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Una nuova giornata aspettava i due ragazzi.
Risvegliati, ancora una volta, dalle botte sulla porta, iniziarono a mangiare. Questa volta il pane poteva sembrare più digeribile per chi era abituato al solito secco.
Harold aspettava impaziente l'inizio della canzone, che aveva accompagnato i suoi sogni la notte prima.
E così fu, il piccolo Harry gustava ancora il suo pane quando le note si fecero spazio nella sua mente.
Iniziò a cantare gioiosamente, nonostante sapesse qualche parola e non intere strofe.
Il dolce Louis non poté fare a meno che notare la voce del suo amico gli riempiva l'animo, e si chiese se quella voce avesse potuto sciogliere i freddi cuori dei soldati.
Rimase in silenzio, ad ammirare con quanta armonia il piccolo Harold cantava e ballava, o almeno ci provava. Senza mai arrivare al ritornello, si fermò poche strofe prima.
"Hai davvero una voce bellissima, Harry. Hai mai pensato di fare il cantante?" Chiese timido ma curioso.
"Sì, in effetti è sempre stato il mio sogno. Sai, cantare per milioni di persone che ti acclamano. Pochi giorni prima che mi portassero qui mi ero deciso di andare a un provino, anche solo per vedere quanto davvero valgo" a queste parole si fece spazio un velo di tristezza e malinconia nello sguardo di Harry. La sua mente iniziò a viaggiare agli amici e alla famiglia abbandonata. Non poté che pensare a sua sorella, Gemma. Così piccola e indifesa.
L'ultima volta che l'aveva vista una guardia la stava portando nel casale del comandante, senza buone intenzioni. Ma lui, sempre stato protettivo, non poteva fare nulla.
Una lacrima attraversò la guancia di Harry, era calda, formata da ricordi e dolore.
Il dolce Louis la asciugò prontamente con il suo pollice.
"Mi dispiace, non volevo.." commentò il ragazzo dagli occhi color cielo.
"Non ti preoccupare. Non è colpa tua" rispose Harold con un leggero sorriso. Ricambiato alla perfezione. I due ragazzi si guardarono intensamente per qualche istante
Una guardia entrò e i due giovani si girarono a osservarla, nonostante Louis controllasse con la coda dell'occhio il suo Harold.
"Oggi non farete nulla. Siete inutili alla società" disse duramente prima di voltarsi verso Harry e avvicinarsi.
"E tu, 20-318, che sei nuovo, impara a guardarmi con terrore. Devi avere paura di noi" e dicendo ciò la sua mano lasciò che segnasse il volto del povero indifeso, che non poté fare nulla.
Louis abbracciò Harold, forse quello fu il loro primo abbraccio. E il piccolo dai capelli color fondente si sentì per un momento davvero al sicuro. Il dolore dello schiaffo era quasi nulla rispetto alla beatitudine che provava tra le braccia del suo amico.
La guardia uscì senza curarsi del ragazzo che aveva appena schiaffeggiato.
"Devi farci l'abitudine, sono sempre così. Non ti preoccupare, adesso il dolore passerà. Usciremo da qui, promesso. Andremo al sicuro" disse il piccolo Louis nel tentativo di tranquillizzare il suo amico.
"Io mi sento al sicuro quando sto con te" pensò Harold, forse lo bisbigliò dato che le guance scarne del piccolo dagli occhi color cielo si tinsero di rosso e le sue labbra formarono un sorriso. Il più bello che Harry avesse mai visto.
"Scusa, non dovevo dirlo ad alta voce" disse balbettando il piccolo Harold.
"Oh, non importa" rispose Louis con un velo di tristezza nascosta.
Ci fu un momento di silenzio, abbastanza imbarazzante per entrambi.
"Ma qui danno da bere?" Chiese rompendo il silenzio un bambino che si avvicinò ai due ragazzi.
Era molto gracile, avrà avuto circa 4 anni. Aveva degli occhi grandi e scuri. Contornati da capelli biondi.
"Certo tesoro, c'è una fonte non molto lontana accessibile a tutti. Nel senso, accessibile alle guardie, ma non ci va mai nessuno. Vuoi che ti portiamo?" Disse il piccolo Louis.
"Si, grazie" rispose il bambino, nonostante fosse magro sembrava ancora pieno di vita. Era incredibile come in un posto del genere rinchiudessero i bambini.
Harry iniziò a pensare a cosa avrebbe potuto fare per giocare con quel bimbo, così lo prese in braccio e iniziò a fargli il solletico. Ascoltando la sua risata come se fosse la musica più bella al mondo.
"Dai, seguitemi" disse il piccolo dagli occhi color cielo, facendo spazio ai due bimbi.
La passeggiata non fu delle migliori, dovettero schivare gli sguardi di qualche guardia e non farsi vedere da troppa gente. Dopo un'oretta arrivarono senza problemi.
Arrivati alla fonte bevvero tutti quanti.
L'acqua sembrava quasi oro colato per quei giovani uomini.
Tornarono nell'accampamento. Sempre attenti alle guardie.
Lasciarono il piccolo bimbo, che andò subito verso gli altri di quello stabilimento.
I due amici si sdraiarono vicini, iniziarono ad ammirare quel poco cielo che si intravedeva dal soffitto.
Quell'accampamento aveva qualcosa che trasmetteva insicurezza. Le mura bianche, sporche di sangue in qualche punto, erano rovinate. Il soffitto, ingiallito dal tempo, quasi non esisteva. C'erano tanti fori abbastanza grandi. La parte crollata era a terra, alcuni ragazzi usavano le rocce come tavoli o sedie.
Nonostante fosse appena il tramonto, i due giovani decisero di dormire. La fame si stava impossessando di Harold, che dormiva per cercare di non pensarci.
Questa volta dormirono molto vicini, e prima di andare nel mondo dei sogni di guardarono per un po, quasi incantati l'uno alla vista dell'altro.
"Buonanotte, Harry" disse il piccolo dagli occhi color cielo.
"Notte, Louis" rispose Harold facendo un occhiolino prima di abbandonarsi al mondo dei sogni.

Goodbye My Lover || Larry ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora