𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 22

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"Ubi tu Gaie, ibi ego Gaia"
"Dove tu sei, lì io sarò." 🌑

Appena l'autista si ferma davanti al ristorante, ne rimango subito affascinata.

Nella sua semplicità, spicca l'eleganza.

La porta del ristorante viene aperta da un cameriere, che mi accoglie con un sorriso.

Mentre mi guardo intorno, cercando un paio di occhi verdi, finalmente come se fosse la calamita con il magnete, veniamo attratti l'uno dall'altra e lo vedo.

Si alza dalla poltrona bianca e i suoi occhi attraversano il mio corpo, coperto solo da un sottilissimo tessuto, ma sotto i suoi occhi mi sento totalmente nuda.

Nonostante il fuoco che sento dentro, mi avvicino andando verso di lui sorridendo.

<Non hai la minima idea di quello che hai appena fatto.> mi dice serio ma ha ancora quello sguardo.

Lo sguardo che mi fa tremare le gambe.

<Che ho fatto?>

<Hai appena scritto la condanna a morte di tutti questi coglioni.>

<Non ti facevo uno violento.> gli dico ridacchiando.

<E io non pensavo che potessi essere più bella di stamattina, ma a quanto pare mi sbagliavo.> confessa facendomi andare in fiamme il viso.

<Oh ma sta zitto.> lo snobbo, andandomi a sedere al nostro tavolo.

<Questo posto è meraviglioso.> confesso mentre mi guardo intorno.

<Sono contento che ti piaccia.> mi dice sorridendomi, e sono sinceramente convinta che gli faccia piacere davvero.

Il cameriere ci interrompe, mentre versa lo champagne nei nostri calici.

<A cosa brindiamo?> chiedo.

Lui mi guarda negli occhi incatenandomi nel mio posto causandomi un brivido lungo la schiena <A noi.>

Porta il suo calice verso di me, attendendo che io faccia lo stesso, per compiere questo brindisi.

<So che ti è difficile lasciarti andare, ma per oggi provaci.> vedo comprensione nei suoi occhi, non vedo giudizio in lui, ma tanta comprensione.

<Solo per oggi. Poi deciderai se lasciarti andare del tutto o no.>

In risposta allungo il braccio verso di lui, facendo incontrare i nostri calici, sorridendo <A noi.>

Il suo sorriso arriva fino a toccare gli occhi.

So di averlo reso felice.

La serata procede, e mi ritrovo ad aver bevuto qualche bicchiere di troppo.

Però non è un male, visto che mi sta aiutando a sciogliermi.

<Perché io?> biascico mentre sorseggio un altro calice di champagne.

<Perché tu cosa?>

<Perché io. Perché insisti cosi tanto con me?>

<Perché penso, anzi ne sono convinto che ne vali la pena.>

𝑹𝒆𝒔𝒊𝒍𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆Where stories live. Discover now