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Passò circa una settimana da quel bacio. Se ne diedero altri, si abbracciarono altre volte, dormirono insieme, mano per mano.
Un giorno andarono anche oltre. Nella parte dietro gli scatoloni i due innamorati si baciarono. Quel bacio fu intensificato quando la lingua di Harry chiese accesso alla bocca di Louis, che acconsentì. Le loro lingue erano come pronte per questo momento. Si baciarono, per molto tempo, finché Harry non sfregò accidentalmente contro il bacino di Louis, facendo emettere un gemito a quest'ultimo.
Il piccolo Harold si rese conto della situazione. Così iniziò a baciare il collo del suo amante, lentamente una mano si poggiò sui suoi pantaloni e iniziò a massaggiare la sua, ormai, erezione. Un altro gemito soffocato dalla paura di essere scoperti uscì dalle labbra di Louis.
La mano di Harold oltrepassò anche lo strato che li divideva, intensificando i movimenti circolatori mentre le sue labbra continuavano a baciare il collo del suo amante. I movimenti rallentarono quando un gemito uscì dalle labbra di Louis seguito dall'uscita del liquido.
Quella fu l'unica volta che andarono oltre, dato che poco dopo dei passi si avvicinarono e i due ragazzi dovevano cercare di nascondersi e di tornare nell'accampamento.
Ormai tutto il padiglione provava gioia nel vedere così tanto amore. La gente attorno non poteva che amare quell'allegria che i due ragazzi trasmettevano.
I baci furono spesso intensificati sempre con dolcezza, mai in modo duro o sforzato.
Pareva una favola al piccolo Harold, gli sembrava di vivere un sogno. Purtroppo aveva perso tanto peso, e il dolce Louis notava quanto soffriva. Ogni giorno per il piccolo innamorato sembrava una lotta contro la fame, una lotta continua. Che avrebbe sicuramente perso.
Ogni mattina i due innamorati aspettavano l'inizio della canzone, ormai la sapevano a memoria. Fino alla strofa precedente al ritornello, non riuscivano a impararla poiché spesso la canzone veniva fermata prima. Era diventata la loro canzone, che ballavano e cantavano ogni mattina, divertendo così gli altri ragazzi.
Ma questa mattina fu differente dalle altre.
Mangiarono il pane, cantarono la canzone, danzando sulle note di quest'ultima e si accoccolarono.
I due innamorati erano sdraiati a terra, a coccolarsi e a sussurrarsi parole dolci che si sarebbero perse nel tempo. Una guardia entrò nel padiglione e assistì alla scena.
"Non tolleriamo l'amore in questo posto. Tu, 20-318, seguimi. Ti cambio padiglione, passi ai lavori forzati." Disse prendendo con forza il colletto del pigiama di Harold e sbattendolo fuori, fu un gesto fatto con tale crudeltà che quasi Harry pianse. Non solo per l'addio che non sarebbe mai riuscito a dire, ma perché sentì l'odio nel calcio che gli fu tirato subito dopo.
Un ultimo sguardo, un'ultima lacrima vista e poi nulla.
Harry era sparito dalla vita di Louis, o così poteva sembrare.
Il piccolo dai capelli color fondente fu portato in un padiglione poco distante.
"Sei abbastanza in forma per andare a lavorare nei campi. Dovrai arare ogni mattina e bagnare le piante tutti i pomeriggi. Non fare il furbo o sei morto" aveva detto il soldato durante il viaggio.
Harold venne sbattuto in un padiglione insieme ad altri ragazzi della sua età, o più grandi. Ma nessuno fu gentile come lo era stato Louis. Lo guardavano male, si allontanavano, nessuno si avvicinava.
Quel giorno non fece nulla, era appena arrivato e gli altri ragazzi lavoravano. Ma sapeva cose gli sarebbe aspettato il giorno dopo.
Le lacrime rigavano le sue guance ormai scavate.
Louis, nel frattempo, era rimasto in un angolo a piangere l'anima.
Molti ragazzi si avvicinarono per consolarlo. Molti lo abbracciarono, ma nessuna di quelle braccia era compatibile con quelle del suo amato.
Doveva trovare il modo di andare dalla sua anima gemella, o sarebbe morto dentro.
Quella giornata fu devastante per entrambi. Harold pianse per tutto il giorno, era la prima volta che perdeva qualcuno di davvero speciale.
"Solo con la morte si esce da qui" ripeteva la sua mente come un disco in vinile. Non voleva aspettare la morte per rivedere il suo Louis.
E il piccolo dagli occhi color cielo, dal suo canto, aveva cercato di distrarsi lavorando per il comandante. Era stato chiamato a scaricare le merci del campo, ma non riusciva a non pensare al suo Harold. Qualche lacrima aveva bagnato le scatole, ma non importava. Era talmente abbattuto che non si curava di nulla.
"Harry, giuro che verrò da te. Non sarà la morte a farci incontrare" ripeteva la sua mente.
Il tramonto arrivò velocemente. I due ragazzi cercarono di dormire, invano. Entrambi immaginavano di aversi accanto, di abbracciarsi e di amarsi. Ma non servì a nulla, entrambi erano sdraiati con un vuoto incolmabile.
Quella sera fu davvero triste. Si sognarono a vicenda.
Harold pensò che quel pavimento era freddo senza il calore del corpo del suo amante.
Louis vedeva il padiglione vuoto e triste senza il suo Harry.

Goodbye My Lover || Larry ||Where stories live. Discover now