Il sogno

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Dopo cena, rimasi sveglia a finire di leggere il libro che la mamma tanto odiava.

L'avevo trovato per caso, dietro ad uno degli scaffali della biblioteca di Yinag. Era tutto impolverato e la copertina era mezza sbiadita; le uniche due lettere del titolo che erano rimaste erano "ra".

Avevo domandato alla signora Reira, la bibliotecaria, se sapesse di quale libro si trattasse, ma lei mi disse che non lo sapeva e che se volevo, avrei potuto tenerlo.

"Almeno ora avrà una casa, dopo tutto questo tempo passato abbandonato là dietro." Aveva aggiunto ridendo.

Mi ero sentita incredibilmente fortunata, dato che ero un'avida lettrice, e non mi ero nemmeno preoccupata di sfogliarlo per vedere di cosa parlasse; solo alcuni giorni dopo scoprii che si trattava di una specie di diario che raccontava di una storia d'amore tormentata.

L'avevo riletto parecchie volte da allora e ogni volta che arrivavo alla fine, mi facevo la stessa domanda: i due protagonisti si erano mai ritrovati?

Lette le ultime righe, lo posai sul comodino.

Decisi che quando sarei andata nello Yin, lo avrei portato con me.

Sbadigliai e la stanchezza si fece sentire tutta in un colpo; era stata una giornata intensa e il mio cervello aveva davvero bisogno di spegnersi.

Mi tirai le coperte sulla testa e chiusi gli occhi.

*****

Poco dopo, una luce proveniente da chissà dove mi costrinse ad aprire nuovamente gli occhi.

Mi guardai intorno e mi accorsi di trovarmi in un campo di girasoli; la luce del tramonto rendeva il colore dei fiori ancora più vibrante e una calda brezza mi scompigliò i capelli.

Le poche nuvole del cielo erano diventate rosa e sembrava fossero state dipinte da un pittore; per un attimo mi domandai se fosse stato il signor Yuzu e mi misi a ridere.

Rimasi coricata ancora per qualche minuto, godendomi quella pace e tutti quei colori che mi facevano sentire incredibilmente libera.

Ero ben consapevole che si trattava di un sogno e pensavo che solo per il fatto di averlo pensato, mi sarei svegliata di lì a poco...ma non successe.

Decisi di alzarmi in piedi ed iniziai a camminare per il campo.

Indossavo una camicia azzurra e dei pantaloni blu e avevo i piedi scalzi; presa dall'entusiasmo mi misi a correre, proprio come quando ero piccola e ancora avevo qualche libertà che col passare degli anni, Yinag mi aveva tolto.

"Lo Yang rappresenta la calma e correre è segno di maleducazione."

"Il bianco è simbolo di purezza e pace, pertanto sarà l'unico colore che indosserai fintanto che apparterrai a questa Parte."

"Lo Yang ascolta, non protesta."

Tutte quelle regole, tutte quelle imposizioni e divieti senza senso iniziarono ad apparire come scritte di fumo davanti ai miei occhi; corsi ancora più forte, passandoci attraverso e risi mano a mano che le vedevo dissolversi.

Yinag non aveva controllo su di me in quel luogo.

Solo quando fui senza fiato, mi fermai.

Mi ritrovai in cima ad una collina e guardai l'orizzonte.

OPPOSITE, Il mondo divisoWhere stories live. Discover now