Is this the end?

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SPAZIO AUTRICE
Alloraaa, vi avviso che questa è la fine, ma (se mi spiegate come faccio a fare il sequel su wattpad) ho anche il sequel prontoo. 
Che ne dite? Vi piace quest'addio? E secondo voi, che succederà? Muhahaha. 
No okai, mi sento Barbara D'Urso così ahahaha. 

Scesi dalla macchina di Alex senza nemmeno salutarlo. 
Non volevo stare lontana da Alex, non volevo. 
Certo, però, dovevo dimenticarlo e standogli vicina non ci sarei riuscita... Forse partire era la cosa migliore. 
Entrai in quella sottospecie di agenzia senza nemmeno accorgermi che Alex mi stava seguendo.           Aveva la testa china e le mani in tasca, non proferiva nemmeno una parola. 
Volevo rassicurarlo, infondo, in cucina avevo solo urlato "Andrò all'estero!" senza nemmeno rendermene conto, ma non lo feci. Tutto del mio corpo mi urlava di baciarlo e di non lasciarlo andare, ma non lo feci. 
Eravamo in sala d'attesa, a quanto pare il direttore era leggermente in ritardo. "La preghiamo di essere precisa", ricordai la loro fatidica frase. 
Il silenzio tra me ed Alex si fece imbarazzante. 

" Tra te e Cristine?"             (RR.13)

Dissi quasi in un sussurro. 
In realtà però, erano state le mie labbra a muoversi, quando stavo con lui, il mio corpo sembrava non rispondere ai comandi che il mio cervello gli impartiva. 
Ma che domanda era? Ma andiamo! Sul serio? Ero una rincoglionita patentata. 
Lui alzò di colpo la testa, mi fissò negli occhi e poi li riabbassò di colpo. 
Ah. 

"Ci sposeremo..."               (RR.20)

Disse lui cercando quasi di non farsi sentire. 
Boccaccia mia di merda, ma perchè per una volta tanto nella vita non mi stavo zitta? Sempre a parlare sto oh!
Non dissi nulla, semplicemente annuii. Non era il caso di parlare, e le lacrime minacciavano di esplodere anche dalle orecchie. 
Tirai un lungo sospiro, chiusi gli occhi ed ingoiai le lacrime. 

"E tu e Shawn?..."             (RR.27)

Disse lui dopo attimi di esitazione, ma non feci in tempo a rispondere che Il Sig.Terren, direttore di una delle agenzie più grandi di New York irruppe nella sala, sorridente e calmo. 
Quindi... io... New York... Modella... Lui... 
La mia mente non riusciva ad articolare una frase compiuta, figuriamoci la mia bocca. 
Rimasi lì a fissarlo incredulo mentre entrava anche il direttore del contest. 

"GoodMorning!"            (RR.33)

Disse lui porgendo la mano prima a me poi ad Alex, con un sorriso a 32 denti. 
Ricambiai il saluto a lui e subito dopo al direttore. 
Forse, partire sarebbe stata la scelta  migliore. 
Il direttore, che scoprii in seguito chiamarsi Sig. Collen, ordinò alla segretaria quattro caffè da portare nel suo studio. 
Quattro? Veniva anche Alex? Ma che palle, porca puttana. 
Il Sig.Collen ci fece strada verso il suo ufficio mentre io tentavo, invano, di prendere confidenza con il Sig.Terren e, sopratutto, con l'inglese che, fino ad ora, per me non era mai stato un problema. 
Una volta nello studio, Il direttore ci fece accomodare su delle sedie girevoli. E subito cominciarono le domande complicate. 

"Allora, signorina Kent, lei aveva già pensato alla nostra proposta?"          (RR.44)

Disse il Sig.Terren con un'accento insolito. 
Ah, ma allora lo stronzo, sapeva parlare l'italiano. 

"Si.."                   (RR.47)


Risposi semplicemente io, e mi chiesi improvvisamente del perchè dovesse esserci necessariamente anche Alex.
Davvero,  non volevo lui conoscesse la mia decisione, sentivo i suoi occhi bruciarmi sulle labbra in attesa che io continuassi. 
E, anche se non volevo Alex lo sapesse, lo feci. 

"Ho deciso di partire."                   (RR.53)

Dissi io sicura della mia scelta fissando negli occhi il direttore e subito dopo il Sig.Terren. 

"Bene, allora, dovremmo firmare questo contratto e vorrei gentilmente parlare con un suo genitore, parente, o chi ne fa le veci."                   (RR.55-56)

Sorrisi prendendo il telefono dalla tasca e componendo velocemente il numero di mia madre. 
Porsi il telefono al Sig.Terren e feci squillare. 
Stranamente... Ero triste, e felice allo stesso tempo. 
Avevo preso la mia decisione e di certo non avrei cambiato idea. 

*********

Avevo già firmato il contratto e mia madre aveva accettato entusiasta. 
Salii sull'auto di Alex pronta a tornare a casa subito dopo aver salutato un'ultima volta i signori. 
Allaccia saldamente la cintura e tenni lo sguardo fisso sul tappetino dell'auto. 
Fù la voce di Alex ad irrompere quel silenzio. 

"Perchè hai accettato?"      (RR.64)

"Perchè ho accettato? Perchè, porca merda, tu, la mia vita, ti sposi, e non con me. 
Ho accettato perchè ti amo, e fa male. 
Ho accettato per te, perchè non sopporterei di vederti con un'altra. 
Ti stai davvero chiedendo perchè?"                (RR.65-68)


Già, avrei voluto dirglielo, ma non ce la feci. 
Me ne uscii con un semplice:

"Perchè mi andava."                  (RR.71)

Dissi senza staccare lo sguardo che ora era passato ad osservare le mi converse. 
Lui sembrò non crederci e continuava a guidare con lo sguardo fisso sulla strada. 

"Perchè hai accettato?"                    (RR.74)

Ripetè lui. 
No ma s'era rincoglionito, o cosa? 
Ma bello mio, sembrava scendere dalle nuvole. 

"Tel'ho detto."                                                                       (RR.78)
"Non è vero. So quando menti."                                    (RR.79)
"Beh, a quanto pare non mi conosci bene"              (RR.80)       


Lui frenò di colpo la macchina in quel che sembrava una sottospecie di piazza. 
Lo guarda irritata e lui prese a fissarmi giusto per due secondi silenziosi negli occhi, poi parlò. 

"E chi dovrebbe conoscerti? Quel damerino di Shawn? Oh, giusto, dimenticavo mi avessi rimpiazzato così facilmente!"                                         (RR.83-84)

Urlò lui fissandomi furioso. 
Stava davvero affermando che fossi stata io a dimenticarlo per prima?
Ma sopratutto, stava davvero urlando con me? 

"Non azzardarti sai! Inanzi tutto, Shawn non è un damerino, e sicuramente, lui non mi dimenticherebbe per una piena di soldi e sopratutto, lui non ascolterebbe il padre se gli dicesse di sposare una riccona, perchè, lui mi ama sul serio, e glielo si legge negli occhi, non come certe persone!"                                                                                      (RR.88-91)

Urlai io a mia volta pentendomi subito delle mie parole, senza però darglielo a vedere. 

"Ah, si? Lui è meglio di me? Allora, scendi, fatti venire a prendere da lui!"            (RR.93)

Urlò indicandomi la portiera più furioso che mai. 
Lo guardai con aria di sfida. 

" Certo che lo farò."                                                                  (RR.96)

Urlai io scendendo dalla macchina e cominciando a digitare il numero di Shawn.

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