che per ricambiare abbracciò i fianchi di Harry.
Il piccolo dagli occhi color cielo iniziò a canticchiare le note della loro canzone, ed il piccolo Harold lo seguì.
Sussurrarono le parole per non svegliar nessuno, ma ciò bastava per creare un'armonia perfetta.
Louis si fermò, poche strofe prima del ritornello.
"Harry, devo andare o i soldati mi vedranno" affermò mordendosi il labbro.
Il piccolo dai capelli color fondente sperava che questa frase non arrivasse mai.
"Resta qui" lo implorò.
"Non posso. Buonanotte" disse lasciando un ultimo bacio sulla candida guancia del suo amato.
"Buonanotte" rispose sorridendo.
"Verrò qui ogni notte dopo il tramonto" disse Louis prima di sparire dietro la porta.
"Verrò qui ogni notte dopo il tramonto" ripeté Harry, immaginando la sua voce.
Harold si sdraiò a terra, lasciandosi cullare dai sogni.
Quella sera il piccolo dai capelli color fondente sognò di abbracciare la sua piccola Gemma. La sua dolce sorellina di cui non aveva più notizie. Sperava di poterla incontrare, di poterle raccontare del suo Louis, di poterla abbracciare un'ultima volta.
Ma era consapevole che questo, non sarebbe mai avvenuto.
Il piccolo Louis tornò velocemente al suo padiglione, ripensando agli occhioni del suo amato.
Riuscì ad arrivare senza farsi vedere da nessuno. Aprì la porta notando Liam sveglio ad aspettarlo.
"Scusa amico, volevo solo assicurarmi che tu tornassi vivo" disse con sollievo il dolce Liam.
"Grazie, sto bene" rispose con un sorriso.
I due amici si sdraiorono, molto distanti, con l'intento di abbandonarsi ai loro sogni.
Louis quella sera non riuscì a dormire bene. Il pensiero di Harry lontano dalle sue braccia lo aveva tenuto sveglio.
Immaginò di averlo accanto e di tenergli la mano, magari sussurrando "Ti amo" ad ogni sbadiglio. E sapeva che un giorno ce l'avrebbe fatta.

Goodbye My Lover || Larry ||Where stories live. Discover now