.11.

166 9 1
                                    

Il giorno successivo i due innamorati vennero svegliati dai colpi sulla porta.
Il pane venne lasciato nel padiglione e i soldati uscirono, senza dir nulla.
Iniziarono a mangiare il loro pane, considerato oro.
"Credo che non faremo nulla nemmeno oggi" disse Louis.
"Speriamo" rispose Harold roteando gli occhi.
Ma come finirono la frase un giovane uomo tirato a lucido entrò nel padiglione. Era una guardia.
"Voi quattro. Andate a lavare i piatti come finite di mangiare" disse indicando i due innamorati e altri due ragazzi.
Il soldato uscì sbattendo la porta.
"Non ho voglia" commentò Harold.
"Non dire così. Spesso lasciano ciò che non mangiano nei piatti da lavare, possiamo mangiare. Può sembrare una cosa orribile, ma in realtà il cibo è buono" rispose il dolce Louis sorridendo, già gustando gli avanzi del capo.
Il viso di Harold ebbe un'espressione all'inizio disgustata, ma successivamente felice.
La loro canzone fu trasmessa nel preciso istante in cui il piccolo Louis finì il suo pane.
I due ragazzi si guardarono con gioia e iniziarono a cantare sulle note di quella melodiosa canzone.
Quando la canzone fu stoppata il piccolo Harry saltò in braccio a Louis, imitando la posa di un koala. I due giovani caddero a terra, una risata si espanse nella stanza. Una risata dolce e cristallina.
"Andiamo a lavare i piatti, altrimenti sono guai" disse il piccolo Louis ancora tra le risate.
I dolci innamorati si avviarono verso la casa del comandante, seguiti dai due ragazzi.
Entrarono nella maestosa abitazione del capo, notando come ogni minimo soprammobile fosse in tinta con il resto della casa.
I mobili lignei perfettamente posizionati, i lampadari a gocce di vetro e le minuziose statuette davano la sensazione di trovarsi in un piccolo castello.
Il dolce Harold rimase incantato da tanta bellezza. I suoi occhi volteggiavano per le mura di quella casa.
Trovarono la cucina e notarono immediatamente gli avanzi della famiglia.
"Mangiamo?" Chiese titubante uno dei ragazzi venuti con i due innamorati. Louis si guardò attorno, accertandosi che non ci fosse nessuno.
"Certo" disse infine.
I quattro ragazzo mangiarono gli avanzi di pasta della sera prima.
In quel momento la fame era come svanita. Era stato colmato il vuoto nello stomaco che ormai giaceva li da settimane. Nonostante mangiarono poco, dato che la loro pancia non era più abituata ad assumere tali quantità di cibo.
I ragazzi, sazi, si diedero da fare con pentole e stoviglie.
Lavarono tutto, perfettamente coordinati. Un ragazzo toglieva lo sporco principale, l'altro insaponava, Harry sciacquava e Louis asciugava.
Finito di lavare misero le stoviglie a posto, il tramonto era ben visibile.
"Verrò qui ogni sera dopo il tramonto" sussurrò il piccolo Harold ricordando i giorni passati.
"Cosa?" Chiese Louis non capendo.
"Niente.." rispose Harry sorridendo.
Lo sguardo del piccolo Harold passò dalle piastrelle bianche agli occhi del suo amato.
"..è che ti amo tanto così" continuò allargando quanto più possibile le braccia, come un bambino.
A quelle parole il piccolo Louis si lasciò andare tra le braccia del suo amante, abbracciandolo con dolcezza. Fu un abbraccio lungo e pieno di emozioni, tant'è che gli altri due ragazzi furono trasportati da tanto amore e si abbracciarono.
Un bacio scocchiò dalle labbra dei due innamorati.
"Torniamo nel padiglione" disse Louis preoccupato.
"Se ci trovano qui dopo il tramonto ce le suonano" concluse.
I quattro ragazzi si avviarono verso l'accampamento, osservando quel cielo stranamente bello.
Passarono vicino ai campi e arrivati alla porta i due innamorati si sdraiarono a terra.
Louis era steso a pancia in su, teneva una mano dietro la testa ed una abbracciava il suo Harold, il quale lo stringeva dal lato, poggiando la testa sul torace del suo amato. Con una mano disegnava forme irregolari sulla pancia del suo Louis, mentre l'altra giaceva a terra, al suo fianco.
Harold si addormentò in fretta, iniziando a sognare di andare in spiaggia con il piccolo dagli occhi color cielo.
Louis dormì poco niente, poche ore dopo il tramonto svegliò Harry.
"Harry" sussurrò una prima volta.
"Harry!" Sussurrò di nuovo, più ad alta voce, muovendo un po il braccio che avvolgeva Harold.
"Mh?" Mugugnò.
"Scappiamo" disse sicuro Louis.
"Ma dove? Cosa? Mi sono appena svegliato. Di cosa stai parlando?" Rispose confuso Harry stropicciandosi gli occhi.
"Scappiamo da qui, adesso. Voglio vivere il resto della mia vita con te" disse ed una lacrimuccia rigò il viso del piccolo dai capelli color fondente.
"E come? Da qui non si esce, lo sai anche tu" disse Harry.
"Ce la faremo" constatò.
Il piccolo Louis osservò il cielo, che nel pieno della notte era illuminato dalla luna piena. Una luna bellissima.
"Potremmo uscire adesso. Andiamo nel retro del padiglione 10, ci sono delle pale. Le prendiamo. Andiamo nel nostro posto dietro gli scatoloni e scaviamo, finché non arriviamo dall'altro lato. Poi scappiamo via, lontano da questo schifo" disse.
Ci fu un bagliore negli occhi di entrambi. Era una luce diversa dal solito, era vogliosa di libertà, una libertà vicina.
"Facciamolo" si convinse Harry.
"Davvero?" Chiese stupito Louis, con un sorriso luminoso.
"Sì. Voglio viverti come si deve" disse Harold.
Il sorriso del dolce dagli occhi color cielo si aprì ancor di più.
I ragazzi si alzarono per andare verso il padiglione 10.

Goodbye My Lover || Larry ||Where stories live. Discover now