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Corsi per circa cinque isolati con cappuccio e mascherina addosso; per colpa dell'affanno ormai vedevo doppio non avendo un corpo particolarmente atletico ma cercai di resistere fino a casa del mio gemello.
Quando arrivai bussai più forte che potei e ad aprirmi la porta fu una donna sulla quarantina con dei capelli biondi.
<<Bisogno d'aiuto ragazzo?>> domandò con voce cupa.
<<Sto cecando Yurui Ayato, sono il suo gemello; Shiki Ayato.>> risposi cercando di riprendere le forze.
<<Entra pure, lo vado a chiamare.>> fece lei spostandosi dallo stipite della porta e lasciandomi entrare.
Mi fece accommodare sul divano del soggiorno dove rimasi ad osservare le innumerevoli foto che erano cosparse per la sala, in tutte compariva la ragazza che mi aveva aperto la porta la sera della festa di Melanie.
Il silenzio si ruppe quando vidi Yurui scendere di corsa le scale e fermarsi sulla soglia dell'ampio soggiorno.
Mi alzai di scatto e corsi da lui singhiozzando, lo abbracciai e lui ricambiò.
Ci sedemmo sul divano dopo qualche secondo di abbraccio.
<<Mamma... ha rapito Ash e mi ha detto di andare al MoMa da solo... in sottofondo sentivo dei versi di scherno e delle fievoli urla.>> dissi tra un singhiozzo e l'altro.
<<Se devi andare da solo scordatelo, al massimo io e qualcun altro ti aspettiamo in un punto dove non ci vedranno. Da solo non ci vai.>> affermò lui brusco, dal tono sembrava non voler perdere di nuovo qualcuno e quel alcuno supposi che ero io.
<<Allora verrete tu, i suoi genitori, un piccolo gruppo di agenti e...>> non sapevo chi altro chiamare ma in mente mi balenò il viso di una ragazza che ne sapeva almeno il doppio di quello che ne so.
Presi il telefono e scrollai la rubrica alla ricerca del suo nome.
Melanie Holmes.
Spinsi il suo contatto e la chiamai.
-Pronto?- si senti dall'altra parte della cornetta.
-Melanie raggiungeresti me e Yurui davanti alla scuola?- chiesi sotto lo sguardo stupito di mio fratello.
-Certo! Subito o più tardi?-
-Domani alle sette del mattino.- annunciai e chiudendo la chiamata.
<<Perché Melanie?>> chiese con sguardo torvo.
<<Appassionata di true crime, in un certo senso saprà cosa fare a riguardo.>> risposi controllando i biglietti per l'autobus diretti per una zona vicino al MoMa.
<<Se lo dici tu, possiamo chiedere ai genitori.>> disse Yurui scrutando il mio telefono.
Lo spensi e mettemmo in comunicazione tra di noi i piani che avremmo potuto usare per riuscire a recuperare Ash.
Erano le sette di sera quando decisi di tornare a casa, Yurui protestò all'idea di lasciarmi andare da solo ma riuscì a convincerlo in un modo o nell'altro.

Mi sbrigai a tornare a casa e appena aprì la porta mi ritrovai davanti due poliziotti che parlavano con i coniugi Sherelin.
<<Shiki vieni, sei tu che sai tutto della storia.>> affermò Esmeralda Sherelin facendomi segno di accomodarmi di fianco a lei.
Obbedì, mi sentivo gli occhi di tutti i presenti della stanza puntati addosso.
<<Racconti l'accaduto dall'inizio.>> mi incitò il poliziotto con i capelli castani, dalla targhetta riuscì a intravedere il suo nome: Caleb.
<<Stamattina io e Ash siamo tornati a casa dopo una festa avvenuta la scorsa sera, trovammo il salotto e la nostra camera a soqquadro e sul pavimento della stanza c'era un biglietto che riportava testuali parole:"O torni da noi o sarà fatto fuori." Eravamo rimasti entrambi scioccati e decisi di chiamare mio fratello per vederci questo pomeriggio e controllare se erano passati anche da lui. Ci eravamo incontrati alle tre a Central Park e dissi ad Ash di rimanere in macchina, pensavo che non gli sarebbe successo niente ma quando sono tornato per prendere il biglietto che mi avevano lasciato per vedere insieme a mio fratello  se c'era dell'altro, come segnali nascosti che erano tipici dei nostri genitori, ho trovato un coltello infilato nel finestrino e Ash scomparso e al suo posto un altro biglietto.>> dissi con voce tremante e con ormai le lacrime che stavano per uscire dalle loro prigioni.
<<I rapitori vi hanno detto dell'altro?>> chiese invece il poliziotto coi capelli corvini.
<<Si, al MoMa domani. Hanno detto che devo andare da solo.>> affermai scrutandoli negli occhi.
<<Verrai con noi, sei minorenne e sei tu il target che vogliono.>> esclamò Caleb.
<<Ci sarebbe anche mio fratello, penso che vogliano entrambi. Io...>> non finì la frase e venni colto da un deja vu terrificante.
<<Shiki?>> chiese Henry quasi in silenzio.
Mi alzai di scatto e corsi in camera a prendere i biglietti e quando ritornai sul divano presi il telefono e cliccai il contatto non salvato.
Bip bip.
<<Che sorpresa Shiki, non pensavamo che ci avresti richiamato?>> disse un vice maschile, era quella di mio padre.
<<Servo solo io o anche mio fratello?>> chiesi calmo, riuscii a non far trapelare l'ansia e la paura.
<<Sarebbe carino avere anche tua fratello, ma è un elemento superfluo.>> rispose.
Chiusi la chiamata e mi girai verso i poliziotti sorridente.
<<Verrà anche mio fratello e preferirei che venissero sia i coniugi Sherelin e  un'altra esperta di casi.>> annunciai infine con un sorriso sulle labbra.
I presenti mi guardarono sconvolti senza saper cosa dire.
<<Shiki sei sicuro di quello che fai? Non è un po' pericoloso?>> chiese Henry alzandosi e posandomi  le mani sulle spalle.
<<Ne sono sicuro signor Sherelin, mi creda so che fare.>> risposi con tono e sguardo deciso.
<<Va bene, partiremo domani mattina per il MoMa. Per lei a che orario andrebbe bene?>> affermò Caleb guardandomi.
<<Alle otto davanti alla centrale? Le sembra un problema?>> risposi rilassato.
<<Va bene, l'aspettiamo con i coniugi Sherelin, suo fratello e la persona che ha menzionato.>> rispose l'agente corvino.
Li accompagnai fuori dalla porta e con un cenno del capo li salutai e quando chiusi la porta tornai in casa.
<<Vado in camera a dormire, mi dispiace che anche voi siate coinvolti in tutto questo. Dopo la scuola io e Yurui abbiamo deciso di cambiare città.>> dissi sulla soglia del soggiorno.
<<Shiki questa faccenda in una piccola parte riguarda anche noi. Per quanto riguarda l'andare via ho un fratello che abita in California e ha un'appartamento riservato o ai suoi figli o nipoti e visto che andrai via vorrei che tu e tuo fratello andaste lì, penso che ti ricordi di Logan. Ti aiuterà e sua moglie lavora in polizia quindi sarete anche protetti se dovesse ricapitare.>> affermò il signor Sherelin abbracciandomi, sentì il suo volto irrigarsi di lacrime.
<<Le prometto che ritroveremo Ash.>> dissi deciso, volevo aiutare quella famiglia che mi aveva aiutato ad essere felice e ritrovare il significato di averne una.
Dopo aver sciolto l'abbraccio mi diressi in camera e mi misi il pigiama.
Fissai il soffitto cercando di prendere sonno e abbracciai il cuscino sul cui era impresso il profumo di Ash.
Dopo circa venti minuti presi sonno e caddi nel sonno.
Mi svegliai alle sei e dieci e con una lenta velocità mi preparai per l'incontro con Melanie e mio fratello.
Alle sei e trenta uscii di casa seguito ai coniugi Sherelin che però loro andavano verso la stazione di polizia.

Davanti all'istituto riuscii a scorgere due figure, una maschile alta almeno dieci centimetri più di me con indosso una felpa grigia e sopra di essa una varsity nera con le maniche bianche.
Accanto a mio fratello si trovava Melanie con i capelli castani come le castagne legati in una treccia che formavano una corona sulla testa, un giubbotto rosa pastello, dei paraorecchie con le orecchie da gatto sempre rosa e dei cargo di jeans.
Mi avvicinai a loro e gli comunicai il luogo di ritrovo con i genitori di Ash e i poliziotti.
Ci incamminammo e quando raggiungemmo gli altri salimmo in macchina con Esmeralda.
Le uniche battute scambiate furono tra Melanie ed Henry sul da farsi, poi la ragazza si rivolse a me e Yurui.
Dopo ormai quasi un'ora di viaggio riuscii a scorgere tra i numerosi palazzi il MoMa e l'unico pensiero che mi passò nella mente era un pensiero di speranza.
Ash ti riprenderemo.

Spazio autore
Visto che sono bravo oggi doppio capitolo di questa storia e della one-shot :)
Ci saranno dei morti? :)

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