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Il signor Sherelin parcheggiò difronte al MoMa, scendemmo e raggiungemmo gli agenti davanti all'entrata.
<<Controlleremo il retro, voi guardate dentro se vedete qualcosa di sospetto.>> disse Caleb guardando tutti i presenti negli occhi.
Tutti annuirono e ci congedammo, mi rivolsi ai coniugi Sherelin <<Se aspettate qui vi crea problemi? Noi tre possiamo cercare dentro e forse da fuori potrebbero uscire e potreste avvertirci.>> dissi con insicurezza, era loro figlio era ovvio che volessero cercare all'interno e non fuori nel caso si fossero fatti vivi.
<<Per noi va benissimo Shiki, se lo trovate manda un messaggio e informeremo noi la polizia. Fate attenzione.>> ci disse il signor Sherelin prendendo sotto braccio la moglie e rivolgendoci un sorriso.
Annui timidamente e feci segno a Yurui ed a Melanie di entrare.
Ci presentammo all'entrata con la polizia in modo tale da non dover pagare e spiegare che era un emergenza, gli addetti alla sicurezza non ribatterono e dissero che avrebbero controllato le telecamere sia interne che esterne.
<<Da dove cominciamo?>> chiese Melanie guardandosi intorno <<In altre circostanze sarebbe più bello comunque.>>
<<Controlliamo tutti i piani, i minimi dettagli delle stanze e dei quadri.>> dissi cominciando a dirigermi verso gli ascensori.
<<Non dovremmo controllare il piano terra? Andiamo subito su?>> chiese Melanie con sguardo vago.
<<I nostri genitori sono sempre stati abili nel dare indizi con solo un oggetto, e penso che Shi sappia dove cercare.>> rispose Yurui cliccando il bottone col numero "5".
<<Dove staremmo andando?>> domandò Melanie mettendosi davanti a me.
<<A vedere il quadro "Gli amanti" di René Magritte.>> risposi.
Ero sicuro che li avremmo trovato qualcosa che ci dicesse dove cercare. Era solo l'inizio, quello.

L'ascensore si fermò al piano da noi scelto e iniziammo a cercare la stanza in cui si trovava; la trovammo solo dopo aver controllato altre sei sale.
Guardavo quel quadro con timore e curiosità allo stesso tempo, quasi nessuno era presente e nessuno degnava di uno sguardo il quadro.
Ci avvicinammo restando in allerta nel caso i presenti avessero deciso di salirci addosso o fosse sbucato qualcuno.
<<Chissà perché proprio questo quadro.>> disse Melanie guardandosi intorno.
<<È sempre piaciuto il significato che dava, il fatto che il bacio fosse "virtuale" e che le labbra non si toccassero.>> spiegò Yurui indicando i vari elementi.
<<Però i teli sono dovuti al suicidio della madre, l'hanno ritrovata in un fiume con il viso coperto dalla vestaglia da notte.>> dissi senza guardarli.
<<Cavoli, come le sapete?>> chiese lei meravigliata.
Restammo in silenzio poi Yurui parlò <<Ci hanno sempre detto che la maggior parte delle volte l'amore è come nel quadro, quasi finto o non reale.>>
<<Penso di aver trovato qualcosa.>> dissi per seppellire di nuovi quei ricordi, seppellire quella scena nella cucina e quegli sguardi seri e minacciosi.
Melanie e Yurui si avvicinarono, sotto la cornice del quadro si intravedeva l'angolo di un foglio <<Ho delle pinze, non sapevo se potessero servire o meno.>> disse Melanie porgendomele.
Presi il foglio e lo aprii, i kanji erano scritti in maniera frettolosa ma si riusciva a capire quello che dicevano e il disegno della mappa era incomprensibile ma gli elementi si vedevano faticando lo sguardo.
<<Faccio una foto e la mando alla signora Sherelin, è già qualcosa.>> dissi prendendo fuori il telefono e scattando la foto.
Quando la inviai lo rimisi in tasca e ci dirigemmo all'uscita, dove il biglietto indicava.
Sul retro trovammo la polizia insieme al direttore del museo, ci avvicinammo e smisero di parlare.
<<Dalle telecamere abbiamo trovato due uomini intenti a trasportare una persona giù per questo vialetto.>> disse il direttore indicando la via.
<<La ringrazio infinitamente e mi scuso per il disturbo provocato.>> dissi chinandomi in segno di perdono.
Il direttore disse che non c'erano problemi e tornò dentro a sbrigare il suo lavoro.
<<Quindi dobbiamo proseguire per di qua.>> affermò un agente grattandosi la testa
Annui e iniziai a correre verso il vialetto, da dietro sentivo gli urli degli agenti e di Esmeralda pregarmi di tornare indietro.
Non sentii Yurui ribattere o ordinarmi il medesimo ordine ma quando svoltai lo trovai al mio fianco.
<<Se parti così dovresti avvertirmi.>> disse ansimando.
<<Scusa ma preferivo che andassimo solo noi.>> risposi guardando l'edificio davanti a noi, dei graffiti nascondevano la porta e la rendevano un tutt'uno con il muro.
<<Entriamo?>> chiese Yurui guardandomi con aria decisa.
<<Entriamo.>> confermai io dirigendomi verso la porta e aprendola.
Dentro tutto era soqquadro e rovesciato a terra, solo una sedia era in piedi e su di essa un ragazzo biondo era legato e imbavagliato con gli occhi chiusi.
Dalla fronte si intravedeva un striscia di sangue ormai asciutto.
Il cuore cessò di battermi per qualche secondo e riprese dopo ordinandomi di correre verso di lui e liberarlo dall'Inferno che gli stava capitando.
La porta alle nostre spalle si chiuse e il passo che feci in avanti tornò indietro.
Mi voltai e li vidi entrambi dopo quasi undici anni.
<<Non volete abbracciare i vostri genitori? Non vi sono mancati?>> chiese mia madre aprendo le braccia in un ampio gesto.
Soffocai un urlo e indietreggiai di almeno dieci passi, la distanza tra me e Ash diminuiva sempre di più.
<<Non abbiamo più niente a che fare con voi.>> esclamò Yurui digrignando i denti e prepararsi a prendere un coltellino dalla cintura.
<<Invece tu Shiki? Che ne pensi di rivederci? Non sei felice?>> chiese mio padre puntando il suo sguardo gelido e spietato sul mio tremolante e impaurito.
<<I-io... non volevo rivedervi dopo quello che mi avete fatto.>> dissi con acidità, non volevo rivederli dopo che mi avevano attaccato quella maledizione.
Si sentirono dei rumori alla porta e dei comandi di aprire altrimenti avrebbero usato il fuoco, i miei non diedero ascolto.
Si fermò tutto il rumore e prima ancora che mio padre potesse parlare di nuovo un vetro dall'alto venne spezzato.
Dall'apertura si calarono due uomini armati e protetti da giubbotti antiproiettile e con caschi.
Appena misero piede a terra si misero a correre e si posarono davanti a me e a mio fratello con le pistole puntate sui nostri genitori.
Quello che stava davanti a me mi fece segno di raggiungere Ash e così feci insieme a mio fratello, usammo il coltellino per liberarlo e Yurui lo prese e lo sostenne per il braccio caricandosi l'arto superiore del biondo sulle sue spalle.
Ci attaccammo al muro opposto dove stavano i nostri genitori.
Volevo urlare ma trattieni le emozioni il più possibile per evitare eventuali trasformazioni in un felino.
La porta comincio di nuovo ad essere percossa e mi tappai la bocca e lo stesso fece Yurui, misi una mano sulle labbra di Ash, ormai libere dal bavaglio. Erano fredde ed asciutte dal sangue.
I miei si scostarono intimoriti puntando le armi contro i poliziotti che si erano calati e contro la porta.
Questione di venti secondi e l'entrata venne buttata giù.
I miei misero l'attenzione sui nuovi arrivati e quelli calati si precipitarono verso di noi prendendo Ash in spalla e aprendo un uscita secondaria.
Uscimmo e trovammo degli infermieri a lato della porta, presero Ash e lo stesero a terra per controllarlo.
Un fitta al cuore mi colpì e restai tutto il tempo a fissare mio fratello e il corpo svenuto del biondo.
Un pensiero mi balenò nella testa, e non un pensiero positivo.
Dall'uscita sbucarono fuori i miei  in manette e due poliziotti che li tenevano.
<<Shiki! Yurui! Non volete stare di nuovo senza di noi, vero?! Aiutateci!>> urlò mia madre in modo suadente.
Voltai lo sguardo e vidi i coniugi Sherelin con Melanie avvicinarsi.
<<State bene per fortuna!>> esclamò Esmeralda abbracciandoci entrambi.
<<Ci scusi, Caleb sapeva cosa fare.>> disse Yurui ricambiando l'abbraccio.
Alle nostre spalle si sentirono dei colpi di tosse, mi voltai e lo vidi star bene.
Non feci niente, restai fermo a fissarlo pensando che sarebbe stato meglio che i genitori si avvicinassero a lui per primi.
Henry mi prese sotto braccio e mi fece avvicinare a lui bloccandomi in un abbraccio collettivo con i coniugi e il figlio.
Il suo solito profumo non si sentiva più, venne cambiato dal disgustoso odore di quella stanza.
Quando ci sciogliemmo non avevo il coraggio di guardarlo in faccia.
Gli infermieri si avvicinarono dicendoci che non erano ferite gravi e che sarebbe bastano restare a letto.
Dopo un'ora passata a parlare sul da farsi i poliziotti ci dissero che potevamo congedarci e così facemmo.
Melanie, invece che venire con noi, decise di guardare meglio il MoMa dato che era interessata ai dipinti, quindi in macchina c'eravamo solo io, i coniugi, mio fratello e Ash.
Provai a restare sveglio il più possibile ma mi addormentai sulla spalla di Ash, non erano queste le mie intenzioni.
Dormii per tutto il tempo e Ash mi svegliò con uno dei suoi sorrisi, non ricambiai ne il sorriso ne il buongiorno.
Salutai Yurui e sostenendo Ash entrammo in casa, i due fratelli minori non erano presenti per fortuna.
I coniugi decisero che sarebbero andati a prendere bende e disinfettante per poi tornare a casa o fermarsi a prendere qualcos'altro che potesse servire.
Questo poteva essere un problema per quello che volevo dire ad Ash ma il fatto positivo era che sarebbe stato un momento intimo.
Salimmo in camera e Ash si sdraiò sul letto <<Puoi venire, mica ti faccio del male.>> disse ironicamente.
<<Ash, non....agitarti per quello che ti sto per dire.>> balbettai torturandomi le dita e le maniche della felpa.
<<Dovrei preoccuparmi?>> chiese incupendosi di colpo.
<<Penso di sì, ti prego di lasciarmi. Nel senso di non essere più... una coppia.>>dissi quelle parole con acidità e mi trattenni dallo scoppiare a piangere.


spazio autore
odiatemi per il finale se volete ma la mia scelta è stata questa.

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