Muro di Pietra

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I giorni passarono e i combattimenti divennero più intensi.

Arata era determinato a diventare il migliore e non aveva mezze misure quando si trattava di dimostrare quanto valeva.

Quando fu il turno di scontrarsi con Hiro, Arata sembrava essersi trasformato in una macchina da guerra.

Hiro era più alto di lui, ma Arata era più veloce e nel giro di qualche minuto, aveva vinto di nuovo.

Hiro si alzò e si massaggiò il braccio. 

"Tutto okay?" Gli chiese Ise.

"Quanto lo odio." Rispose Hiro, chiaramente arrabbiato per aver perso, poi mi guardò. "Scusa Airi. Volevo dargli una lezione, ma-"

"Va tutto bene." Lo rassicurai. "Hai combattuto benissimo e anzi...credo proprio che ruberò qualcuna delle tue mosse."

Le nostre risate furono interrotte da Okuda che chiamò Sho e Arata, mentre io e gli altri eravamo fermi per fare la pausa.

"Finalmente." Sho fece uno dei suoi sorrisetti.

Arata si fece scrocchiare le nocche e incollò lo sguardo a quello di Sho.

"Bene, vediamo l'altro Yang che cosa sa fare."

Sho rimase immobile, così fu Arata a fiondarsi su di lui.

Sho si spostò di mezzo passo e questo fece finire Arata contro il muro.

"Spero che tu non ti sia fatto troppo male." Disse Sho, mentre Arata fece una smorfia.

"Che trucchetto da quattro soldi." Disse, ritornando nell'area di combattimento.

"Però ti sei fatto fregare..." Poi Sho lo fissò con sguardo di sfida e pronunciò il suo nome quasi in un sussurro. "Arata."

Arata, chiaramente arrabbiato, iniziò ad avvicinarsi, poi si fermò e sorrise di nuovo.

"Che ingenuo." Detto ciò iniziò a muoversi veloce come un ninja e Sho, per quanto fosse bravo, non riuscì a schivare tutti i suoi colpi e alla fine cadde sul pavimento.

"Arata, vedi di darti una calmata." Lo riprese Okuda. "Sho come va?"

Sho si rialzò e notai che aveva un labbro insanguinato.

"Sto bene signore."

Arata se ne stava fermo, con aria trionfante, in attesa del prossimo combattimento.

Kai arrivò proprio quando Sho si andò a sedere e Okuda decretò una pausa di quindici minuti.

"Dovevi proprio provocarlo in quel modo?" Rifilai un'occhiataccia a Sho.

"Ha fatto bene." Lo sostenne Hiro.

"Già." Anche Ise era stata battuta da Arata quella mattina.

"Mi chiedo perché uno così abbia anche solo il permesso di allenarsi con noi." Continuò Ayame. "L'allenamento non è un campo di battaglia e noi non siamo soldati. Ci dovrebbe essere un limite."

In effetti, non aveva tutti i torti.

Finita la pausa, Okuda ci spiegò quello che veniva chiamato lo schema tre-due-tre.

"Osservate bene perché questa tecnica è abbastanza difficile, ma può risultare altrettanto utile in combattimento."

Kai lo affiancò per la dimostrazione, poi Okuda iniziò facendo tre passi: uno di lato, uno indietro per confondere l'avversario e uno in avanti per attaccare. 

"Questo è il primo tre." Spiegò.

Okuda ripeté i passi un'altra volta, mentre Kai si muoveva di conseguenza, per permetterci di capire.

OPPOSITE, Il mondo divisoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon