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Il ragazzo che mi ritrovai davanti era pari a una star di Hollywood.
<<Ehm, ci sono i miei in casa?>> mi chiese quel fregno che si stagliava sulla soglia di casa.
<<Si sono in casa, ti stanno aspettando.>> risposi io togliendomi dalla porta.
Il biondo entrò, era inzuppato ma questo non faceva altro che renderlo ancora più attraente.
<<Ash! Come stai?>> chiese la signora Sherelin dirigendosi verso il figlio per catturarlo in un affettuoso abbraccio.
Insieme a lei si unirono anche il marito e i figli.
Erano felici. Non me la sentivo di rovinare il loro momento di riconciliazione.
<<Ah Shiki lui è Ash, Ash lui è Shiki il ragazzo di cui ti ho parlato al telefono. Spero che la sua presenza non cambi in negativo il rapporto con la famiglia.>> esclamò il signor Sherelin poggiandomi la mano sulla spalla.
<<Non si preoccupi, non cambierà il rapporto. Se mi scusate penso che andrò in camera a leggere. Scusate ancora.>> detto questo mi dileguai su per le scale e raggiunsi la camera.
Mi sdraiai sul letto e mi misi a divorare le pagine e le parole.
Dopo circa un'ora entrò il biondo con in mano un bicchiere e un piatto.
<<Anche se non ci conosciamo proprio bene ho pensato di doverti portare da mangiare, i miei mi hanno detto che è normale ma preferirei che ti nutrissi.>> disse sedendosi sul letto e porgendomi il piatto.
<<Se proprio insisti.>> esclamai spostando il libro e mettendomi a sedere a gambe incrociate.
Quello che avrei detto sarebbe dovuto essere: "Grazie ma di solito non mangio." E chiuderla lì, ma non so perché risposi che avrei mangiato.
<<Dato che riprenderò ad abitare qui dovremmo conoscerci meglio. Non credi? Sono Ash, 19 anni.>> annunciò porgendomi una stretta di mano.
<<Shiki Ayato, 17 anni.>> risposi stringendogliela di rimando.
Era calma, non aveva imperfezioni. Trasmetteva tranquillità e benessere. Emanava felicità, sia dal tocco ma anche dagli occhi verde foresta come il padre. Potevi perderti rimanendo a fissarli per ore.
Staccammo il contatto che si era creato e ricominciai a mangiare sotto il suo sguardo.
<<Ti dovrei considerare come un fratello o come un...>> rimase a pensare a come continuare la frase <<"amico".>> aggiunse in fine.
<<Come vuoi te, sappi che per me tu e la tua famiglia siete tipo come dei conoscenti. Ne amici ne famiglia, solo conoscenti.>> risposi puntandogli la forchetta contro.
<<D'accordo raggio di sole, mi vado a sistemare.>> disse rivolgendomi un sorriso a 32 denti, si alzò dal letto e si dileguò.
Quando uscì dalla camera mi arrivò un messaggio da "S".
Pk mi aveva scritto proprio quando era uscito Ash?
"S": piccolettoooo, come va??
S: penso di star male, ho provato delle emozioni.
"S": uhhhh, chi? Voglio sapere tutto.
S: penso che mi piaccia il figlio maggiore della famiglia affidataria, è un fregno assurdo. Capelli biondi come il sole, occhi verdi come le foreste e gli smeraldi. Una pelle liscia che farebbe invidia ai serpenti quando si tolgono la vecchia. 
È così... così... attraente.
"S": cosa gli vorresti fare se dovessi ritrovarti da solo in camera con lui?
S: mhhhhh. Penso che glielo chiederei. Non di farmi ma di fidanzarci, dopo però gli chiederei anche quello. Ma prima preferisco riuscire ad assicurarmi che nessun altro gli chieda il fidanzamento.
"S": qualcuno è geloso, adoro.
S: il problema più grande? Non riesco a gestire le emozioni. Non ne ho mai provate per qualcuno, specialmente se ne sono innamorato.
"S": su questo ti aiuterò io! Allora, dimmi che cosa ti senti quando stai con questa persona.
S: mi sento al sicuro, la sua presenza mi da forza e coraggio. Colma il vuoto che mi sento dentro. Ho il cuore che palpita ogni volta che apre bocca. Ha una voce così armoniosa e delicata.
"S": un poeta coi fiocchi! Bene ora che riesci a spiegare come ti senti, sei pronto per dirglielo in faccia. Oppure vuoi mandargli dei segnali, tipo flirtare con lui?
S: 1 non me la sento di dirglielo.
2 non so flirtare...
"S": santi numi! Questo non va bene, sei un ragazzo di 17 anni e non sai come fare. Non ti è mai piaciuta una persona?
S:ehm... no.-
"S": per prima cosa mantieni un contatto visivo e usa il linguaggio del corpo. Come secondo atto sfioragli o il braccio o le dita della mano, chiedigli di uscire anche solo per accompagnarti a scuola. Capito? Poi passeremo ad altro.
S: ehm okay, grazie. Ora ti lascio che sta per entrare.
"S": buona fortuna!
Spensi il telefono e lo misi sul comodino, quando Ash entrò ricominciai a mangiare. I suoi occhi sembravano volermi comunicare che se non obbedivo mi sarei perso in quella foresta o messo in guai seri.
<<Scusami vado a mettere via il piatto.>> dissi alzandomi dal letto.
<<D'accordo.>> rispose lui con un sorriso.
Uscì dalla porta, scesi le scale e misi il piatto nel lavello.
Tornai su col pensiero di prendere il pigiama quando Ash mi fermò.
<<Cambiati pure di qua, se ti metto a disagio mi giro.>> rispose lui afferrandomi per il braccio, mi sentii la faccia bruciare e sperai che non si vedesse.
<<O-okay.>> risposi balbettando, mi allontanai dal letto e con la coda dell'occhio vidi Ash voltarsi.
Mi stupii del fatto che avesse mantenuto la promessa.
Dopo essermi messo i vestiti per dormire puntai la sveglia e mi misi a leggere.
Per mezz'ora Ash rimase a fissarmi poi appoggiò la sua testa alla mia spalla, con la coda dell'occhio scorsi una montagna bionda riccioluta.
<<Stai dormendo?>> chiesi chiudendo il libro e voltando la testa.
<<Leggevo con te, eri così preso dal libro che mi chiedevo se fosse avvincente.>> rispose togliendo la testa dalla mia spalla e guardandomi negli occhi.
Rimasi intrappolato in quella selva fantasiosa e innaturale fin quando non mi addormentai.
Mi risvegliai il mattino dopo al suono della sveglia, la posizione in cui ero non era meritevole del mio carattere.
La testa era posta sopra il braccio di Ash, ero rannicchiato con la mia schiena contro il suo petto e con il suo altro braccio mi cingeva il busto.
Volevo non svegliarlo ma per riuscire ad alzarmi il bell addormentato si svegliò con un sorrisino.
<<Buongiorno principessa, sonno piacevole? Durante la notte ti agitavi, pensavo che abbracciandoti riuscivi a dormire meglio.>> annunciò sedendosi a gambe incrociate sul letto.
<<Scusami se di notte ti ho svegliato, è che mi torna in mente mia sorella. Mi vado a preparare.>> risposi voltandomi per non far vedere che arrossivo.
<<Non è un po' presto? Le lezioni cominciano alle 8 e poi ti accompagnerò io d'ora in poi. Ordini di Esmeralda Sherelin.>> annunciò lui in tono fiero avvicinandosi a me, mi prese per le spalle.
Non so cosa avessi in mente ma mi lanciai su di lui per cercare un abbraccio.
Infatti fu ciò che accadde.
Le sue braccia mi cinsero, io emettevo qualche singhiozzo.
Rimanemmo così due minuti precisi, mi scansai e mi scusai.
Corsi in bagno e mi iniziai a lavare.
Usciti dal bagno con i capelli umidi e la maglia e i pantaloni del pigiama.
Ash era a petto nudo, uno schianto.
Dopo che mi ebbe visto attraversò la porta ed entrò in bagno.
Iniziai a cercare qualcosa da mettere, estrassi fuori una maglia dei Nirvana grigia con la faccia bianca, dei cargo neri, le Converse nere, una felpa delle Vans nera con la scritta bianca.
Sul giubbotto avevo appeso delle spille che avevo comprato qualche settimana fa, una spilla aveva l'arcobaleno dipinto e l'altra era dipinta come lo Yin e lo Yang. Me le misi addosso.
Come sempre indossai i guanti con le dita scoperte e le cuffie che non potevano mancare.
Quando finii di cambiarmi Ash entrò in camera con addosso solo un asciugamano sulla vita e uno sulla testa. Mi voltai per prendere ci occhiali che stavano sul comodino e anche per non mostrare la mia faccia da pomodoro.
<<Io vado giù. Devo preparare la bottiglia d'acqua.>> dissi caricandomi lo zaino in spalla e prendendo il telefono.
Non lo sentii rispondere perché mi dileguai verso la cucina, presi la prima borraccia che mi capitò tra le mani e la misi nello zaino.
Stavo per andarmene quando il mio sguardo si soffermò ad osservare un cestino, sopra c'era un biglietto: "pranzo per Shiki."
Lo lasciai ma quando Ash arrivò in cucina mi fece cenno di prenderlo, e così feci.
Uscimmo di casa e ci incamminammo verso l'istituto.
Sentii una vocina dentro di me, la vocina della maledizione che mi avevano attaccato da bambino.
Non le diedi retta, tanto sapevo cosa mi avrebbe detto.
Arrivammo davanti alla scuola, il tragitto fu silenzioso. L'unica cosa che notai fu Ash che molte volte si voltava per guardarmi e accensava qualche parole. Erano principalmente lamenti sul fatto che non fossimo andati in macchina.
Quel giorno decisi di fare la strada più lunga, tre quarti d'ora di cammino con un diciannovenne che si lamentava ogni dieci minuti.
Mancava ancora un quarto d'ora però molti studenti erano già presenti.
Anche in tutta quella confusione sentii e vidi Claus, questa volta  però invece che con il suo gruppetto era solamente con la sua ragazza, Roxanne.
<<Guarda un po' chi abbiamo qui, Ayato Shiki con un ragazzo. Ti sei trovato il fidanzatino?>> esclamò Claus ridendo insieme alla sua ragazza.
Ash mi prese per il braccio e mi allontanò dalla folla, mi sbatté contro il muro e appoggio la testa sulla mia spalla. L'unica cosa che feci fu accarezzargli la schiena e i capelli biondi.
Non era riccio naturale, dopo la doccia era andato via l'effetto.
Stava nettamente meglio così.
<<Scusami, non sarei dovuto venire. In quel momento non sapevo se tirargli un pugno, baciarti, farti tornare a casa o portarti qui.>> disse sollevando la testa, aveva gli occhi seri  e pieni di rabbia ed odio.
In quel momento avevo paura di quegli stessi occhi che trovavo affascinanti e sereni.
La campanella suonò e Ash si tolse dalla mia spalla.
Mi stropicciò i capelli e mi dileguai all'interno dell'edificio.

Spazio me
Non ancora coppietta dell'anno, ma fra poco si 😃

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