𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 5

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<E' già passata una settimana, quando intendi tornare?> dopo una settimana si è deciso a chiamarmi.

E' passata una settimana da quando sono tornata a New York, in questi giorni ho passato molto tempo con Julian, mi ha raccontato le cose più cruenti successe in questi otto anni.

Con Atena ho avuto modo di parlare, e avevo ragione. Lei non sapeva nulla di questo matrimonio, e neanche James. Ma ha detto che lo trova sexy, vorrebbe soltanto conoscerlo meglio prima di sposarlo.

Mio padre d'accordo con il signor Wolf, hanno deciso di passare letteralmente ogni giorno insieme, tutti i pranzi e tutte le cene, per far si che Atena e James si conoscano meglio. E che io faccia amicizia con i loro figli.

Perché mai dovrei farci amicizia?

<Non posso andarmene da un momento all'altro, non dopo essermi scusata del passato. Gli ho promesso che li avrei avvisati la prossima volta che intendo andarmene.>

<Ma hai una vita qui. Dovrai tornare prima o poi>

<Lo so. E lo sanno anche loro. >

<Bene, visto che domani è il giorno del ringraziamento, e sia io, che Igor e Ruby vogliamo passarlo con te, come negli ultimi otto anni, veniamo a New York. Prendiamo il primo volo. Entro questo pomeriggio dovremmo essere da te. E non voglio obbiezioni.> ecco fatto, adesso mi toccherà badare anche a loro.

<D'accordo.> borbotto e chiudo subito la chiamata.

Decido di scendere al piano di sotto a riferire a Cindy e a mamma che ci saranno tre persone in più nella cena di stasera e domani.

Indosso un jeans nero con una canottiera rossa e dei calzini neri. Mio padre ha già espresso il suo disappunto sui miei outfit, dice che sono grezzi.

Si accontenterebbe di vedermi con qualche abito da sera o qualsiasi cosa che sia elegante durante le cene, capelli sempre fatti e trucco impeccabile. "Non troverai mai marito se ti vesti come una grezza" queste sono state le sue parole.

Esco da camera mia e mentre vado verso le scale, qualcuno alle mie spalle mi posa qualcosa di umido tra il naso e la bocca, ma non ho neanche il tempo di contrattaccare che perdo i sensi e tutto si fa nero.

Trenta minuti dopo...

<Andiamo piccola Reed, credo sia il momento di svegliarsi> sento qualcuno parlare. La testa sta per esplodermi, mi fa male come se qualcuno mi avesse colpito.

Aspetta quella voce. No, non può essere.

Lentamente apro gli occhi, e la prima cosa che mi ritrovo davanti è la mia famiglia e i Wolf, ammanettati in delle sedie e dello scotch nella bocca difronte a me.

Cerco di muovere le mani, ma sento che sono ammanettate.

Sento un alito caldo nel collo <Ciao piccola Reed, quanto tempo> quella voce rauca. La riconoscerei ovunque.

Deve essere un incubo, devo svegliarmi subito.

Chiudo e riapro gli occhi ma è tutto come prima. Loro sono ancora legati davanti a me e lui è ancora dietro di me.

Ma cosa cazzo è successo? E' perché siamo tutti legati?

<Credi sia un incubo? Non lo è piccola Reed. Appena ho saputo che eri tornata a casa, mi è sembrato giusto venire a mantenere la mia promessa.> ridacchia come se tutto questo lo divertisse.

Ed è proprio così, lo diverte. Vedere mio padre, e tutti gli altri legati e lui è l'unico ad avere il comando.

<Dimmi, ti sono mancato?> la sua faccia si fa sempre più vicino al mio collo. Cazzo, mi sento mancare l'aria. Devi farcela Iris. Mi strattona <Rispondimi cazzo>

𝑹𝒆𝒔𝒊𝒍𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆Where stories live. Discover now